Traiettorie di somiglianza di due straordinari educatori... (Leggi tutto)
In concomitanza con i festeggiamenti per il quarto anniversario della beatificazione del “papà dei mutilatini”, è stato pubblicato il volume "Malato di infinito", che legge nella trama della vita di don Carlo Gnocchi l’incarnarsi delle virtù cristiane.
Le virtù del sacerdote ambrosiano sono illustrate dall’autrice Barbara Garavaglia attraverso le parole del beato, i suoi scritti, le sue opere e le testimonianze di coloro che lo conobbero.
«La virtù: che cos’è? - si legge nella prefazione del cardinal Dionigi Tettamanzi che presiedette alla celebrazione della beatificazione di don Carlo - Un dono di Dio, un’attitudine del cuore, un esercizio continuo, concreto, esistenziale? È “la corsa” per “combattere la buona battaglia”, di cui ci parla l’apostolo Paolo? Tutto questo e, insieme, molto altro. Tanto che ognuno di noi potrebbe offrire e “raccontare” una sua personale definizione di virtù, legata alla propria esperienza, ai santi grandi e piccoli, famosi e sconosciuti, che la vita ci dona di incontrare. Anche don Carlo Gnocchi, a maggior ragione come beato venerato sugli altari, continua a dire con chiarezza la sua sulla virtù, anzi sulle virtù che fanno di lui un esempio senza tempo di sacerdote, di uomo, di testimone e soccorritore nelle immani tragedie che si trovò ad affrontare».
Il volume - che contiene approfondimenti multimediali - rappresenta l’occasione per rileggere l’umana avventura del beato, che stupisce per la propria intensità e attualità. La sua è una “testimonianza vera e provocatoria, dentro i meandri di una vita sofferta (l’esperienza della guerra, specialmente in Russia) e sofferente (nell’epilogo finale della malattia)”, come ricorda nell’introduzione monsignor Angelo Bazzari.
Questo testimone autentico della carità, ha molto da dire ancora oggi ai cristiani che si appassionano all’uomo e che si vogliono impegnare quotidianamente nella riscoperta dei lineamenti del Cristo in coloro che si trovano ad accostare.
«In don Carlo, più che evocare e distinguere le virtù cardinali da quelle teologali, è possibile - rimarca monsignor Bazzari - interpretare la prudenza nell’orizzonte della fede, la fortezza e la temperanza nella prospettiva della speranza, la giustizia nell’ordine della carità. Commosso dalla testimonianza qui raccontata, mi nasce dal profondo del cuore una domanda: oggi, a noi eredi di quel sogno e custodi di quella promessa, cosa insegnano e che cosa consegnano le virtù vissute così intensamente da don Carlo? Quali possibili linee guida per l’agire professionale e sociale, in particolare di tutti coloro che operano in Fondazione? Il carisma delle virtù di don Gnocchi alimenta e ispira ancora oggi l’agire della sua “baracca”. Le virtù di don Carlo sono insomma i paradigmi interpretativi del nostro impegno accanto e al servizio della vita».