Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Succede che anche Babbo Natale a volte si ammali e quest’anno, per recuperare le forze velocemente ed essere pronto a portare i suoi doni a tutti i bambini la notte di Natale, ha deciso di fare la riabilitazione al Centro Don Gnocchi di Firenze. Tuttavia, non ha voluto venir meno ai suoi doveri per cui, anticipando un po’ i tempi, ha deciso di indossare la sua uniforme di ordinanza, prendersi in spalla il suo sacco e passare, seppure con l’aiuto di un deambulatore, per il reparto di riabilitazione pediatrica per portare ai bambini ricoverati doni, sorrisi e serenità.
Soltanto una favola? Forse no, chi lo sa. Sta di fatto che il nostro Babbo Natale ha deciso di farsi chiamare Renato (non vuole farsi riconoscere), ha detto di avere 68 anni e di venire dal Casentino, in provincia di Arezzo, che non sta proprio vicino al Polo Nord e, forse per la malattia, è un po’ dimagrito, ma per il resto tutto corrisponde all’originale. Non c’è traccia delle renne, ma fonti bene informate dicono di averle viste pascolare in Mugello.
«È stato per me motivo di grande gioia poter portare serenità ai bambini ricoverati – ha dichiarato con emozione Babbo Natale-Renato -. Purtroppo ho avuto due brutti episodi nel mese di novembre che mi hanno portato, dopo il ricovero in ospedale, a venire qui per la riabilitazione. Sono stato ricoverato circa un mese fa e dovrei essere dimesso prima di Natale». Già, se no, come farà a portare i doni?
Renato è ricoverato presso l'Unità di Riabilitazione estensiva extraospedaliera del Centro fiorentino della Fondazione, che accoglie pazienti con patologie neurologiche, ortopediche e respiratorie che necessitano di prestazioni riabilitative. Lo scopo è il miglior recupero funzionale possibile del paziente per il suo rientro a casa e alle attività della vita quotidiana. Ora Renato sta meglio e ogni giorno si reca in palestra a fare gli esercizi per riprendere a camminare correttamente. È talmente entrato nella parte che si presenta con una tuta rossa, tutti ormai lo chiamano proprio Babbo Natale ed ha già ricevuto l’invito a ritornare il prossimo anno a fare festa.
Ed è proprio dai medici del reparto di riabilitazione dove è ricoverato che è partita l’idea di organizzare questa improvvisata ai bambini dell’Unità di Pediatria: è bastato coordinarsi con i colleghi dell’altro reparto e così la sorpresa è riuscita perfettamente, tra lo stupore di grandi e piccoli.
«È stato un momento molto emozionante e il più commosso era forse lo stesso Babbo Natale – ricorda Giovanna Cristella, medico del reparto di riabilitazione pediatrica – anche perché non è facile approcciarsi ai nostri piccoli pazienti. Le famiglie hanno risposto bene e e i bambini erano felici: è stata una festa».
Solidarietà è anche questo: svestirsi per un giorno dei panni di paziente e diventare volontario per donare con gioia e gratuitamente, perché anche chi è fragile è una risorsa preziosa in grado di offrire qualcosa a chi è ancora più fragile. E questa non è una favola: la raccontava, settant'anni fa, un certo don Carlo Gnocchi...
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