Allestimenti suggestivi, testimonianze di ragazzi e... (Leggi tutto)
Le restrizioni legate all’emergenza Covid non fermano l’impegno della Fondazione Don Gnocchi sul fronte dei progetti a favore dei Paesi in via di sviluppo e rappresentano anzi uno stimolo in più per richiamare fedelmente la missione originaria del beato don Carlo Gnocchi.
Si è svolto martedì scorso in modalità online l’annuale incontro di formazione del Servizio di Solidarietà Internazionale ONG della Fondazione Don Gnocchi, al quale ha partecipato il personale della sede centrale e quello presente nei vari contesti internazionali in cui opera la Fondazione, per un totale di alcune decine di persone.
Ivana Borsotto, neo presidente Focsiv e Roberto Rambaldi, direttore ONG Don Gnocchi
Il tradizionale appuntamento di inizio anno - sul tema "Oltre l'emergenza" - è stato introdotto da Roberto Rambaldi, direttore ONG Fondazione Don Gnocchi. «Quello appena trascorso – ha detto - è stato un anno davvero particolare, anche per gli operatori della cooperazione internazionale. In questo incontro vogliamo condividere ciò che è stato, per prepararci meglio a ciò che sarà».
In alto, Bolivia: Elisa Cappellini, fisioterapista al Centro di Pessano (MI), in missione formativa a inizio 2020. A fianco, la presentazione della Guida per l’integrazione delle persone con disabilità, in collaborazione con il ministero della Giustizia boliviano. Sotto, Cambogia: la realizzazione di video formativi da remoto in Italia con personale Don Gnocchi
Particolarmente accorato l'intervento di Ivana Borsotto, nuova presidente FOCSIV, la più grande federazione italiana di organismi cristiani di cooperazione e volontariato internazionale, di cui la Fondazione è membro, e che lavora per “promuovere lo sviluppo di tutte le persone e dell'intera persona umana”, sia nel nord che nel sud del mondo. Nella sua profonda riflessione, Borsotto ha rivolto un significativo invito all’autenticità che è chiesta a chi lavora a fianco della fragilità, anche contro il cinismo e populismo imperante. «Perché lavorare nella cooperazione internazionale - ha aggiunto - è il mestiere più bello del mondo se si sa mettere da parte il proprio protagonismo per lavorare anche nell’ombra, in vista di un risultato più ampio e concreto, che impatta sulla vita delle persone. Siamo testimoni della complessità del mondo e siamo chiamati a farci promotori di una cultura della solidarietà, non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche in Italia e, a livello individuale, nel perimetro di responsabilità di ciascuno di noi».
Il presidente della Fondazione, don Vincenzo Barbante, e il direttore generale Francesco Converti, hanno sottolineato il significato dell'impegno di solidarietà internazionale nel variegato contesto delle attività della "Don Gnocchi", in coerenza con i valori e la missione ereditata da don Carlo.
Myanmar: cartelloni in lingua per la prevenzione del Covid e attività di formazione on line sulla logopedia
Con l'obiettivo di «condividere ciò che è stato, per prepararci meglio a ciò che sarà», sono poi seguiti i contributi e gli approfondimenti del personale di sede e degli operatori impegnati nei vari progetti nel mondo.
Fabio Sbattella, psicologo dell’emergenza, docente presso l’Università Cattolica di Milano e volontario della ONG "Don Gnocchi" ha illustrato in un video l’esperienza di creatività realizzata con “Nano Gianni e i granelli rossi”, fiaba da lui creata per i bambini in tempo di coronavirus.
Antonella Battiato, responsabile del Servizio Solidarietà Internazionale–ONG ha guidato la presentazione della pianificazione 2021-2013 delle attività, coadiuvata da Francesco Rosati, Marta Zola, Cristiana Mantovani e Chiara Martelli.
Ricca di spunti ed emozioni la carrellata a più voci del personale espatriato (Elisa Cappellini, coordinatrice fisioterapisti del Centro di Pessano in missione in Bolivia; Teresa Sassu, coordinatrice in Myanmar; Emma Durì, fisioterapista e coordinatrice in Cambogia; Clelia Campagnoli, espatriata in Bolivia; Marina Rodocanachi, neuropsichiatra infantile e collaboratrice nei progetti in Ucraina e Cambogia; Roberto Zambonardi, coordinatore in Bolivia), che ha illustrato vissuti professionali e personali, su argomenti quali la distanza da casa in tempo di Covid, l’impatto della pandemia sul lavoro in Italia e la scelta obbligata della formazione a distanza.
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