Allestimenti suggestivi, testimonianze di ragazzi e... (Leggi tutto)
UCRAINA, lunedì 13 giugno «Cari amici della Fondazione - questo il messaggio di Tetyana (nella foto sotto), responsabile della Casa della Misericordia, la struttura sostenuta dalla "Don Gnocchi" - posso inviarvi questo messaggio perchè è stata da poco ripristinata la connessione Internet, mentre ancora risuonano, incessantemente, le sirene. Siamo ancora in stato di shock. Nella notte tra sabato e domenica la nostra città per la prima volta è stata colpita da quattro missili, che hanno danneggiato alcuni edifici residenziali causando 22 feriti tra la popolazione civile. Tra di loro, purtroppo, ci sono anche dei bambini. I soccorsi sono stati tempestivi e tutti sono stati trasportati in ospedale. Grazie a Dio, siamo ancora tutti vivi.
Abbiamo trascorso la notte nascosti in rifugio, senz'acqua, luce e gas e senza poter comunicare con l’esterno. Per fortuna oggi i servizi sono stati ripristinati, ma la paura è stata ed è enorme. Non riesco nemmeno a spiegare che cosa significhi udire quei boati e ritrovarsi a proteggere con il proprio corpo un bambino terrorizzato, senza sapere che ne sarà di noi.
Ogni giorno ormai non sappiamo più cosa aspettarci. Per questo vi chiedo di continuare a pregare per noi, perché tutto questo finisca al più presto. Vi abbraccio!».
...
UCRAINA, venerdì 20 maggio «Cari amici della Fondazione, qui alla Casa della Misericordia ci sono sempre tante cose da fare e tante persone di cui prendersi cura. Come sapete la guerra continua in tutta la sua atrocità. Ma le persone e le famiglie fuggite hanno cominciato a tornare nei villaggi e nelle zone liberate, c’è ancora molta incertezza sul futuro però tanti, appena ne hanno avuto la possibilità, hanno scelto di fare ritorno per sapere che cosa ne è stato della loro casa, del loro paese, della loro vita. Anche dalla Casa della Misericordia alcuni sono partiti e in breve altre persone sfollate sono arrivate, in particolare dalle regioni orientali dell'Ucraina. Continuiamo ad accogliere stabilmente 160 persone tra bambini, madri, anziani.
Alcune madri con figli che avevamo evacuato in Polonia allo scoppio della guerra sono tornate alla Casa della Misericordia. Nonostante fossero state accolte e accudite con attenzione, con il passare delle settimane hanno sofferto sempre più la mancanza dei luoghi e delle persone con cui avevano trovato negli anni serenità e stabilità. Questa nostalgia si è trasformata in vera e propria depressione, perciò di comune accordo con la nostra operatrice che le aveva accompagnate abbiamo deciso di farle rientrare. La Casa della Misericordia per loro è a tutti gli effetti "casa".
Il nostro staff è costantemente al lavoro. Abbiamo riorganizzato un percorso di arteterapia per gli adolescenti e i ragazzi più grandi con il nostro specialista, mentre educatrici e psicologhe si occupano di due gruppi di bambini, molti dei quali con disabilità intellettive e autismo. Anche il personale amministrativo, oltre alle normali mansioni, si dedica con cura al supporto delle madri e degli adulti che vivono qui.
Le conseguenze della guerra sono evidenti nella nostra vita quotidiana: la benzina scarseggia e ha raggiunto prezzi altissimi e per questo limitiamo l’uso del nostro pullmino solo per le necessità più urgenti. L’afflusso degli aiuti umanitari è diminuito negli ultimi tempi e i prezzi dei beni di prima necessità sono tornati a salire. Grazie al vostro supporto, che in queste condizioni è diventato ancora più importante, riusciamo per fortuna a fare fronte ai bisogni di tante persone.
Ancora una volta vi ringraziamo tanto, di cuore, e vi chiediamo di continuare a pregare per noi».
