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È una storia a lieto fine quella di Patrizia Blessent, 48 anni, comandante della Polizia municipale del Comune di Montanaro, centro di un migliaio di abitanti ai piedi del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Un grave malore, poi la lunga riabilitazione al Centro “S. Maria ai Colli - Presidio Sanitario Ausiliatrice” di Torino che le ha consentito, grazie a un complesso percorso di recupero durato 27 mesi, di tornare alla normale vita quotidiana. «Un lavoro straordinario, ottenuto grazie a un eccellente lavoro d’équipe», lo definisce oggi la dottoressa Claudia Fazio, responsabile del Servizio di psicologia per l’orientamento e l’accompagnamento professionale del Centro piemontese della Fondazione Don Gnocchi, che ha seguito passo passo l’intero cammino.
Patrizia Blessent il giorno del rientro al lavoro dopo mesi di ricovero e riabilitazione
Colpita da aneurisma mentre era al lavoro il 17 dicembre 2018, la donna è stata ricoverata al San Giovanni Bosco di Torino. Dapprima gli interventi e le cure per salvarle la vita, poi l’inizio di un lungo e faticoso percorso di riabilitazione, sostenuta dalla famiglia e dai numerosi amici e colleghi.
«I postumi dell’aneurisma - ricorda oggi Patrizia - mi hanno costretta al ricovero per oltre un anno: prima in ospedale e poi al Centro “Don Gnocchi” di Torino, dove logopedisti, fisioterapisti, terapisti occupazionali e psicologi mi hanno guidata con competenza e professionalità. Una volta dimessa, ho proseguito le terapie in ambulatorio: grazie all’accompagnamento professionale della dottoressa Fazio abbiamo da poco raggiunto insieme il traguardo del rientro al lavoro e non potrei esserne più felice».
Da alcune settimane Patrizia è tornata alla guida della Polizia municipale del Comune di Montanaro, dove opera da oltre vent’anni. Ad accoglierla, i colleghi, gli amministratori comunali e diversi cittadini che nel corso del tempo hanno imparato ad apprezzarne le doti umane e professionali.
«Il rientro al lavoro – aggiunge la comandante – è stato il frutto di percorso impegnativo: grazie agli operatori “Don Gnocchi” abbiamo individuato le mie capacità residue personali e socioprofessionali, gli ausili facilitanti l’autonomia, le aree da potenziare attraverso training mirati al reinserimento lavorativo e sono tuttora seguita per monitorare come si sta svolgendo il mio rientro al lavoro. Funzionale a questo scopo è stata la creazione di una rete di contatti coi terapisti del territorio, così da poter individuare tempi e strategie più idonee per un progetto di rientro fattibile e realistico. Coerentemente con quanto fatto dall’intera équipe riabilitativa, la dottoressa Fazio mi ha aiutata a individuare le strategie più funzionali per il superamento delle difficoltà che ho incontrato, e che talvolta tuttora incontro, sul luogo di lavoro. Da parte mia, sia nel percorso di accompagnamento professionale che nell’ambito delle altre terapie, ho sempre cercato di darmi piccoli obiettivi, man mano sempre più ambiziosi, e penso sia anche in virtù di questo modo di pensare che sono riuscita a raggiungere questi strepitosi traguardi. La strada sarà ancora lunga, ma la volontà e l’impegno non mi mancano!».
Il Centro "S. Maria ai Colli - Presidio Ausiliatrice" di Torino della Fondazione Don Gnocchi
Giorno dopo giorno, sono i risultati di questa costante volontà di recupero che stimolano Patrizia: «Sono molto orgogliosa di presentarmi con la divisa d’ordinanza alle sedute nell’ambulatorio della Fondazione di Torino e di raccontare agli altri pazienti come sta procedendo il mio rientro al lavoro. A supportare tutto questo, insieme alla “Don Gnocchi”, c’è l’affetto della mia famiglia: un marito e due figli che mi hanno sempre sostenuta durante tutto questo difficile percorso e che hanno fatto davvero la differenza».
Lo testimonia il messaggio di “bentornata” della figlia Chiara, di 11 anni: «Sei perfetta, non perché non fai errori, ma perché ne fai tanti e ne sei consapevole. Sei forte, non perché non cadi, ma perché ti rialzi più forte di prima! Dopo tutto quello che è successo, tu sei ancora qui, più forte. Stai tranquilla che passo dopo passo ce la farai!».
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