Allestimenti suggestivi, testimonianze di ragazzi e... (Leggi tutto)
C’è un vecchio hangar militare, nella città di Chortkiv nel sud-ovest dell’Ucraina, che è diventato per tutti la “Casa della Misericordia” e per la Fondazione Don Gnocchi rappresenta dal 2018 uno dei centri d’intervento sulla mappa dei progetti di cooperazione internazionale portati avanti dalla sua ONG. Ospita oltre sessanta bambini con gravi disabilità e situazioni alle spalle di povertà ed emarginazione sociale. Altri trenta piccoli sono già passati da quel vecchio hangar e nel frattempo sono potuti tornare alle loro case, essere scolarizzati e uscire dall’emarginazione in cui erano nati. “Quando abbiamo dato vita a questo progetto non avevo nessuna idea di come saremmo riusciti a portarlo avanti. Mi sembrava immenso - ci racconta il Vescovo della Eparchia di Buchach. S.E. Dmytro (Bohdan) Hryhorak, in visita in questi giorni alla Fondazione Don Gnocchi a Milano - Oggi la Casa della Misericordia è una realtà ancora più grande di come ce l’eravamo immaginata”.
Come è nata la Casa della Misericordia?
Un giorno sono venuti a trovarmi genitori con bambini disabili. Avevano un problema e mi chiedevano aiuto. Per questi bambini non c’era nulla in quel momento. Misi subito a disposizione una stanza in Curia, ma presto fu chiaro che non era adatta. Abbiamo allora acquistato un appartamento grazie alla donazione di una benefattrice tedesca. Presto però anche l’appartamento divenne piccolo. Accanto alla Curia c’era un vecchio hangar militare. Avevamo chiesto da anni al Comune l’autorizzazione per rilevarlo, finché nel febbraio 2014, ai tempi delle rivolte di Maidan, un deputato mi chiamò per comunicarmi che avevano deciso di donarcelo. L’hangar non era ristrutturabile. Lo demolimmo e ricostruimmo da zero una nuova struttura, riuscendo a ricavarne quattro piani di 250 mq. ciascuno. Un lavoro che non sarebbe stato possibile senza l’aiuto della Conferenza Episcopale Italiana, della Caritas di Vienna e di altri donatori dalla Germania e dalla Francia. All’inizio ci sembrava uno spazio immenso, ma oggi già ci stiamo chiedendo come riuscire a ricavarne nuovi ambienti, perché i bisogni sono ulteriormente cresciuti.
Chi ospitate nella Casa della Misericordia?
Abbiamo bambini con disabilità, provenienti da famiglie povere, orfani che non hanno casa e nessuno che li può aiutare, donne con invalidità che hanno difficoltà ad accudire da sole i loro figli. A loro offriamo gratuitamente vitto, alloggio e le cure di riabilitazione di cui hanno bisogno. Abbiamo iniziato con l’assistenza diurna, ma in questo modo eravamo irraggiungibili per i bambini e le famiglie che vivono nelle zone rurali più lontane. Così abbiamo deciso successivamente di introdurre anche l’assistenza in forma residenziale.
Nel 2018 l’avvio della collaborazione con la Fondazione Don Gnocchi
Il supporto della Fondazione è fondamentale. Ci ha permesso innanzitutto di risolvere il problema che avevamo di diagnosi scorrette. Nella Casa della Misericordia ospitiamo bambini con sindrome di Down, paralisi cerebrali infantili, autismo, ritardi mentali e dello sviluppo. Grazie a diagnosi corrette e al lavoro di affiancamento fatto dai vostri specialisti con i nostri, i percorsi di riabilitazione hanno dato i loro frutti. Oggi siamo arrivati ad avere cinque bambini pronti per essere inclusi a scuola, e trenta sono tornati a vivere in famiglia. Sono risultati importanti, che danno senso a tutte le fatiche affrontate insieme.
Con quali specialisti realizzate questi percorsi di riabilitazione infantile?
All’inizio lavoravamo con psicologi ed educatori per supportare i bambini nello sviluppo del linguaggio e nella socializzazione. Poi si sono aggiunti fisioterapisti. Svolgono un lavoro difficile sia sul piano professionale che psicologico. Per noi quindi è molto importante trovare persone che non abbiano solo competenze, ma anche il cuore per prendersi cura di questi bambini. La Fondazione Don Gnocchi ci offre un aiuto importante anche nel garantire loro una remunerazione e permetterci quindi di contare su una squadra stabile di operatori.
Un ricordo particolare del cammino compiuto fin qui dalla Casa della Misericordia?
Un bambino arrivato quando aveva poco più di un anno. Non muoveva nessuna parte del corpo, aveva lo sguardo sempre fisso e non parlava. Fu proprio un medico della Fondazione Don Gnocchi, Marina Rodocanachi, a formulare la diagnosi e a pianificare con i nostri operatori il piano riabilitativo. Improvvisamente un giorno, mentre mostravo la Casa della Misericordia a dei visitatori, lo trovammo nella sua stanza che camminava. Fu un momento di forte emozione. Successivamente, durante una visita ufficiale di funzionari del Comune, ha recitato anche una poesia davanti a tutti. I funzionari erano sbalorditi: “Ma non è il bambino che un mese fa neppure parlava?!”. Ma alla Casa della Misericordia noi sappiamo che il Signore guarisce, le persone operano con il cuore e la Fondazione Don Gnocchi viene ad aiutarci.
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