Traiettorie di somiglianza di due straordinari educatori... (Leggi tutto)
"Pedagogia del dolore innocente" apparve in prima edizione a poche ore dalla morte di don Carlo Gnocchi, avvenuta a Milano, il 28 febbraio 1956. La folla che ne visitò la salma, esposta a Milano, nella chiesa di San Bernardino alle Ossa, e la accompagnò verso il Duomo, ove lo attendeva il suo arcivescovo, l'amico Giovanni Battista Montini, per la celebrazione dei solenni funerali, ebbe tra le mani questo piccolo, prezioso libro. Poté così conoscere il testamento di don Carlo, la forma matura - tanto più perché estrema - del suo cammino spirituale.
Nell'edizione pubblicata da San Paolo in occasione del 60esimo anniversario di morte dell'apostolo dell'infanzia mutilata (grazie al prezioso contributo della Fondazione Cariplo), il testo è impreziosito dalle autorevoli riflessioni sul dolore innocente dell'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, e del filosofo Salvatore Natoli.
«Il problema del dolore, di quello innocente in particolar modo - scrive nella prefazione il presidente emerito della Fondazione Don Gnocchi, monsignor Angelo Bazzari - era sentito in maniera acuta da don Carlo Gnocchi. Il “padre dei mutilatini” dedicò l’intera vita a combatterlo scientificamente, a lenirlo concretamente e a sublimarlo spiritualmente. Come per Giobbe, per i grandi tragici dell’antichità e per i pensatori di ogni tempo lo scandalo del dolor innocente non ha cessato di inquietare don Carlo fino alla fine. L’ultimo suo scritto è infatti dedicato alla “Pedagogia del dolore innocente”, le cui bozze sono state completate sul letto di morte. Il dolore, infatti, come ben evidenziato in questo scritto, suscita due contrastanti interpretazioni: enigma per il non credente, mistero per chi si affida a Dio».