Allestimenti suggestivi, testimonianze di ragazzi e... (Leggi tutto)
Presiedendo nel santuario milanese di via Capecelatro la celebrazione eucaristica nella festa liturgica del beato don Carlo Gnocchi, a 15 anni dalla sua beatificazione, monsignor Giuseppe Vegezzi, vicario episcopale per la zona pastorale 1 della diocesi ambrosiana, ha ringraziato la Fondazione e ricordato la figura del suo fondatore.
La Messa è stata concelebrata da una decina di sacerdoti, fra cui presidente della Fondazione Don Gnocchi don Vincenzo Barbante, il presidente onorario monsignor Angelo Bazzari e il rettore del Santuario don Maurizio Rivolta.
Tra i fedeli presenti, anche il direttore generale della Fondazione Francesco Converti e il direttore scientifico Maria Cristina Messa, insieme a membri del Consiglio di Amministrazione, dirigenti, operatori, ospiti e familiari, rappresentanze dei Centri milanesi e lombardi della "Don Gnocchi", amici della Fondazione, autorità, ex-allievi, alpini, rappresentanti dell’Aido e di altre associazioni. Tra loro, anche i familiari e concittadini di Sperandio Aldeni, l’artigiano elettricista di Villa d’Adda protagonista del miracolo attribuito a don Gnocchi che ha sancito la sua beatificazione.
Nella sua omelia, il vicario episcopale ha rievocato la cerimonia di beatificazione di don Gnocchi di 15 anni fa in piazza Duomo a Milano, ricordando quanto detto nell’occasione da Papa Benedetto XVI e dall’allora arcivescovo, Cardinale Dionigi Tettamanzi: «Mi rallegro con l’intera Chiesa Ambrosiana - ha detto monsignor Vegezzi, rileggendo le parole di Papa Benedetto - e faccio mio il motto di questa beatificazione: “Accanto alla vita, sempre”!. Questo rendimento di grazie al Signore diventa per noi un richiamo particolarmente forte a riscoprire la fondamentale e comune vocazione alla santità: questo e non altro è il grande progetto di amore e di felicità che dall’eternità Dio ha stabilito per tutti e per ciascuno di noi: ci vuole santi, come Lui è santo! Beatificando don Carlo, la Chiesa ha dichiarato autorevolmente che il desiderio di farsi santo è stato il sentimento dominante nel suo cuore e insieme il principio fecondo della sua comunione d’amore con Dio e della sua infaticabile attività al servizio dell’uomo: una santità mistica e umanamente coraggiosa e missionaria, come ebbe modo di dire ai giovani nel suo ruolo di educatore».
Don Carlo inquieto cercatore di Dio e coraggioso cercatore dell’uomo. È nella ricerca del volto di Cristo impresso nel volto di ogni uomo che don Gnocchi ha consumato la sua vita: «Lo ha cercato in ogni soldato, in ogni alpino ferito o morente, in ogni bimbo violato dalla ferocia della guerra - ha continuato monsignor Vegezzi -, in ogni mutilatino vittima innocente dell’odio, in ogni frutto di violenza perpetrata sull’innocenza della donna, in ogni poliomielitico piegato nel corpo dal mistero stesso del dolore. Sta qui il segreto dell’__amore di don Carlo per l’uomo: la vivissima coscienza che nel cuore di ogni essere umano abita lo splendore del volto di Dio…__».
Il vicario ha evidenziato come egli fu in grado di operare una sintesi concreta di pensiero e di impresa, vivendo la sua vocazione come impegno leale nel modo, senza sminuire e anzi arricchendo il suo essere sacerdote: «Amiamo il nostro tempo, impegniamoci come lui nel nostro mondo, portiamo in tutti gli ambienti della nostra vita le speranze umane e la “speranza grande” che ci viene da Cristo, il vincitore della morte e di ogni male. Ritorna la questione iniziale: si tratta di dire “sì” con tutto il cuore al progetto di santità voluto da Dio per ciascuno di noi e di viverlo nella fiducia e nell’umile e generosa carità di ogni giorno. __Beato don Carlo, aiutaci a salvare il mondo con la carità!__».
La carità in azione è il frutto dei talenti del beato don Carlo Gnocchi, nella sua vita terrena troppo breve, di soli 54 anni non ancora compiuti (era nato il 25 ottobre nel 1902 e morì il 28 febbraio del 1956), talenti oggi rappresentati anzitutto dalla sua “baracca” che opera da oltre settant’anni.
Le spoglie di don Carlo Gnocchi sono oggi custodite nella chiesa sorta a fianco dell’IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano della Fondazione Don Gnocchi (via Capecelatro 66), luogo della celebrazione odierna, eretta dall’allora arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, a santuario diocesano. Il santuario e l’attiguo museo della memoria sono meta di migliaia di fedeli, provenienti dall’Italia e dal mondo e sono aperti tutti i giorni, dalle 9 alle 18.
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