Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Una grave forma combinata di scoliosi e cifosi, la colonna piegata a 90 gradi, anni di fatiche e sofferenze. Poi il delicato intervento chirurgico all’Ospedale Rizzoli di Bologna che ha permesso alla sua schiena di riprendere una posizione naturale, aumentando l’altezza di 15 centimetri ed eliminando le cause del dolore. Originaria di un piccolo centro della provincia di Avellino, Adele, 16 anni, è stata accolta e assistita per la complessa riabilitazione al Polo Specialistico della Fondazione Don Gnocchi di S. Angelo dei Lombardi. Ecco la sua lettera di ringraziamento agli operatori della struttura.
Cari amici, a un anno dall’inizio delle mie terapie riabilitative al Centro “Don Gnocchi” di Sant’Angelo dei Lombardi ho terminato questa grande, meravigliosa, inaspettata e incredibile avventura. Con un nodo alla gola, tante lacrime e nostalgia vorrei ringraziare ogni fisioterapista che si è preso cura di me, conservando gelosamente ogni ricordo che ciascuno di voi ha lasciato nel mio cuore.
Alla fine di novembre del 2022, con un collare, tanto freddo e pochissima capacità di muovermi sulle mie gambe, sono arrivata da voi con la mia famiglia, che mi è sempre stata accanto anche in questo percorso. Non sapevo che cosa aspettarmi, avevo solo timore di non trovarmi a mio agio e di risultare agli occhi delle altre persone la solita ragazza timida incapace di dare confidenza. Mi sono seduta, e subito è comparso Carmine. Mi ha preso per mano e mi ha presentato uno per uno gli operatori con i quali avrei lavorato ogni giorno.
Vedevo davanti ai miei occhi tante stanze, tutte bianche, e poi lettini, elastici, tappetini, ma sembrava tutto uguale. “Litigare” quotidianamente con Carmine non mi mancherà affatto, ma so che resterò per sempre “la sua bimba antipatica”.
Grazie, Carmine, per avermi dato sempre il giusto supporto in tutto. Grazie per avermi incoraggiato, sempre nel migliore dei modi. Grazie per avermi sopportato, per avermi trasmesso la giusta grinta, dagli esercizi più banali a quelli più difficili. E grazie soprattutto per non avermi mai lasciata sola.
«Lei è Cristina, la fisioterapista che si occuperà di te». «Ciao, piacere, io sono Adele». Il rapporto che si è creato con Cristina mi ricorda molto quegli amori che si leggono nei libri, o si vedono nei film: gli amori a prima vista, insomma. Cristina è stata la mia prima terapista, ho iniziato con lei, non sapevo minimamente come muovermi, alzarmi, sdraiarmi, mettermi le scarpe, erano per me azioni difficili che mi causavano grande disagio. Lei mi ha aiutato dal primo istante, le sue mani e il suo sapersi relazionare con me sono stati fondamentali.
«Lui è Lucio, non prenderlo mai sul serio quando ti parla»: così mi è stato presentato, grande e mitico Lucio del mio cuore. Capirlo è un po’ difficile, anche con l’ironia ti dice sempre qualcosa di serio e importante. «Quando hai bisogno non chiamare…», se senti questa frase nei corridoi, sta parlando Lucio. Se senti il passo pesante, è Lucio. Se senti canticchiare nei corridoi, è Lucio. Ho sempre pensato che di notte Lucio pensasse a cosa dire il giorno dopo per far sorridere i pazienti…
«Ciao, piacere, io sono Rita, la coordinatrice, per qualunque cosa puoi chiamarmi ed io ti aiuterò». Rita, che per qualunque cosa c’è sempre stata, con la sua energia e la sua positività…
E poi, dopo qualche settimana, ecco entrare nelle varie palestre o transitare nei corridoi quei ragazzi, vestiti bordeaux: Mariagrazia, Anna, Angela, Fabrizio, Noel, Marco, Mariapia, Arianna, Carmen, Raul, Giovanna. Ciascuno di loro, i cosiddetti tirocinanti, mi ha insegnato qualcosa di diverso, qualcosa di unico e inspiegabile. Grazie, ragazzi, siete stati grandiosi.
Che dire di Mariagrazia? Mora, delicata negli atteggiamenti, facile ad arrossire, ha subito rubato un pezzo del mio cuore e della mia anima. «Oggi devo dirti una cosa: ho deciso che nella mia tesi di laurea tratterò il tuo caso». Che emozione…
«Tu sei Adele?». «Sì, sono io». «Oggi starai con me».
Lui è Christian: «Allora, Adele, spiegami un po’ che cosa ti è successo in questi anni…». «È una storia molto lunga…». «Ti ascolto». Nell’ultimo mese ho conosciuto Christian e anche lui mi è rimasto nel cuore. Mi ha sempre motivato, specie quando i dolori erano forti e insopportabili, come d’altronde fa sempre con tutti.
«E questi ragazzi sembrano dei puffi, tutti vestiti di blu?». «Macchè puffi, sono i volontari del servizio civile, anche loro a disposizione dei pazienti e degli operatori…». «Piacere Gelsomina, Raffaele, Martina, Anthony…». «Aspetta, ma lui già lo conosco, ah sì, abbiamo fatto la fisioterapia insieme: da paziente a un volontario, una bellissima decisione».
Oggi lascio questo Centro, queste meravigliose persone con cui sono migliorata nel fisico e cresciuta nell’anima. Non li scorderò mai, sono entrata sostenuta dai miei familiari ed esco saltellando. È stato un viaggio straordinario, sono fiera del mio coraggio, della mia costanza, della forza che ho tirato fuori grazie a loro per sopportare e superare dolori e fatiche. Alla cyclette, al fatidico bio step, alla spalliera, ai pesi e alla bruttissima e cattivissima “nemica fascia” vorrei urlare che a volte sono stati proprio insopportabili, ma mi hanno fatto rinascere. Mi hanno fatto piangere e sudare, ma oggi ho solo lacrime di gioia pensando alla mia nuova vita.
A tutti loro, e a tutti i pazienti che ho conosciuto nelle infinite sedute di riabilitazione, ciascuno con la propria storia, con i propri dolori, con le proprie sofferenze, un abbraccio fortissimo e affettuoso. Nessuna parola può bastare per esprimere la mia riconoscenza.
E allora vi dico semplicemente grazie, per la vita!
Vostra,
Adelaide
Ufficio Stampa Fondazione Don Gnocchi
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