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Oltre due miliardi di persone nel mondo vivono in condizioni di salute precarie. Eppure, più della metà di loro non ha accesso ai servizi di riabilitazione di cui ha bisogno, in particolare nei Paesi a basso reddito e in contesti fragili.
È un numero in crescita a causa dell'invecchiamento, della maggiore prevalenza di malattie non trasmissibili e croniche, degli infortuni e delle epidemie, non ultima la pandemia da Covid-19. Rispondere al crescente bisogno insoddisfatto intensificando gli sforzi per fornire interventi di riabilitazione di qualità per tutti e ovunque non è pertanto un'opzione, ma una necessità. Lo sottolinea la risoluzione “Rafforzare la riabilitazione nei sistemi sanitari”, votata alla 76a Assemblea Mondiale della Sanità, l'organo legislativo dell'OMS che si riunisce annualmente a Ginevra.
Attività di riabilitazione robotica in uno dei Centri della Fondazione Don Gnocchi
Nel documento, l’Assemblea sottolinea come la riabilitazione richieda «maggiore attenzione da parte dei responsabili politici e degli attori nazionali e internazionali nella definizione delle priorità sanitarie e nell’allocazione delle risorse», anche perché la maggior parte dei Paesi «non sono sufficientemente attrezzati per rispondere all’improvviso aumento dei bisogni di riabilitazione creati dalle emergenze sanitarie».
L’Assemblea sollecita gli Stati membri ad «aumentare la consapevolezza e sviluppare l’impegno nazionale per la riabilitazione, anche per la tecnologia assistiva, e a rafforzare la pianificazione per la riabilitazione, inclusa la sua integrazione all’interno dei piani e delle politiche sanitarie nazionali». Di qui l’invito a rafforzare i meccanismi di finanziamento dei servizi di riabilitazione e la fornitura di assistenza tecnica, con una strategia incentrata sulla persona e servizi di riabilitazione intensiva partecipativi, oltre che promuovere la ricerca riabilitativa di alta qualità.
In occasione dell’Assemblea, una serie di “non state actors” (tra i quali Cochrane, rappresentata da Cochrane Rehabilitation, associazione internazionale nata allo scopo di raccogliere, valutare criticamente e diffondere informazioni relative alla efficacia ed alla sicurezza degli interventi sanitari, con sede in Italia in 4 strutture, tra cui l’IRCSS “Don Gnocchi” di Milano) e le missioni di alcuni Paesi hanno promosso un evento collaterale per mettere a fuoco l’importanza del documento per la riabilitazione.
«Con questa risoluzione – spiega il direttore di Cochrane Rehabilitation, professor Stefano Negrini (foto sopra), ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa dell'Università Statale di Milano presso l'IRCCS Ospedale Galeazzi S.Ambrogio – l’Assemblea Mondiale della Sanità ha conferito un ruolo centrale alla medicina fisica e riabilitativa, sottolineando che i servizi di riabilitazione sono fondamentali per il raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile 3 dell’Agenda 2023 dell’Onu “assicurare una vita sana e promuovere il benessere per tutti a tutte le età”. È un passo importante per far crescere la consapevolezza in tutti i sistemi sanitari che oggi la riabilitazione è un servizio essenziale nella copertura universale della salute, a fronte soprattutto del progressivo invecchiamento della popolazione. Solo una minima parte delle persone nel mondo che ne hanno bisogno oggi riceve servizi di riabilitazione, con conseguenze pesanti in termini di disabilità, sofferenza, povertà indotta, ma anche di carico ulteriore sui sistemi sanitari. Tutto questo pesa di più nei Paesi a basso reddito, ma anche in Italia le esigenze riabilitative (e non solo della cronicità, come si usa dire) sono drammaticamente aumentate».
«La Fondazione è sede di Cochrane Rehabilitation – spiega la coordinatrice Chiara Arienti (foto sopra), ricercatrice all’IRCCS “Don Gnocchi” di Milano – e da anni collaboriamo per produrre evidenze di qualità a sostegno del lavoro che sta facendo l’Organizzazione Mondiale della Sanità per lanciare l’importante messaggio di come i servizi di riabilitazione devono essere costantemente implementati nei sistemi sanitari nazionali per migliorare il recupero funzionale e ridurre la disabilità».
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