Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Dodici milioni di italiani soffrono di disturbi del sonno: insonnia, difficoltà ad addormentarsi, risvegli continui durante la notte o precoci di mattina. Le più colpite - secondo i dati dell’Associazione italiana per la Medicina del Sonno (AIMS) sono le donne. Per sottolineare i benefici del dormire bene e richiamare l'attenzione della comunità scientifica e dell’opinione pubblica sui problemi legati ai disturbi del sonno anche per ridurre il rischio di altre patologie, il venerdì che precede l’equinozio di primavera si celebra in tutto il mondo la Giornata del Sonno, che quest’anno cade il 17 marzo.
Temi cari alla Fondazione Don Gnocchi, in particolare nei Centri IRCCS di Milano e Firenze e al Centro “Spalenza” di Rovato (Bs).
«I disturbi del sonno sono stati a lungo sottodiagnosticati - spiega la dottoressa Barbara Binazzi, specialista in malattie dell’apparato respiratorio ed esperta di medicina del sonno all’Unità operativa di Riabilitazione Respiratoria dell’IRCCS “Don Gnocchi” di Firenze -. Il disturbo più frequente è l’apnea ostruttiva nel sonno (OSA), che si stima interessi il 24% della popolazione maschile ed il 9% di quella femminile di mezza età; oggi è ampiamente dimostrato come questa sia fattore di rischio per l’insorgenza di patologie cardiovascolari come infarti, ictus, aritmie, ipertensione arteriosa farmaco-resistente».
L’apnea è la cessazione transitoria del respiro per almeno 10 secondi e quando si ripete per più di 30 volte l’ora diventa un disturbo grave, insieme alla durata delle stesse apnee. *«Mi è capitato – ricorda la dottoressa Binazzi - un paziente con apnee notturne di 2 minuti e mezzo; anche se gli eventi non erano così frequenti, era chiaramente un soggetto a rischio dal punto di vista cardiovascolare».
Un altro disturbo frequente è l’ipoventilazione, una riduzione della ventilazione durante il sonno con conseguente insufficiente ossigenazione e incremento di anidride carbonica, tipica in soggetti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), alterazioni della gabbia toracica, malattie neuromuscolari, obesità.
La dottoressa Barbara Binazzi e una polisonnografia al Centro IRCCS "Don Gnocchi" di Firenze
«Anche il russare - continua Binazzi - è uno dei sintomi più comuni di chi soffre di apnee ostruttive nel sonno. Altri campanelli d’allarme sono svegliarsi più volte la notte per andare in bagno, sensazione di stanchezza e mal di testa al risveglio, sonnolenza con addormentamento non intenzionale durante il giorno e difficoltà di concentrazione e di memoria. Non sempre ci si rende conto di soffrire di disturbi del sonno, ma in presenza di questi sintomi il primo passo è consultare il proprio medico e poi rivolgersi a uno specialista».
L’indagine strumentale “gold standard” per la diagnosi di OSA è la polisonnografia, ma ad oggi vengono utilizzati strumenti di più facile applicazione come il monitoraggio cardiorespiratorio notturno completo, o poligrafia cardiorespiratoria: «Il paziente viene in struttura per l’applicazione dell’apparecchio di registrazione e poi rientra a casa; durante il sonno vengono registrati diversi parametri che vengono analizzati il giorno seguente. La polisonnografia (che consente la registrazione elettroencefalografica) viene eseguita presso il nostro Centro in una stanza appositamente attrezzata soprattutto su pazienti pediatrici ricoverati o ambulatoriali durante il sonno pomeridiano per evidenziare problematiche di tipo neurologico».
La CPAP, il dispositivo da indossare durante la notte per evitare l'insorgenza di apnee
Fatta la diagnosi, esistono diversi trattamenti a disposizione. Nei casi più gravi, o associati a patologie importanti e con significativa sonnolenza diurna, si utilizza è la CPAP (Continuous Positive Airway Pressure): si tratta di un dispositivo che genera un flusso di aria costante che attraverso una maschera da indossare di notte impedisce il collasso delle pareti delle vie aeree superiori durante il sonno.
La terapia posizionale è invece un trattamento da considerare quale primo intervento in attesa di una definizione migliore del quadro clinico, o in presenza di apnee correlate solo alla posizione supina: «Dormire su un fianco è meglio che in posizione supina e in questo caso esistono, oltre all’utilizzo di un semplice cuscino posizionato dietro la schiena, dispositivi elettromedicali che agiscono come dissuasori di posizione».
Esistono poi dispositivi endorali (strumenti di avanzamento mandibolare) o si ricorre all’intervento chirurgico, quando le apnee sono associate ad alterazioni di tipo anatomico delle vie aeree superiori.
Da sottolineare, sul tema, anche l’attività di ricerca scientifica della Fondazione Don Gnocchi, in particolare al “FIRE LAB - Laboratorio di Fisiopatologia Respiratoria e Polisonnografia Cardiorespiratoria” di Firenze: «In collaborazione con la cardiologia interventistica dell’ASL Toscana Centro – conclude Barbara Binazzi – stiamo conducendo una ricerca sulla diagnosi e il trattamento delle apnee nel sonno nei pazienti affetti da fibrillazione atriale».
Nella Giornata mondiale del sonno, la raccomandazione è quella di non sottovalutare i benefici del dormire sano e di prestare attenzione a ciò che impedisce, al contrario, un riposo sereno. Conoscere e risolvere i disturbi del sonno può contribuire a prevenire patologie ben più gravi.
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