Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
«Una proposta molto interessante, per il tema, per i contenuti e per la qualità delle organizzazioni che l’hanno elaborata. Si tratta di una rappresentanza consistente della società civile, del volontariato, dei sindacati dei pensionati, delle organizzazioni di tutela dei diritti delle persone e delle associazioni che rappresentano le più importanti organizzazioni non profit che progettano e gestiscono servizi per anziani non autosufficienti. In altre parole, il mondo di chi vive a contatto diretto con i bisogni di persone e famiglie. Un ottimo esempio della comunità che si fa avanti, dà voce a chi è in difficoltà e si assume la responsabilità di proporre una visione concreta e aggiornata del futuro dei servizi per la non autosufficienza».
Così Fabrizio Giunco (nella foto), medico geriatra, direttore del Dipartimento Cronicità della Fondazione Don Gnocchi, spiega l’articolata proposta della cinquantina di organizzazioni riunite nel “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” (tra cui l’Aris, alla quale la “Don Gnocchi” è associata), presentata ieri e finalizzata ad arricchire il disegno di legge delega a cui sta lavorando il Governo.
«Siamo all’avvio dell’iter della riforma sulla non autosufficienza, i cui primi atti consisteranno nella presentazione del disegno di Legge delega da parte del Governo e nella sua successiva discussione in Parlamento – aggiungono le associazioni -. Occorre fare presto ed unire le forze con l’obiettivo di arrivare ad una riforma, attesa da oltre 20 anni, che sia all’altezza delle esigenze dei 3,8 milioni di anziani non autosufficienti e delle loro famiglie».
La proposta verte intorno a cinque messaggi fondamentali: arrivare ad una riforma ambiziosa; superare la frammentazione delle misure e dei servizi; dare risposte diverse ai diversi bisogni; puntare a percorsi di assistenza semplici ed unitari; conseguire la tutela pubblica della non auto-sufficienza.
Il cuore di quanto proposto dal Patto è l’istituzione di un Sistema Nazionale di Assistenza agli anziani non autosufficienti che, attraverso uno stretto coordinamento fra Stato, Regioni e Comuni, definisca un percorso unico e chiaro e integri le prestazioni sanitarie e quelle sociali a favore dei quasi 4 milioni di anziani non autosufficienti e delle loro famiglie.
Nello stesso tempo la riforma punta a promuovere la permanenza degli anziani al proprio domicilio, garantendo agli stessi e alle famiglie le prestazioni sociali e sanitarie di cui necessitano in un’ottica integrata, riconoscendo la funzione di cura del caregiver familiare e tutelandone il benessere psico-sociale.
La domiciliarità è promossa anche attraverso la diffusione sull’intero territorio delle Soluzioni Abitative di Servizio, previste anche dal PNRR, ossia civili abitazioni - individuali, in coabitazione, condominiali o collettive - che garantiscano sicurezza e qualità alla vita agli anziani ed integrino servizi di supporto alla socialità e alla vita quotidiana, servizi alla persona, ausili tecnologici e tecnologie di assistenza. E per le Residenze Sanitarie Assistenziali la proposta del Patto prevede misure che ne riformino organizzazione e operatività, affinché assicurino qualità ed appropriatezza delle cure e qualità di vita agli anziani residenti.
«La nostra riforma – continua Giunco, che ha fatto parte della Cabina di Regia che ha concretamente scritto la proposta - propone una nuova governance delle politiche per la non autosufficienza, affidata al Sistema Nazionale Assistenza Anziani (SNA), che punti a costruire una filiera di risposte, che siano differenziate e complementari tra loro: servizi residenziali, semiresidenziali, domiciliari, trasferimenti monetari, adattamenti delle abitazioni, sostegni ai caregiver familiari e alle assistenti familiari (“badanti”). È necessario semplificare l’accesso degli anziani all’assistenza pubblica ed evitare che le famiglie debbano – come oggi accade – peregrinare tra una varietà di sportelli, luoghi e sedi. Nello SNA, pertanto, la possibilità di accedere a tutte le risposte pubbliche è definita attraverso una sola valutazione iniziale ed è previsto un percorso unitario, chiaro e semplice, all'interno della rete del welfare».
La riforma prevede anche l’istituzione di una Prestazione Universale per la Non Autosufficienza, un contributo economico che assorbe l’indennità di accompagnamento e al quale si accede in base e esclusivamente al bisogno di cura (universalismo): «La logica è quella di sostenere le famiglie anche dal punto di vista economico, ma differenziando l’importo in base al fabbisogno assistenziale. Oggi, in Italia, il contributo economico per gli anziani non autosufficienti è di 520 euro, uguale per tutti; in Germania invece si arriva a 901 euro mensili per chi ha maggiore fabbisogno di assistenza».
Ufficio Stampa Fondazione Don Gnocchi
Milano, tel. 02 39703245 – 335 8498258
ufficiostampa@dongnocchi.it