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Cinzia Carniglia è una logopedista in forza al Centro “S. Maria alle Fonti” di Salice Terme (Pavia), che ha vissuto un’intensa ed emozionante esperienza umana e professionale in Bolivia, dove ha offerto il proprio supporto nell’ambito del progetto di solidarietà internazionale “Incredibili - INClusione e REsilienza delle persone con DIsaBILItà”, promosso nel Paese sudamericano dalla Fondazione Don Gnocchi insieme ad altri partners, tra cui l’associazione locale "Tukuy Pacha", con la quale la Fondazione collabora da dieci anni e cofinanziato dall’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo.
«È stata un’esperienza di condivisione davvero bella e qualificante - commenta la logopedista -. La presenza delle professioni di aiuto, come quelle di noi logopedisti, in un contesto difficile come quello boliviano è un impegno importante. Riconoscere e rispettare le esigenze e le caratteristiche del Paese ospitante risulta fondamentale per poter costruire legami e creare fiducia nelle collaborazioni. E in questo sono stati molto bravi Silvia e Roberto, che rappresentano la Fondazione in terra boliviana da diversi anni offendo professionalità e passione al progetto. Mi hanno accolto e offerto e una straordinaria collaborazione, rendendo la mia permanenza molto agevole: discreti, ma sempre presenti e disponibili sia in orario di servizio che oltre, per condividere insieme ad un buon “refresco” le impressioni delle singole giornate, le esperienze via via trascorse e le aspirazioni per i passi successivi».
Il progetto “Incredibili” ha avuto inizio nel 2022, grazie al sostegno dell’AICS - Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il contesto è appunto quello della Bolivia, una realtà nella quale la Fondazione Don Gnocchi è presente dal lontano 2013, grazie a una serie di interventi di inclusione sociale delle persone con disabilità nella comunità del Dipartimento di Cochabamba. Il progetto punta in particolare a promuovere l’inclusione sociale e lavorativa sancita dalla Convenzione dei diritti delle persone con disabilità, ratificata dalla Bolivia nel 2009, con obiettivo di supportare nel percorso riabilitativo giovani con disabilità lieve e moderata per una partecipazione reale nella comunità lavorativa, permettendo loro di essere una fonte di sostentamento per sé stessi e per la famiglia.
«La vita “sul campo” - aggiunge Cinzia - l’ho condivisa con i promotori della salute presenti in quel contesto e ha messo anzitutto in evidenza la forza, la versatilità e la dedizione con cui ogni giorno gli operatori si impegnano in condizioni di lavoro davvero critiche. Per me, che ho si molti anni di lavoro alle spalle, ma “comodi” e non paragonabili al contesto boliviano, ogni esperienza fatta a casa dei beneficiari del progetto è stata fondamentale per poter condividere con gli operatori modalità “alternative” di stimolazione, potenziamento e abilitazione delle competenze emergenti o residue, in un ventaglio di disabilità e di condizioni di vita e resilienza davvero molto ampio».
Particolarmente emozionante è stato il contatto con le famiglie che rientrano nel progetto curato dalla Fondazione Don Gnocchi: «Queste famiglie si affidano a noi. Sanno di poter contare - a volte anche solo per due volte al mese, per un’ora di visita - su di una realtà che li ha a cuore sempre e su operatori che accolgono e non sono mai paghi di tutti i progressi che i loro assistiti fanno nel tempo, perché ne vorrebbero per loro sempre di maggiori e di migliori. Ogni esperienza non è mai univoca: io personalmente mi sono portata a casa dalla Bolivia il rinnovato voto di don Carlo Gnocchi “Accanto alla vita, sempre”, sintetizzato nell’operato dei promotori, con cui ho condiviso le mie osservazioni spontanee ed espresse con il cuore mentre li vedevo lavorare, come un piccolo seme, per costruire percorsi di crescita sempre più mirati ed efficaci. Ai colleghi coinvolti in queste esperienze consiglio di non aver paura e di non farsi frenare dai troppi vincoli che molto spesso ci imponiamo per mantenere una sorta di “controllo sulla nostra vita”. È invece utile mettersi in discussione, soprattutto in un ambito come quello boliviano, che ridà un senso ai valori fondamentali dell’esistenza umana e ci fa ritrovare il centro di noi stessi, analogamente a quanto mi hanno via via evidenziato le persone speciali che ho avuto la fortuna di incontrare in quei luoghi».
E proprio con l’intento di inserire 4 operatori volontari nel contesto boliviano è attualmente aperta la possibilità di aderire al progetto di solidarietà all’estero proposto dalla Fondazione Don Gnocchi “Caschi bianchi per l’inclusione di persone con disabilità-Bolivia”.
Analogamente ai progetti previsti in Italia, anche gli aspiranti operatori volontari in Bolivia dovranno presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on line (DOL) all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it. L’impegno per i giovani all’estero si articolerà sempre in 25 ore settimanali, per un anno a partire dal mese di giugno 2025, con un compenso di 507.30 euro mensili. Le domande di partecipazione devono essere presentate entro le ore 14 del 18 febbraio 2025.
I giovani che affronteranno questa esperienza nella città boliviana di Cochabamba affiancheranno i professionisti offrendo il loro tempo al servizio delle persone fragili. Percorsi formativi specifici saranno un valido supporto alle attività del progetto.
Informazioni e schede dei singoli progetti sono sul sito www.dongnocchi.it.
Per ulteriori informazioni, è possibile rivolgersi al Servizio Volontariato e Servizio civile della Fondazione Don Gnocchi (tel. 02 39703381 - 02 39703589,
email: volontariatoeserviziocivile@dongnocchi.it).
Ufficio Stampa Fondazione Don Gnocchi
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