Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
È significativo il contributo della Fondazione Don Gnocchi al 46esimo congresso nazionale Simfer, in corso di svolgimento ad Ancona, sul tema “Centralità e opportunità della Riabilitazione nei sistemi sanitari. La sfida di una società che invecchia”.
«L’attenzione alle nuove tecnologie è inevitabile - spiega nella presentazione di lavori il presidente del congresso, Oriano Mercante - ma il taglio proposto è orientato alla gestione della cronicità, vera “emergenza” degli anni futuri in una società che invecchia sempre più. Se una persona con patologia cronica è per definizione una persona affetta da una malattia di lunga durata, tendenzialmente lunga quanto la vita del soggetto, è chiaro che la cronicità è destinata ad assorbire progressivamente sempre maggiori risorse economiche ma è anche l’oggetto di sempre maggiori ricerche che inevitabilmente svilupperanno, in una positiva ottimistica visione razionale, soluzioni tecnologiche sempre più avanzate ed efficaci. Accanto alla tecnologia non dimentichiamo però l’aspetto più umano della cronicità, declinato nella ricerca di soluzioni sociali per il miglioramento e ampliamento della capacità adattiva e della qualità della vita mirando al benessere bio-psico-sociale».
In questo contesto, il direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, Maria Chiara Carrozza, ha svolto una lettura sul tema “Robot Companions: vivere ed invecchiare con i robot”.
Tra i principali contributi “Don Gnocchi”, nelle varie sezioni del congresso (nella foto sopra, alcuni partecipanti ai lavori), si segnalano quelli di Renzo Andrich (“Misurare l’outcome delle tecnologie assistive: il modello SIVA della Fondazione Don Gnocchi”); di Irene Aprile (“Risultati di uno studio multicentrico sulla Riabilitazione Robotica dell’arto superiore nello stroke”); di Luca Padua, Isabella Imbimbo, Irene Aprile, Claudia Loreti, Daniele Coraci, Marco Germanotta, Claudia Santilli, Arianna Cruciani, Maria Chiara Carrozza (Robotic Rehabilitation Group Fondazione Don Gnocchi – “Il ruolo della riserva cognitiva nella scelta tra riabilitazione robotica o convenzionale dell’arto superiore nell’ictus: studio multicentrico della Fondazione Don Gnocchi”); di Francesca Cecchi, Manuela Diverio, Elena Corbella, Elisabetta Del Zotto, Federico Marrazzo, Gabriele Speranza, Maria Assunta Gabrielli, Claudio Macchi, Mauro Ricca, Irene Aprile (“Sviluppo di un protocollo condiviso di Fondazione Don Gnocchi per la Riabilitazione dello Stroke e sua implementazione in due strutture pilota”); di Francesca Cecchi, Silvia Galeri, Chiara Arienti, Alessandra Redolfi, Mauro Ricca, Maria Assunta Gabrielli, Stefano Negrini (“Knowledge Translation in PRM per l’applicazione delle revisioni Cochrane nella pratica clinica in riabilitazione: studio pilota su informazione del paziente e del caregiver nel post-stroke”); di Giuliana Poggianti, Annarita Cingolani, Stefano Pierani, Roberto Giretti (“Unità Speciale per Disabilità Gravi in Età Evolutiva: tra cronicità e criticità. L’esperienza marchigiana della Fondazione don Gnocchi"); di Biagio Campana, Alba Maria Delli Gatti, Aniello Laise, Giovanni Vastola (“Presa in carico precoce dei pazienti con GCA: valutazione del tasso di mortalità in lista d’attesa”); di Silvia Galeri, Mauro Ricca, Rossella Fazio, Emanuela Facchi, Marco Martinelli (“Multiresistenze e infezioni correlate alla pratica assistenziale in riabilitazione. Standardizzazione di buone prassi comportamentali approccio metodologico e ricadute organizzative”).
«Benché sia noto che la riabilitazione, con opportune azioni e modalità, si interessa dell’individuo nella sua globalità fisica, mentale, affettiva, comunicativa e relazionale fino a coinvolgere il contesto familiare, sociale, ed ambientale – conclude Mercante - meno scontata è la necessità che occorra individuare modelli e soluzioni organizzative adeguate a rendere praticabili tali enunciati. Per dirla con il Piano Nazionale della Cronicità 2016 occorre arrivare al “superamento dell’assistenza basata unicamente sulla erogazione di prestazioni, occasionale e frammentaria, e costruzione condivisa di percorsi integrati, personalizzati e dinamici” per arrivare magari, parafrasando Platone, al modello di una società ideale pensato per una totale accoglienza anche della cronicità e relative disabilità».
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