Nomi noti e persone sconosciute. Racconti solenni ed... (Leggi tutto)
Rivolgo anzitutto uno speciale saluto alle migliaia di fedeli radunati a Milano, in piazza del Duomo, dove stamani è stata celebrata la liturgia di beatificazione del sacerdote don Carlo Gnocchi. Egli fu dapprima valido educatore di ragazzi e giovani. Nella seconda guerra mondiale divenne cappellano degli alpini, con i quali fece la tragica ritirata di Russia, scampando alla morte per miracolo.
Fu allora che progettò di dedicarsi interamente ad un’opera di carità.
Così, nella Milano in ricostruzione, don Gnocchi lavorò per “restaurare la persona umana” raccogliendo i ragazzi orfani e mutilati e offrendo loro assistenza e formazione. Diede tutto se stesso fino alla fine e morendo donò le cornee a due ragazzi ciechi. La sua opera ha continuato a svilupparsi ed oggi la Fondazione Don Gnocchi è all’avanguardia nella cura di persone di ogni età che necessitano di terapie riabilitative. Mentre saluto il Cardinale Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, e mi rallegro con l’intera Chiesa ambrosiana, faccio mio il motto di questa beatificazione: “Accanto alla vita, sempre”!