UCRAINA, giovedì 28 aprile. «Cari amici della Fondazione, anche negli ultimi giorni hanno suonato le sirene e abbiamo sentito gli aerei sorvolarci, ma ci riteniamo fortunati visto quanto sta accadendo nel resto del Paese. Alla Casa della Misericordia ospitiamo anche persone che sono riuscite a fuggire da Mariupol: non possiamo fare altro che ringraziare Dio per essere ancora vivi e pregare per quanti sono rimasti lì, sotto assedio. Per chi è in difficoltà, le porte della Casa della Misericordia sono sempre aperte. In questo periodo ci sono 160 persone accolte, inoltre ogni giorno vengono ospitati per pranzo anche altri sfollati che hanno trovato rifugio nella nostra regione. Una volta a settimana siamo raggiunti da una clinica mobile di UNICEF: medici e sanitari svolgono visite, esami e fanno diagnosi alle tante persone che hanno bisogno di cure per i traumi fisici e psicologici subiti. Abbiamo ricostituito i gruppi diurni di bambini, ci sono minori con autismo arrivati da tante zone dell’Ucraina e che ora vivono nella nostra regione e poi ci sono i bambini che sono stati accolti alla Casa della Misericordia con le proprie madri. Grazie alla collaborazione con UNICEF, abbiamo avviato il programma “Bambini di guerra” che intende offrire alle nostre educatrici una formazione specifica per far fronte alle loro necessità. Continuiamo ad andare avanti. In questi mesi drammatici non ci siamo mai sentiti soli. Grazie per il continuo supporto materiale e morale, per noi siete più che amici o partner di progetto: siete famiglia!».
...
UCRAINA, giovedì 14 aprile. «Cari amici della Fondazione, purtroppo non vi porto buone notizie. Ieri abbiamo celebrato un altro funerale: una donna ospitata da noi con il figlio di 6 anni ha perso il marito, caduto al fronte nel Donbass, vicino a Donetsk. Visto che lì, a causa dei combattimenti, non era possibile dargli una degna sepoltura, la salma è stata trasportata da noi. Il vescovo ha celebrato la funzione nella nostra cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Quest’uomo si chiamava Ruslan, aveva 26 anni.
Tante persone sfollate e accolte da noi ci riferiscono quotidianamente notizie terribili dal Donbass, morti e violenze inenarrabili su civili inermi, donne e bambini. Di fronte a queste storie terribili non posso far altro che ascoltare, è sufficiente scambiarsi uno sguardo per comprendere il dolore e la sofferenza di queste persone. Cerco di restare in piedi, nonostante tutto. Qui possiamo offrire loro vitto, alloggio e una spalla su cui piangere. Oggi più di 150 persone vivono nella Casa della Misericordia: da noi trovano protezione e soprattutto un ambiente che li accoglie, come una famiglia, anche se si ritrovano a vivere che in dieci persone in una stanza. Siamo rimasti in contatto anche con le persone e le famiglie sfollate che sono solo transitate da noi per qualche giorno, prima di proseguire la propria fuga all’estero. Saperli al sicuro ci dà la forza di andare avanti.
In questa Settimana Santa vi chiedo di continuare a pregare per noi, di pregare il Signore perché vegli su tutte le persone innocenti che stanno soffrendo. Vi abbracciamo forte e vi ringraziamo ancora una volta, di cuore, per il vostro aiuto e il vostro appoggio».
...
UCRAINA, martedì 5 aprile. «Cari amici della Fondazione Don Gnocchi, desidero ringraziarvi di cuore, a nome di tutti noi e delle persone ospitate alla Casa della Misericordia. Oggi ci sono stati consegnati i farmaci, il materiale sanitario e i beni che ci avete inviato dall’Italia. Questo ci permetterà di continuare ad assistere le persone che qui stanno trovando rifugio e quelle che attendiamo ancora nei prossimi giorni. Gli arrivi delle persone sfollate non si fermano. Anche la nostra regione è stata attaccata, ci sono state esplosioni in città vicine e le sirene suonano incessantemente. Per tutte le persone che ci chiederanno aiuto faremo il possibile, abbiamo già cominciato a cercare altre sistemazioni in appartamenti privati, perché presto non avremo più spazio disponibile all’interno della Casa.
