Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Da gadget utilizzati dagli amanti del fitness per misurare l'attività fisica, a strumenti preziosi nella pratica clinica per la prevenzione di patologie cardiovascolari e il monitoraggio dei pazienti, in particolare anziani e fragili.
Fa il punto su questo percorso il position paper del gruppo di lavoro sulla e-Cardiology della Società Europea di Cardiologia (ESC-European Society of Cardiology), del quale fa parte l’ingegner Marco Di Rienzo (nella foto sotto), responsabile del Laboratorio di Sensori Indossabili e Telemedicina (WestLab) dell’IRCCS “Don Gnocchi” di Milano.
«L’obiettivo – spiega Di Rienzo - è quello di indicare una strada che porti le tecnologie indossabili verso la pratica clinica. Oggi la maggior parte di questi dispositivi, come cardiofrequenzimetri o smartwatch con fasce toraciche, sono poco più che gadget e vengono utilizzati nel settore benessere con lo scopo di dare all'utente, spesso giovane e in piena salute, un'indicazione di massima sulle sue prestazioni fisiche. Il vantaggio è che questi dispositivi hanno una grande diffusione, un alto gradimento da parte di chi li usa e costi in molti casi relativamente bassi e quindi, se opportunamente migliorati, potrebbero essere utilizzati anche in ambito clinico».
Il team internazionale di esperti, a cui partecipano per l'Italia anche il professor Gianfranco Parati, direttore scientifico dell'Istituto Auxologico Italiano e l'ingegner Enrico Caiani, professore del Politecnico di Milano - si è chiesto quali siano gli ostacoli da superare: «Finora – aggiunge Di Rienzo - non erano disponibili studi consolidati in tale ambito e con il position paper abbiamo voluto documentare cosa manca a questi dispositivi perchè possano finalmente entrare nel mondo dell’healthcare. Nell’articolo abbiamo esaminato i vantaggi e le potenzialità di queste tecnologie, in particolare per quanto riguarda la loro capacità di fornire informazioni precoci sull'insorgenza di fattori di rischio e patologie, ma abbiamo segnalato anche i punti deboli ancora da affrontare e migliorare».
Tra questi, l'accuratezza e affidabilità delle misure durante il movimento, il riconoscimento delle aritmie e dell'attività motoria e la necessità di certificare e validare questi sistemi secondo regole univoche e condivise dalle società scientifiche; ulteriori punti aperti riguardano la mancanza di linee guida su come e quando analizzare l'enorme mole di dati provenienti da questi dispositivi e la capacità di tradurre i risultati in raccomandazioni applicabili nella pratica clinica, oltre ai problemi di privacy laddove i dati personali confluiscano più o meno consapevolmente in banche-dati esterne non sempre ben identificate.
L’articolo affronta anche la delicata questione del coinvolgimento del paziente nella raccolta e gestione dei dati sanitari, che da un lato può aumentarne consapevolezza e aderenza al monitoraggio, ma dall'altro può creare ansia e modificazioni errate di comportamento, con tutto ciò che ne consegue.
«La strada da percorrere per passare dalla “gadgetologia” alla cardiologia è lunga – conclude Di Rienzo -. L’auspicio è che le analisi contenute in questo position paper possano essere di stimolo per gli ulteriori sviluppi tecnologici, organizzativi e conoscitivi, necessari a creare un nuovo paradigma di diagnosi e cura».
La partecipazione della Fondazione Don Gnocchi alla stesura di questo importante documento costituisce un riconoscimento da parte della comunità scientifica internazionale sulla rilevanza delle attività portate avanti negli anni all'interno del WestLab. Queste hanno visto lo sviluppo di una tecnologia prima sperimentata nello spazio (la Maglietta MagIC-Space utilizzata dall'astronauta Samantha Cristoforetti per lo studio della performance cardiovascolare nel sonno in microgravità, nella foto sopra) e poi ottimizzata per un utilizzo "terrestre" e trasformata in un dispositivo miniaturizzato wireless (SeisMote), recentemente utilizzato per il monitoraggio remoto dei pazienti cardiologici della Fondazione durante la teleriabilitazione (progetto Sidera-B).
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