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C’è anche lui fra i cittadini che si sono particolarmente distinti nel servizio alla comunità durante l’emergenza Covid. Il dottor Mauro Mauri (nelle foto), attuale responsabile medico del Centro “S. Maria al Castello” di Pessano con Bornago (Mi), è stato insignito dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella dell’onorificenza di “Cavaliere al merito della Repubblica”.
«I riconoscimenti attribuiti ai singoli – è la motivazione del Quirinale - vogliono simbolicamente rappresentare l’impegno corale di tanti nostri concittadini nel nome della solidarietà e dei valori costituzionali».
L’onorificenza è stata consegnata al dottor Mauri dal prefetto di Milano, Renato Saccone, nel corso di una cerimonia che si è svolta nei giorni scorsi al Conservatorio “Giuseppe Verdi”.
Medico geriatra, il dottor Mauri ha lavorato per oltre vent’anni al__ Centro “Girola” di Milano, dove all’esplodere della pandemia era responsabile medico della __Residenza per Anziani. «L’onorificenza di Cavaliere – sottolinea oggi – non riguarda solo me come persona. È in realtà un riconoscimento all’impegno messo in campo da tutti gli operatori della Fondazione che si sono sacrificati senza risparmio per i nostri anziani, rischiando loro stessi la vita…».
Nella primavera dello scorso anno, durante la prima ondata dell’emergenza, Mauri e tanti altri medici e operatori “Don Gnocchi” si sono spesi fino all’estremo per garantire cure e assistenza a tutti i ricoverati.
Contagiato dal virus, il dottor Mauri è stato per lunghe settimane ricoverato in Rianimazione, in condizioni gravissime. Grazie alla forte fibra, tutto si è fortunatamente risolto bene e il medico è potuto tornare a casa, recuperando lentamente un’accettabile normalità e – soprattutto – riprendendo il proprio servizio accanto agli anziani ospiti delle RSA.
«Il mio cavalierato – ripete oggi – devo e voglio condividerlo con tutti quelli che si sono impegnati accanto a me. Tutti insieme ci siamo ritrovati in prima linea a contrastare un nemico subdolo e invisibile. È questo il modo migliore per rendere omaggio a coloro che non ce l’hanno fatta e per affrontare il futuro con rinnovata speranza...».
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