Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Sono tra i disturbi più comuni e diffusi e quasi tutti ne hanno sofferto o ne soffriranno nel corso della vita. Nel mondo ne sono affette 1,7 miliardi di persone e in Europa rappresentano la principale causa di assenza per malattia, colpendo il 60% circa dei lavoratori. Sono i disturbi muscolo-scheletrici (DMS), dei quali il più frequente è la lombalgia, o comunemente il mal di schiena. In Italia il fenomeno è in crescita e se nel 2008 il 40% delle malattie professionali erano legate a disturbi muscolo-scheletrici, nel 2020 la percentuale è salita al 70% e i disturbi di salute più frequentemente denunciati (fonte INAIL) sono per 45% dovuti a mal di schiena.
È in questo scenario che il ministero della Salute ha promosso il convegno “Spine 4.0: l’innovazione per la prevenzione e il trattamento delle patologie del rachide” a cui hanno preso parte il ministro della Salute Roberto Speranza, il direttore generale INAIL Andrea Tardiola, il prorettore del Campus Biomedico di Roma e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi Eugenio Guglielmelli (nella foto sotto), insieme a rappresentanti dell’Istituto Italiano di Tecnologia e degli IRCCS “S. Lucia” di Roma e “Carlo Besta” di Milano.
«La storia di questi ultimi due anni – ha sottolineato Speranza – ci ha portati alla consapevolezza che ogni investimento fatto sulla salute e nello specifico nel Servizio Sanitario Nazionale non è spesa pubblica, ma un investimento in qualità della vita. Sono cambiate le nostre priorità: oggi al primo posto c’è la salute e i disturbi di cui stiamo parlando riguardano la quotidianità di milioni di persone. Si tratta di temi cruciali e ambiti nei quali l’impatto delle nuove tecnologie sarà molto significativo. In più, potremo contare sulle risorse del PNRR».
Nel corso dei lavori è stato presentato il progetto “Spine 4.0” finalizzato allo sviluppo di un approccio innovativo, multidisciplinare e integrato rivolto ai lavoratori affetti da patologie degenerative del rachide lombare, basato su tecnologie avanzate, capacity building ed analisi di fattibilità, con la creazione di un Centro di riferimento per la prevenzione, diagnosi, trattamento e reinserimento lavorativo. Frutto di un Bando di ricerca in collaborazione (BRIC), il progetto, che avrà una durata biennale, vede il coinvolgimento di Campus Bio Medico di Roma (capofila), INAIL e Fondazione Don Gnocchi.
Oltre all’utilizzo di dell’intelligenza artificiale per l’integrazione di dati clinici, radiografici e neurofisiologici al fine di individuare percorsi diagnostico-terapeutici personalizzati, sarà creata una piattaforma multisensoristica che integra la realtà virtuale, in grado di riprodurre scenari lavorativi per il monitoraggio del paziente/lavoratore.
Sarà inoltre attivato - e qui entra in gioco l’apporto della Fondazione - un trattamento di teleriabilitazione personalizzato, erogato tramite piattaforma di telemedicina e digital coaching. Come ha ricordato il direttore scientifico Eugenio Guglielmelli, la “Don Gnocchi” può contare su una vasta esperienza nel campo delle teleriabilitazione, con migliaia di trattamenti già effettuati: a questo scopo, curerà la creazione di una libreria digitale per il trattamento da remoto del Low Back Pain nei lavoratori. In pratica, sarà implementata una piattaforma tecnologica che consentirà la comunicazione col paziente da remoto per l’impiego della libreria e i protocolli in essa contenuti: saranno fornite al paziente indicazioni su quali esercizi svolgere e in che modo.
La libreria consentirà di caricare sulla piattaforma una serie di esercizi con video tutorial e sensori per misurare la rispondenza dell’attività. E tali attività potranno essere svolte in sincronia col terapista collegato da remoto, ma anche in modalità asincrona, attraverso la trasmissione di messaggi al paziente durante la giornata che gli ricordano cosa deve fare, esattamente come un coach digitale, senza muoversi da casa o dal posto di lavoro.
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