Allestimenti suggestivi, testimonianze di ragazzi e... (Leggi tutto)
Mezzi di mobilità, certo. Ma anche e soprattutto strumenti capaci di regalare un sorriso a otto bambini e ragazzi con disabilità e una speranza concreta per il loro futuro. Il tutto nel contesto del progetto di solidarietà internazionale realizzato dalla Fondazione Don Gnocchi Ong nello stato asiatico del Myanmar (ex-Birmania).
«Nei giorni scorsi – spiegano i responsabili del Servizio Solidarietà e Relazioni Internazionali della Fondazione Don Gnocchi – abbiamo completato la consegna di otto nuove carrozzine pediatriche che sono state messe a disposizione di altrettanti bambini e ragazzi con disabilità residenti nella periferia della capitale Yangon, regalando loro non solo un mezzo di mobilità, ma anche una nuova opportunità di indipendenza e partecipazione attiva. Grazie alle carrozzine donate da “Wheelchair for Kids”, questi bambini e giovani tra i 6 e i 16 anni di età potranno d’ora in poi muoversi con maggiore facilità, esplorare il mondo intorno a loro e vivere la propria vita al massimo delle loro capacità. Un enorme grazie va a tutti coloro che hanno reso possibile questo momento speciale».
Grazie alla generosità e alla preparazione tecnica dell’associazione “Burma Children’s Medical Fund (BCMF)”, che è il partner ufficiale di “Wheelchair for Kids” in Myanmar, gli operatori del programma “I C.A.R.E.” (Inclusive Communities Advocating for the Rights of rehabilitation and Education of people with disabilities), che la Fondazione Don Gnocchi sta sviluppando in collaborazione con la Fondazione “New Humanity International”, hanno potuto adattare questi nuovi ausili alle esigenze dei piccoli beneficiari del programma riuscendo così a sopperire, almeno questa volta, alla mancanza di carrozzine pediatriche in loco.
Il programma “I C.A.R.E.” è sostenuto dalla stessa Fondazione e dallo scorso dicembre è parzialmente finanziato anche da Unicef. Il suo obiettivo è il rafforzamento dell’assistenza sociale, dei servizi sanitari e riabilitativi, dell’educazione e dell’inclusione sociale dei minori con disabilità e delle loro famiglie secondo l’approccio di Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria (SIBC). L’intervento prevede una serie di attività rivolte ai minori con disabilità, tra cui la riabilitazione individuale nel contesto domiciliare e nei centri sostenuti dal programma, attività riabilitative di gruppo nei centri sostenuti dal programma, valutazione e distribuzione di ausili, distribuzione di kit igienico sanitari e nutrizionali, supporto economico per minori con disabilità che necessitano di cure ed esami specialistici, attività di sensibilizzazione su disabilità e tematiche correlate alla cura delle persone con disabilità per genitori, tutori e membri della comunità e formazione di personale locale, dei centri di programma e di altre associazioni e ONG locali.
I destinatari del progetto sono persone con disabilità e i loro familiari residenti nelle aree rurali di Taunggyi e Keng Tung e nell’area suburbana di Yangon (Dala, Insein, Hlaingthayar), persone con disabilità ospitate presso il “Disabled Care Centre” di Yangon, l'“Holy Infant Jesus Seminary” di Taunggyi, il “St. Mary” a Keng Tung. È inoltre previsto il supporto al personale medico, riabilitativo e socio-educativo di altre ONG e associazioni locali e di strutture sanitarie locali coinvolte nel programma.
Per la Fondazione Don Gnocchi il Myanmar rappresenta una sfida abbastanza recente sul versante della solidarietà internazionale, visto che opera in quel contesto solo dal 2019, in collaborazione con la Fondazione “New Humanity International”. L’operatività vera e propria ha avuto inizio nel 2020, con tutto il corollario della pandemia Covid e delle successive difficili vicende politiche derivanti dal fatto che nel 2021 un colpo di Stato ha riportato il Myanmar sotto il governo militare, ponendo fine alla transizione democratica avviata nel 2015 e riaprendo il baratro di un regime marziale che aveva guidato il paese nei decenni precedenti e che ha purtroppo dato il via a una nuova guerra civile.
Questa situazione di insicurezza sta impattando in modo negativo su un Paese già fortemente segnato da vaste zone di arretratezza e da forti diseguaglianze socio-economiche. Attualmente, il Myanmar si trova, infatti, al 149° posto nella classifica dell’Indice di Sviluppo Umano (ISU) stilata dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP, 2021).
La situazione sanitaria del Myanmar è da tempo critica e si è ulteriormente aggravata con la pandemia e con il colpo di Stato. Una larga parte degli operatori del settore sanitario ha infatti aderito al movimento di protesta contro il governo militare abbandonando gli ospedali e i servizi pubblici e limitando, quindi, l’accessibilità alla sanità.
Per quanto riguarda la disabilità, nello specifico, il tasso di prevalenza in Myanmar si attesta al 13 per cento: ciò significa che quasi 5,9 milioni di persone hanno almeno una disabilità (MIMU, 2021). Ciononostante, le competenze professionali di gestione e cura della disabilità sono ampiamente carenti e risulta che ci siano solo un centro specializzato pubblico nel Paese ed un corso di laurea in Fisioterapia in due Università (Yangon e Mandalay). Infine, non esistono discipline specialistiche quali terapia occupazionale, logopedia, educazione speciale, così come mancano competenze sulle disabilità intellettive, in particolare per quanto riguarda l’autismo.
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