Sono giornate terribili. L’orrore di cui siamo testimoni ogni giorno è indescrivibile, non riusciamo a trovare parole adatte per le notizie e le immagini che arrivano da Bucha, Irpin, Mariupol. Lo vediamo riflesso nei volti delle persone che accogliamo e alle quali offriamo aiuto materiale e sostegno morale. Proprio come la Fondazione Don Gnocchi ha fatto e sta facendo con la Casa della Misericordia.
Vi chiediamo solo un’ultima cosa: non smettete di pregare per noi».
UCRAINA, giovedì 24 marzo. «Carissimi amici, sfrutto un momento in cui le sirene hanno smesso di suonare per aggiornarvi, dopo giorni di allarmi ininterrotti ed echi di aerei che ci sorvolano. Anche questo silenzio ci preoccupa molto, temiamo si stiano preparando nuovi attacchi. Siamo ancora vivi, grazie a Dio, nonostante tutto. Ora alla Casa della Misericordia ci sono 130 persone, mamme con bambini, donne incinte, anziani, invalidi in carrozzina, feriti. Ma nelle prossime ore e giorni attendiamo l’arrivo di un altro centinaio di bambini, che sono già stati evacuati o sono in attesa di farlo da Kiev. Di molti dei loro genitori si sono perse le tracce, probabilmente sono morti. Con l’aiuto del vescovo abbiamo allestito la cappella e il secondo piano, anche se già ora molti sono costretti a dormire nei corridoi. D’altra parte, come potremmo dire di no? Come potremmo non accoglierli? Hanno perso tutto. Non riesco a spiegare cosa provo quando arrivano queste persone bisognose, in particolare i bambini piccoli. Non so cosa dire loro, se non offrire un tetto, un letto, cibo. Conservo le lacrime nel mio cuore. Grazie infinite per il vostro aiuto, che ci permetterà di provvedere anche a loro. Speriamo e preghiamo perché questa strage di innocenti finisca presto».
...
UCRAINA, lunedì 21 marzo. «Cari amici italiani, le sirene risuonano giorno e notte, ormai viviamo in uno stato di costante apprensione e di allerta, siamo sempre pronti per l’allarme o l’evacuazione. Sappiamo purtroppo che sono state colpite anche strutture simili alla nostra e tanti bambini sono rimasti uccisi. C’è qualcosa, però, che ci dà la forza di andare avanti: oggi possiamo dire con sicurezza che “i nostri figli”, i bambini della Casa della Misericordia sono in un posto sicuro nonostante la guerra. Dormono sotto cieli sereni e sono affidati alla cura di persone responsabili in Italia, Polonia, Slovacchia, USA e Canada. Lo stesso per i bambini che accoglievamo in regime diurno e per le loro famiglie.
La nostra zona è tra le poche località che non hanno ancora subìto bombardamenti e per questo l’afflusso di persone sfollate qui cresce sempre più. Stiamo cercando di aumentare il numero di posti per accogliere altre persone. Oggi vivono alla Casa della Misericordia più di cento persone, tra loro ci sono donne, madri con figli piccoli - alcuni appena nati - anziani, invalidi. Alcuni si sono fermati solo pochi giorni e poi si sono spostati ancora più a ovest nella regione dei Carpazi, per altri svolgiamo ricerca di sistemazione e accoglienza in famiglie, altri ancora non hanno dove andare e restano da noi. Sono arrivate tante mamme con bambini, con gli occhi terrorizzati. Quando suona la sirena aspettano un bombardamento, lo hanno già vissuto sulla propria pelle quando stavano nascosti nei rifugi. Alcuni sono arrivati alla Casa della Misericordia dopo aver trascorso una settimana senza mangiare, bere e dormire. Chiedo loro come stanno e rispondono: “Qui abbiamo dormito la prima notte tranquilla da quando è cominciata la guerra”, e questo ci dà un po’ di conforto. Alcuni di loro, inoltre, danno una mano come volontari nella Casa della Misericordia a organizzare il lavoro.
