Allestimenti suggestivi, testimonianze di ragazzi e... (Leggi tutto)
Succede che attività concepite a favore di persone con patologie invalidanti abbiano applicazione anche al di fuori del proprio campo d’azione. Come è vero il contrario: tecnologie pensate per determinati usi trovano a volte spazio per migliorare la vita di persone con disabilità. È uno degli effetti della ricerca traslazionale, che ha l’obiettivo di rendere applicabili in clinica modelli teorici validati su base sperimentale.
Ne è un esempio l’attività del Servizio di Analisi del Movimento del Centro IRCCS “Don Gnocchi” di Firenze, che ha visto utilizzate in ambito sportivo metodiche pensate per studiare in riabilitazione il cammino di persone con disturbi neuromotori.
«Abbiamo già lavorato a due progetti di ricerca - spiega Laura Simoni, ricercatrice e dottoranda all'Università di Verona in Neuroscienze, scienze psicologiche e psichiatriche e scienze del movimento, che collabora con la Fondazione Don Gnocchi insieme a Guido Pasquini, fisioterapista, ricercatore presso il Centro di Firenze e membro del consiglio direttivo della SIAMOC (Società Italiana di Analisi del Movimento in Clinica) -: il primo, già chiuso, era focalizzato sull’analisi della corsa per valutare fattori predittivi di infortunio nei runners, sia amatoriali che professionisti; l’altro, ancora in corso, analizza e misura il consumo energetico nella corsa, valutando così i livelli di allenamento degli atleti».
Dalla ricerca all’applicazione sul campo, il passo è stato breve, tanto che diversi atleti si sono avvalsi dei test messi a punto dagli operatori di Firenze che, a differenza di altre metodiche utilizzate in Toscana per valutare il gesto sportivo, hanno il vantaggio di utilizzare strumentazione e protocolli validati e riconosciuti a livello di letteratura scientifica: studio del movimento della corsa sul tapis roulant, analisi del dispendio energetico attraverso la misura degli scambi gassosi (la quantità di ossigeno inspirata, rispetto all’anidride carbonica emessa) e la misura della quantità di acido lattico prodotta sotto sforzo, attraverso l’analisi del sangue capillare. Indici utili agli atleti e ai preparatori per capire l’intensità della fatica, l’efficacia del gesto atletico e lo stato di forma degli atleti.
Eduardo Espuna, preparatore, personal trainer e allenatore del Cus Pro Patria Milano Triathlon, da un anno si avvale dei test eseguiti al Centro “Don Gnocchi” di Firenze per migliorare le performance dei suoi ragazzi: «In Fondazione – spiega - ho trovato qualità eccellente e sistemi di valutazione all’avanguardia, oltre a collaboratori preparati ed esperti in materia».
Il vantaggio di questi test è la valutazione della risposta fisiologica dell’organismo ai livelli di corsa o pedalata, così da quantificare i volumi e l’intensità dell’allenamento in relazione all’obiettivo dell’atleta.
Tra questi anche Marta Bernardi, due volte campionessa italiana di duathlon classico e di triathlon medio, con partecipazioni a campionati europei e piazzamenti in gare internazionali di lunga distanza e Miguel Espuna, altro atleta fiorentino, campione italiano di triathlon e di duathlon Youth B, che farà parte della nazionale giovanile italiana in gare di Coppa di Europa.
E con loro anche semplici amatori, che puntano a migliorare le proprie prestazioni con particolare attenzione alla salute e al proprio benessere.
«La collaborazione con la Fondazione Don Gnocchi – conclude Espuna - ha arricchito le nostre conoscenze e ci ha consentito di validare protocolli utili ai nostri atleti e a tutti gli sportivi».
Ufficio Stampa Fondazione Don Gnocchi
Milano, tel. 02 39703245 – 335 8498258
ufficiostampa@dongnocchi.it