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Iolanda che ha compiuto cent’anni “quasi quasi” trascorrerà il Natale in RSA. «Perché – confida alla figlia accorsa per la simpatica festicciola organizzata dagli operatori e dai volontari della struttura – qui mi trattano bene e non mi manca proprio nulla…».
C’erano figli, nipoti, responsabili del Centro, ospiti dei reparti, musicoterapisti ad allietare la mattinata e persino il sindaco di Varedo, Filippo Vergani, a congratularsi con la tenace centenaria per l’importante traguardo raggiunto.
«Passo dopo passo – ha scritto ancora la figlia nella lettera dedicata all’adorata mamma – sei arrivata fin qui. Certo non pensavamo di affrontare l’esperienza del ricovero in RSA, molto difficile per noi figli, ma che tu, nella tua concretezza, hai accettato. Infatti ti trovo serena e determinata ad affrontare i prossimi anni e per questo esprimo un grazie di cuore a tutto il personale di questo Centro della Fondazione Don Gnocchi che ti ha accolta e ti accudisce ogni giorno con cura ed attenzione».
Applausi, abbracci, commozione e la tradizionale candelina a riassumere il secolo di vita hanno colorato la festa che ha animato il Centro “Ronzoni Villa-Don Gnocchi” di Seregno, caratterizzato dalla presenza di una Residenza Sanitaria Assistenziale, dalla disponibilità di alloggi protetti per anziani e dal Servizio residenziale terapeutico-riabilitativo per minori affetti da patologie neuropsichiatriche. Alla struttura fa inoltre riferimento un Servizio di riabilitazione territoriale che coordina un'intensa attività ambulatoriale e domiciliare, orientata alla cura dei disturbi dello sviluppo dell’età evolutiva e al trattamento di menomazioni con perdita di funzionalità temporanea rivolto a soggetti di tutte le età, con disabilità permanenti o patologie croniche.
«Le animatrici mi hanno chiesto di raccontare un po’ di te, magari per capire il segreto della tua longevità – ha aggiunto la figlia -. Ho subito pensato a due parole che ti riassumono: determinazione e concretezza. Ti sei sempre dedicata con passione al ricamo, oggetto del tuo primo lavoro da ragazza, poi un modo per contribuire alle risorse della famiglia ed infine un passatempo negli anni più recenti in cui faticavi a camminare… Chi di noi non ha nel cassetto una tela ricamata da te? Sei anche riuscita a coronare il sogno di gestire una merceria e a Varedo molti ancora ricordano la tua competenza dietro quel banco. Anche in questi ultimi anni, contrassegnati dagli acciacchi dell’età, hai sempre guardato avanti con tenacia, felice di avere notizie di figli e nipoti, felicissima di vedere i tuoi ormai cinque pronipoti, molto contenta quando qualcuno ti veniva a trovare o ti mandava i suoi saluti e se poi ti raccontavo che qualcuno che conoscevi era venuto a mancare, con molto senso pratico non mancavi di commentare “Eh, lui sì che era vecchio…”».
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