Vi ringrazio di cuore, perché continuate a starci vicino e per il vostro aiuto, che è fondamentale per continuare ad accogliere e salvare altre persone. Vi abbraccio forte, non lasciateci soli!».
...
UCRAINA, martedì 15 marzo. «Cari amici, grazie ancora per la vostra vicinanza e il vostro sostegno. La situazione si fa sempre più preoccupante: i recenti attacchi anche nella parte occidentale del Paese ci fanno sentire in pericolo e ci hanno spinto ad accelerare l’evacuazione dalla Casa. Nello scorso fine settimana le ultime persone tra donne e bambini sono riuscite a raggiungere l’Italia, accompagnate da due responsabili della struttura. Lo stesso ministero degli Affari Sociali ucraino ha comunicato di aver evacuato duemila minori fragili da istituti e orfanotrofi pubblici. I cento posti letto allestiti per gli sfollati da altre zone del Paese bombardate (Kyiv, Bucha, Kharkiv, Donetsk) sono intanto già tutti occupati: stiamo accogliendo in coordinamento con il vescovo e la diocesi minori, donne sole, feriti, anziani, disabili… Parte del personale della Casa, a ranghi ridotti, è rimasto al lavoro per dare loro conforto e assistenza. Non sappiamo come faremo per gli approvvigionamenti e per la sicurezza di cose e persone, Dio ci aiuterà… Sappiamo che sono in partenza dall’Italia i kit di emergenza e primo soccorso che avevamo chiesto. Grazie di cuore. Per il resto confidiamo nella Provvidenza e nella vostra infinita generosità».
...
UCRAINA, martedì 8 marzo. «Qui alla Casa stiamo vivendo una situazione drammatica: i bambini hanno tanti bisogni ma c’è una parte del personale che non riesce a recarsi al lavoro perchè da giorni non c'è più benzina. Alcune donne, insieme ai loro figli, sono state evacuate in Polonia, grazie a un’organizzazione vicino a Varsavia che sta cercando di trovare la soluzione più idonea per ciascuno: si tratta di madri sole, molte con problemi psichiatrici o di alcolismo, alcune malate oncologiche con figli piccoli. Molti bambini che frequentavano il Centro solo di giorno, raccolti casa per casa dal nostro pulmino, hanno smesso di frequentarlo: il pulmino è fermo, con un pieno che deve servire per un’eventuale evacuazione in emergenza. I negozi e le farmacie sono chiusi o senza scorte. Ci servono medicine, sia quelle ordinarie, sia quelle per curare emergenze e ferite legate alla guerra. Sappiamo che in Fondazione vi state attivando per inviarci al più presto materiale vario. Grazie di cuore, restateci vicini...».
UCRAINA, lunedì 7 marzo. «Cari amici, la situazione in Ucraina si fa sempre più difficile e drammatica. Abbiamo notizie di continui bombardamenti, anche su ospedali dove sono ricoverati bambini ammalati… La gente è disperata e fugge: qui in Casa abbiamo predisposto un centinaio di posti per accogliere sfollati che fuggono da altre zone del Paese. Anche per loro serviranno i medicinali di cui abbiamo bisogno! È una situazione che sta logorando sempre più i nostri bambini e il personale che li assiste. Le psicologhe e le educatrici cercano di alleviare come possono le crisi ricorrenti… Le comunicazioni sono sempre più difficili, grazie per tutto quanto state facendo, pregate per noi e che Dio ci assista».
