REHABILITATION CENTER FOR CHILDREN WITH COGNITIVE AND/OR... (Leggi tutto)
Questi i Paesi nei quali la Fondazione Don Gnocchi ha avviato, in collaborazione con vari partner locali e internazionali, specifici progetti di cooperazione internazionale ormai conclusi.
Consolidamento di un servizio di riabilitazione presso l'Ospedale di Ngozi e formazione del personale locale
Progetto cofinanziato da fondi propri e oblazioni
Partner locale: Ospedale di Ngozi
Collaborazioni:
Grazie all’apporto della Fondazione Don Gnocchi, nel 2012 è stato inaugurato un servizio di riabilitazione che fornisce una media di 400 prestazioni al mese. Sono, inoltre, state avviate sessioni formative indirizzate ai medici ed infermieri, che hanno permesso all’ospedale di promuovere concetti riabilitativi trasversali ed avviare un meccanismo strutturato di riferimento per i pazienti al servizio riabilitativo. Sono state quindi avviate sinergie con altri ospedali della zona, che inviano i pazienti a Ngozi per la presa in carico post-operatoria e post-traumatica. Nella seconda metà del 2018, grazie al supporto finanziario, logistico e gestionale di Fondazione, è stata avviata la costruzione di un nuovo reparto dell’Ospedale di Ngozi dedicato alla degenza riabilitativa. Il reparto è stato inaugurato nel Gennaio 2019 ed è oggi pienamente operativo.
L'azione si è inserita all'interno di un contesto dove i servizi sanitari non riescono a rispondere alle esigenze riabilitative della popolazione per scarsità di figure professionali preparate. Basso infatti è il numero di scuole e università destinate alla formazione in Fisioterapia, disciplina che non era ancora riconosciuta a pieno titolo nel Paese. Anche grazie al nostro lavoro,la Fisioterapia è stata ufficialmente riconosciuta come professione sanitaria nell’Ottobre 2017 dal locale Ministero della Salute.
Il progetto intendeva rispondere ai bisogni riabilitativi della popolazione della Regione di Ngozi, agendo su due diverse aree di intervento: consolidamento di un servizio di fisioterapia presso l’ospedale distrettuale di Ngozi e formazione dei professionisti inseriti nel servizio di riabilitazione dell’ospedale per migliorarne le competenze e sensibilizzazione a tutto il personale dell’ospedale sui benefici della riabilitazione.
Accompagnamento gestionale e upgrade al Centro di Chirurgia Ortopedica Pediatrica e Riabilitazione “S. Maria di Rilima”
Progetto cofinanziato da fondi propri e oblazioni.
Partner locale: Centro di Chirurgia Ortopedica Pediatrica e Riabilitazione “S. Maria di Rilima”, dell'Arcidiocesi di Kigali
Collaborazioni:
La Fondazione Don Gnocchi è stata presente in Rwanda dal 2004 nel Centro “S. Maria di Rilima”, dapprima con un progetto di formazione al personale locale, in particolare sulle tematiche e pratiche della riabilitazione, in seguito per un accompagnamento complessivo alla crescita del Centro al fine di raggiungere l'eccellenza nella pratica riabilitativa e il riconoscimento ufficiale da parte del ministero della Salute rwandese (ottenuto a fine 2012).
In Rwanda Fondazione Don Carlo Gnocchi si è trovata ad operare in un contesto complesso e difficile. In seguito al terribile genocidio di metà Anni ’90 e al faticoso processo di pacificazione interna, il Paese ha conosciuto un intenso sviluppo economico, che non ha però eliminato le sacche di povertà e gli evidenti squilibri sociali, come nel caso della prefettura di Bugesera, a Nord di Kigali, dove la Fondazione conduce da anni progetti di cooperazione internazionale.
Il Centro Santa Maria di Rilima si inserisce nel contesto dell'ancora povera prefettura di Bugesera, nel nord del Paese, e in un settore di attività, quello sanitario-riabilitativo, ancora poco sviluppato.
Il progetto consisteva nell'accompagnamento da parte della Fondazione Don Gnocchi alla gestione del Centro sia dal punto di vista organizzativo-amministrativo che come supervisione delle varie attività svolte all’interno, con attenzione particolare alla formazione del personale.
Tre gli ambiti di intervento:servizio di chirurgia ortopedica pediatrica e riabilitazione;riabilitazione fisica, sociale e professionale di minori disabili;avvio di processi per la presa in carico del paziente minore con patologie neurologiche.
Beneficiari del progetto: il personale e tutti i pazienti del Centro “S. Maria di Rilima”, oltre che la popolazione del distretto di Kigali.
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nEURO cycle: linee guida, strumenti e processi per la presa in carico globale del bambino con patologie neurologiche in Rwanda. *
Progetto cofinanziato dal *ministero degli Affari Esteri (Italia)**
Partner locale: Centro di Chirurgia Ortopedica Pediatrica e Riabilitazione “S. Maria di Rilima”, dell'Arcidiocesi di Kigali
Collaborazioni:
Il Centro “S. Maria di Rilima” ha registrato un aumento del numero di pazienti affetti da patologie neurologiche. Questa situazione ha spinto il Centro e i partner a studiare la fattibilità di un progetto pilota dedicato a questa tipologia di pazienti, in tenera età, al fine di contribuire a migliorare l'assistenza sia dal punto di vista sanitario che di inclusione sociale. I buoni risultati ottenuti potranno essere replicati nel resto del paese, come modello di buone prassi.
