Allestimenti suggestivi, testimonianze di ragazzi e... (Leggi tutto)
L’Ufficio per il Servizio Civile Nazionale pubblicherà nelle prossime settimane il Bando 2020 per la selezione di giovani volontari, dai 18 ai 28 anni, da inserire in progetti in Italia e all’estero.
Anche per il prossimo anno la Fondazione Don Gnocchi, ente accreditato, ha presentato due progetti distinti per area di intervento: “Da vicino nessuno è normale” (ambito disabilità) e “Anziani, maestri di vita” (ambito anziani fragili). Se finanziati nel bando, i due progetti si svolgeranno nel corso del 2020 per 64 posti disponibili in alcune strutture "Don Gnocchi" di Lombardia, Marche, Lazio e Basilicata.
Sono invece tredici i giovani impegnati nei progetti di servizio civile proposti dalla Fondazione e avviati all’inizio dell’anno in cinque Centri “Don Gnocchi” di Lombardia e Marche. Il gruppo si è ritrovato a Milano a metà giugno, per una settimana di formazione. I ragazzi hanno risposto con impegno e partecipato con entusiasmo alle relazioni e ai lavori di gruppo proposti dai docenti che si sono alternati al loro fianco.
L'idea di iniziare il Servizio Civile Universale è nata principalmente da un desiderio personale di dedicare parte del mio tempo ad altre persone e un po’ è stata anche dettata da una forte curiosità: quella di conoscere meglio una realtà non molto estranea per me: quella della disabilità.
Sono stata selezionata e collocata al Centro “S. Maria Nascente” di Milano della Fondazione Don Gnocchi, la mia prima scelta. Nel mio reparto ci sono ragazzi che vivono lì, la Fondazione Don Gnocchi è la loro casa.
Quello che proviamo a fare è dare importanza ad ogni singolo minuto trascorso insieme, con attività creative, cantando e ascoltando musica, con il laboratorio di cucina, praticando sport e festeggiando i compleanni. Nel week end, invece, ci sono spesso attività ancora più divertenti come cinema, teatro, musical, eventi sportivi…
Quello che ho scoperto è che l’incapacità di parlare non significa non essere in grado di farsi capire: in questo ci riescono molto bene.
Grazie all'aiuto degli educatori Serena e Veronica, degli operatori e dei ragazzi stessi (in particolar modo Giordana, che mi racconta spesso molte cose dei suoi compagni) ho imparato a conoscere i ragazzi uno per uno, capendo i loro bisogni e le loro emozioni.
Condividendo cosi tanto tempo con loro, ridendo e vivendo, ho imparato ad ascoltarli cercando i loro sguardi pieni di parole. Sto imparando soprattutto a crescere come persona, ad essere più paziente e ad abbracciare con il cuore aperto qualsiasi loro manifestazione d’amore. Perché quello che non ci rendiamo conto è che si parla di persone in grado di amare.
E, sebbene molti apparentemente sembra non siano in grado di comunicare, nella realtà dei fatti lo fanno molto meglio delle persone cosiddette comuni. L'ondata di affetto che ricevo e da cui vengo pervasa ogni volta che entro nel mio reparto è qualcosa che non si può descrivere, ma che auguro a tutti di provare almeno una volta nella vita.
Spesso mi è stato chiesto perchè abbia scelto di svolgere il servizio civile e quali siano state le motivazioni che mi hanno spinto ad investire un anno del mio tempo in un progetto con gli anziani.
La mia motivazione è semplicemente il voler esserci, esserci in modo consapevole, esserci in relazione, esserci in termini di condivisione, esserci inteso come volontà di poter dare il proprio contributo per cercare di migliorare il tempo di persone fragili, esserci garantendo la mia presenza attiva.
In ogni percorso, in ogni nuovo inizio, siamo accompagnati dall'ansia di non saper fare, di non essere all'altezza, dalla paura di sbagliare, dal timore del giudizio di non aver fatto o di aver fatto male. Giunta ormai a metà del mio cammino, l'unica cosa che posso dire è di aprirsi, di aprirsi alle persone, di lasciarsi pervadere dalle emozioni, dai loro vissuti, dai loro stati d'animo... Non c'è un modo giusto o sbagliato di agire, bisogna semplicemente esserci.
Prima di questa esperienza - sto svolgendo il servizio civile accanto agli anziani dell’Istituto “Palazzolo-Don Gnocchi” di Milano - raramente mi sono interrogata sul reale e profondo valore del tempo e ancor di più, di come davvero valga la piena riempirlo. Ti rendi conto che ogni attimo, ogni momento, diventa quello giusto, giusto per un racconto, per un abbraccio, per un sorriso, per accogliere delle lacrime, ogni momento diventa quello giusto perchè sai che ancora c'è e puoi riempirlo di significato. Stando a contatto con persone che spesso non riescono più ad utilizzare la parola come mezzo di comunicazione, scopri che l'espressione di un bisogno può passare da una stretta di mano, da un sorriso, che la gratitudine e l'affetto possono essere trasmessi attraverso un abbraccio, scopri che gli occhi davvero riescono a comunicare e ad emozionare molto più delle parole.
Il servizio civile mi sta insegnando ad essere promotrice di ben altri valori, mi sta insegnando l'importanza della sensibilizzazione alla fragilità, alla responsabilità e soprattutto che l'attenzione è la forma più grande di rispetto.
Mahatma Gandhi diceva: «Chiunque abbia qualcosa che non usa, è un ladro». Doniamo i nostri sentimenti, le nostre emozioni, il nostro amore, il nostro tempo, facciamo in modo di non essere ladri di noi stessi, mettiamoci a disposizione dell'altro... trasformiamoci da “ladri” a paladini di giustizia.
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Servizio Volontariato – Servizio Civile Fondazione Don Gnocchi
Milano, piazzale Rodolfo Morandi 6 (zona piazza Cavour, MM Turati o Palestro).
ORARI: DA LUNEDI' A VENERDI', DALLE ORE ORE 9 ALLE 17.30.
Referente: Marina Simoncini.
Tel. 02 38264696 - email: serviziocivile@dongnocchi.it.
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