...
UCRAINA, giovedì 3 marzo. «Cari amici, sentiamo la vostra vicinanza e questo ci conforta. Abbiamo riorganizzato gli spazi della Casa così da essere pronti per scendere nel rifugio appena suonano le sirene antiaeree, come sta succedendo con sempre maggiore frequenza in questi giorni. Ma nel rifugio rete e telefoni non funzionano, così non riusciamo a darvi notizie come vorremmo… La nostra preoccupazione principale sono i bambini: è difficile gestire l’impatto che sirene, urla e questo continuo spostarci tra i piani hanno su minori con disabilità mentale e cognitiva o disturbi dello spettro acustico, spesso costretti a stare rifugiati per molte ore al giorno in ambienti affollati, sconosciuti, bui, accampati in una stanza. Preghiamo perché tutto possa finire presto…».
UCRAINA, martedì 1 marzo. «Dalla serata di ieri si sono ancora più intensificati gli allarmi antiaerei. Le sirene suonano ovunque, anche nelle più grandi città circostanti. Nella Casa viviamo praticamente accampati, tra il piano terra e il rifugio sotterraneo, con i materassi per terra, senza alcuna possibilità di comunicare. Preghiamo perché arrivi presto il cessate il fuoco. Pregate per noi…».
...
UCRAINA, domenica 27 febbraio (dal reportage di Avvenire).
«Le scorte di cibo e acqua scarseggiano, le medicine sono quasi finite, i negozi hanno chiuso o presentano già gli scaffali vuoti, come le farmacie, e non si trova più il carburante per mettere in moto il pullmino che trasporta i piccoli che usufruiscono dei servizi e degli ambulatori. I telefoni e la luce elettrica funzionano a intermittenza. Fa freddo e mancano le coperte. Nei ragazzi dominano incertezza e paura. Nella Casa ci sono anche neonati di tre mesi e una donna incinta con due altri figli piccoli e per la maggior parte i piccoli sono affetti da autismo, sindrome di Down, ritardi mentali e paralisi cerebrale. Ospitiamo anche orfani che ci danno un mano a tenere ordine negli ambienti e a coccolare i piccoli che ne hanno bisogno. La normale vita quotidiana, fatta di terapie, giochi, momenti di studio è stravolta. I bambini non capiscono più quando devono svegliarsi e alzarsi dal letto, la notte non riescono a dormire, non ne possono più di rimanere chiusi qua dentro e molti di loro cercano di guardare dalle finestre che cosa accade fuori, ma trovano le strade deserte... così la paura aumenta. Tutto è pronto per un'eventuale evacuazione. Preghiamo il nostro protettore, il beato don Carlo Gnocchi e un prete celebra la Messa. Anche il vescovo ci è vicino e ci conforta e la Caritas diocesana si è già mobilitata per gli aiuti che servono a fronteggiare l'emergenza, che temiamo durerà molto a lungo».
...
UCRAINA, venerdì 25 febbraio. «La notte è passata, siamo ancora vivi... All’interno della Casa sono rimaste tre persone dello staff, 30 minori residenti e 40 adulti con bambini. Chi abita nella campagne circostanti è impossibilitato a muoversi e resta in casa. La benzina è finita, le scorte d’acqua sono poche, i negozi chiusi o senza rifornimenti, code lunghissime alle farmacie. Son stati predisposti dei bunker sotterranei per rifugiarsi in caso di necessità. La rete internet funziona solo a intermittenza, le linee telefoniche per ora non sembrano dare problemi. Per tutta la notte sono risuonate le sirene...».
«Ci attende il peggiore dei periodi. Il vescovo e la diocesi ci stanno preparando all’accoglienza dei profughi e delle vittime di guerra, insieme con la Caritas locale. Dobbiamo farci trovare pronti, anche se già stavamo vivendo un momento di profonda crisi».