Il progetto consisteva nella creazione di un percorso strutturato per la presa in carico globale del bambino con patologie neurologiche, la formazione del personale dedicato all’assistenza e attività di sensibilizzazione delle famiglie e della comunità, nonché la creazione di un network specifico.
Tre gli ambiti di intervento:riabilitazione fisica e sociale di minori con disabilità neurologiche; creazione di linee guida, strumenti e processi per la presa in carico globale;sensibilizzazione, comunicazione, formazione, trasferimento del modello clinico e creazione di un network specifico.
I beneficiari del progetto: i piccoli pazienti, le famiglie e gli operatori socio-sanitari del Centro “S. Maria di Rilima” e del distretto di Bugesera; le organizzazioni membri della rete locale; la popolazione del distretto di Bugesera; altre istituzioni pubbliche e private attive in Rwanda che operano nel campo della disabilità, tra cui le varie Organizzazione Non Governative, nazionali e internazionali.
A causa delle carenze nel servizio da parte di professionisti poco specializzati, soprattutto nell'ambito delle disabilità dell'età evolutiva, nel 1999 l’Associazione Roberto Bazzoni Onlus ha affidato alla Fondazione Don Gnocchi la realizzazione di un progetto (in collaborazione con Handikos, Organizzazione Non Governativa locale) di formazione per operatori locali del settore riabilitativo, della durata di un anno, da realizzarsi, in epoca immediatamente successiva alla cessazione del conflitto (2001-2002), in dieci Centri periferici delle province del Kosovo.
La Fondazione Don Gnocchi ha realizzato per l'Holy Spirit Hospital la nuova ala dedicata alla chirurgia ricostruttiva e alla riabilitazione e ne ha accompagno l'avvio delle attività con l'allestimento della sala operatoria, della palestra e delle stanze di visita e degenza. Sono state avviate inoltre attività di formazione rivolte al personale locale.
Il progetto è stato cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri, Regione Lombardia e Compagnia S.Paolo Partner locale: Holy Spirit Hospital della Diocesi di Makeni.
Collaborazioni: Resurge Africa (Scozia), Reinbow 4 Africa (Italia), British Society for Surgery of the Hand (Inghilterra)
Un secondo progetto di cooperazione internazionale (Promozione Donna, cofinanziato dalla Fondazione Cariplo, in collaborazione con Caritas di Makeni e partner Mine Action Italy). si è proposto di facilitare la ripresa di attività artigianali attraverso la creazione di una cooperativa sociale destinata all’impiego di donne in particolare vittime di violenza e mutilazioni.
Al fine di promuovere una maggiore presa di coscienza sulla disabilità, il progetto della Fondazione Don Gnocchi (collaborazioni: SEDEC-Caritas Sri Lanka, JANASAVIYA SEDEC-Caritas Chilaw e Caritas Italiana) si è inserito nel consolidato programma di animazione che la Caritas realizza a livello nazionale, rafforzandone le competenze nello specifico ambito della disabilità.
La vastità del territorio e la precarietà delle vie di comunicazione, rendono difficile l'accesso agli unici due ospedali in cui viene praticata la medicina occidentale. Il Governo locale ha progressivamente sostenuto la reintroduzione e lo sviluppo della medicina tradizionale tibetana. La necessità di integrare, attraverso specifici processi di formazione in loco, la medicina tradizionale orientale con le pratiche della medicina occidentale, ha portato la Fondazione Don Gnocchi in quest'area del Paese, sviluppando un progetto di formazione tecnico-professionale in ambito sanitario-riabilitativo ai monaci tibetani, secondo le pratiche della medicina occidentale (Progetto realizzato con il contributo di Regione Lombardia; controparte giuridica ed operativa: Governo locale, regione autonoma del Tibet, Shigatse district health authority, Shigatse district local goverment, Tashi Lhumpo monastery clinic, Authority of Tashi Lhumpo monastery).
L’attività si è svolta all'interno di un contesto di instabilità economica e politica che, unita ad un'offerta formativa per giovani disabili non rispondente alle esigenze del mercato del lavoro, ne determina l'esclusione sociale. Tale condizione è ulteriormente acuita dalla cronicizzazione di una disoccupazione giovanile che da anni immobilizza il paese.
Il progetto (cofinanziato dal ministero degli Affari Esteri, in collaborazione con Ministère des Affaires Sociales Rèpublique Tunisienne, CONFORM, Centre de Rèadaptation des Handicapès Moteurs et Accidentès de la Vie, Association de Sauvegarde des Handicapès Moteurs, Association d'Assistance aux Grands Handicapès á Domicile, Clinica Omar, Camere di Commercio Italo-Libica, Tunisino-Libica, Italo-Tunisina e la Camera per lo Sviluppo delle Relazioni Euro-Maghrebine, Universitá degli Studi di Modena e Reggio Emilia e partner locale Institut de Promotion des Handicapès (ISES) e Confederazione di imprese CONECT) ha risposto all'esigenza di interventi formativi orientati all'inserimento sociale e professionale di giovani libici (rifugiati e residenti in Tunisia) e tunisini che hanno acquisito una disabilità a seguito degli eventi bellici della primavera araba, attraverso attività di formazione ai formatori, al fine di trasmettere loro competenze e conoscenze necessarie per approcciarsi ai giovani ragazzi disabili.