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“Di beltà un dì si vestì un sogno”: questo il titolo dell’originale iniziativa con la quale la Fondazione Don Gnocchi vuole celebrare, sabato 30 novembre prossimo, la “Giornata internazionale delle persone con disabilità 2024”, indetta come ogni anno su iniziativa delle Nazioni Unite per promuovere l’integrazione delle persone disabili. L'evento è stato pensato dagli operatori dei Centri Diurni per persone Disabili (CDD) e della Residenza Sanitaria per persone Disabili (RSD) del Centro “S. Maria Nascente” di Milano, con il coinvolgimento di ospiti e familiari. Un prezioso contributo è stato fornito da diversi CDD del territorio che hanno aderito alla proposta inviando opere e installazioni a tema. Dalle ore 10 alle 13, negli spazi di via Gozzadini 7, sarà possibile immergersi in un percorso che aiuterà ad esplorare, tramite allestimenti, esperienze artistiche e testimonianze i temi della bellezza e del sogno.
Nelle foto, le immagini di ragazzi e genitori protagonisti delle testimonianze della Giornata
«L’evento di quest’anno - spiega Elena Morselli, responsabile del Servizio Socio-Educativo del Centro - si sviluppa attorno a due temi: la bellezza, a cui ciascuno tende, e il sogno, inteso come possibilità che ognuno ha in sé per provare a raggiungerla. In un percorso durato un anno gli operatori si sono messi in ascolto dei sogni dei ragazzi, cercando poi di renderli concreti e visibili attraverso opere ed esperienze fruibili durante l’evento. Lo speciale coinvolgimento dei familiari ha permesso di riflettere, attraverso le loro sorprendenti testimonianze, sulle connessioni tra sogno, bellezza e disabilità. L’evento ha sicuramente lo scopo di proseguire nella costruzione di una cultura della disabilità nuova e consapevole, che coinvolga l’intera società, ma ha anche l’ambizione di regalare ai visitatori qualche ora di leggerezza, lasciandosi coinvolgere in un clima quasi magico, dove verrà richiesto a tutti di concedersi del tempo per sognare e per godere della bellezza nelle sue mille sfaccettature. La preparazione dell’evento è stata inoltre accompagnata da un percorso formativo di approfondimento pedagogico sull’associazione “bellezza e disabilità”. Tutte le fasi del percorso, sia operative che di riflessione, hanno sicuramente contribuito a creare da subito il clima di condivisione che costituisce uno degli obiettivi della Giornata».
La celebrazione internazionale di inizio dicembre affonda le sue radici a quasi mezzo secolo fa, quando nel 1976 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decise di proclamare il 1981 Anno internazionale delle persone disabili, invitando i Paesi membri a definire un piano d’azione focalizzato sulla parità di opportunità, la riabilitazione e la prevenzione delle disabilità e avviando un cammino il cui scopo era arrivare nel tempo alla piena partecipazione ed uguaglianza, intesa come il diritto delle persone con disabilità a partecipare pienamente alla vita e allo sviluppo della società.
Tutto ciò portò l’ONU a proclamare dal 1983 il “Decennio delle persone disabili delle Nazioni Unite”, a conclusione del quale, nel 1992, con una risoluzione adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è stata indetta la Giornata Internazionale delle persone con disabilità, recepita nell’anno successivo anche dall’Unione Europea. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, adottata nel 2006, ha ulteriormente migliorato i diritti e il benessere delle persone con disabilità nell’attuazione dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile del 2030. I diritti delle persone con disabilità e il dovere di non lasciare nessuno indietro sono evidenziati con l’obiettivo di rafforzare i servizi sanitari nazionali e migliorare quelle strutture che possano garantire l’accessibilità per tutte le persone.
«L’inclusione sociale delle persone con disabilità – si legge sul portale delle Nazioni Unite – è una condizione essenziale per sostenere i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, la pace e la sicurezza. L’impegno a garantire i diritti delle persone disabili non è solo una questione di giustizia, è un investimento in un futuro comune». Proprio per questo motivo, da un trentennio la data del 3 dicembre è divenuta un appuntamento di grande rilevanza sociale che si rivolge ad un pubblico ampio e variegato: non solo le persone con disabilità, ma anche le loro famiglie, gli operatori, i professionisti che operano nel sociale e la gente comune sensibile alle tematiche connesse alla disabilità.
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