Tetyana Dubyna è la presidente del Centro di accoglienza per bambini disabili “Casa della Misericordia” - sostenuta dal 2018 dalla Fondazione Don Gnocchi nell’ambito dei progetti di solidarietà internazionale - che accoglie un centinaio di minori con disabilità prevalentemente intellettiva, sia in forma residenziale sia in trattamento ambulatoriale diurno. Oltre ad essere l’unica struttura nella regione per la presa in carico della disabilità in età evolutiva, la Casa è un centro di riferimento per una comunità piagata da alcolismo, violenza familiare e povertà estrema.
«Da alcuni mesi - prosegue Tetyana – viviamo una situazione di grande difficoltà per recrudescenze della pandemia da Covid che colpisce minori con disabilità e operatori, per l’inflazione impazzita e il rincaro dei prezzi dei beni di prima necessità, delle medicine e del gas per il riscaldamento. A causa dell’emergenza bellica, sono stati congelati e dirottati altrove i contributi pubblici dagli enti locali, di cui normalmente usufruiva la nostra struttura. Questa è la situazione che stanno vivendo da settimane i bambini con disabilità e le loro famiglie».
In un contesto già di assoluta precarietà, ecco l’irrompere del dramma della guerra. «Stiamo seguendo le notizie sull’evacuazione dalle grandi città, Kiev in particolare ma anche Leopoli – conclude la presidente -. L’aeroporto di Ivano-Frankivsk, a cento chilometri da Chortkiv, è stato bombardato. Non abbiamo notizie neanche su media locali di evacuazioni in zone rurali come la nostra, dove non dovrebbero esserci obiettivi sensibili, ma nulla ormai può essere escluso».
Il progetto della Fondazione è volto all’accompagnamento del Centro, per il miglioramento della presa in carico sanitario-riabilitativa degli utenti, della formazione del personale e della gestione organizzativa e amministrativa. I responsabili dell’ONG “Don Gnocchi” e della Fondazione seguono da vicino la situazione della “Casa della Misericordia” e hanno espresso solidarietà e vicinanza alla presidente, a tutti gli operatori alle famiglie dei bambini accolti.
«Quando dolore e sofferenza vengono inferti dagli uomini sugli uomini - sono parole di don Vincenzo Barbante, presidente della Fondazione - restiamo sgomenti: ci restano la preghiera e il desiderio di prossimità per chi è vittima. Con le parole del beato don Gnocchi chiediamo a Dio il dono della concordia e pace».
La Focsiv - Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario, della quale fa parte anche l’ONG “Don Gnocchi” – ha espresso forte preoccupazione per il nuovo imminente disastro umanitario, manifestando la propria solidarietà a tutto il popolo ucraino, alle famiglie e ai bambini che da stanotte sono piombati nel terrore. «La Focsiv e i suoi organismi soci chiedono di fermarsi immediatamente e di deporre le armi per evitare la guerra e l’ennesima devastante crisi umanitaria - si legge in una nota -. Accogliendo favorevolmente le dichiarazioni del Presidente della Ue e del Presidente del Consiglio italiano, chiedono a tutte le parti coinvolte di riprendere – nell’immediato e con maggiore determinazione – i lavori e le interlocuzioni per individuare una soluzione pacifica di questa crisi. È inaccettabile disperdere le nostre energie per una nuova guerra globale e non impiegarle invece per risolvere tutte le crisi umanitarie e sanitarie presenti oggi nel mondo, tutte le emergenze causate dalla pandemia e dai cambiamenti climatici che affliggono soprattutto i paesi del sud del mondo».
La stessa Focsiv invita ad aderire alla giornata di digiuno per la pace promossa da Papa Francesco in occasione del prossimo 2 marzo, mercoledì delle Ceneri.
Ufficio Stampa Fondazione Don Gnocchi
Milano, tel. 02 39703245 – 335 8498258
ufficiostampa@dongnocchi.it