Allestimenti suggestivi, testimonianze di ragazzi e... (Leggi tutto)
La Fondazione Don Gnocchi piange fratel Guglielmo Pavesio, 87 anni, educatore lasalliano, scomparso venerdì scorso al Collegio San Giuseppe di Torino dove si trovava dopo aver diretto per oltre 23 anni il Centro "S. Maria ai Servi" di Parma.
Nato a Priocca D’Alba (Cuneo), il 26 febbraio 1933, operò per un anno presso la Scuola Lasalliana di Thiene-Castel San Rocco e per due anni a Genova. Dal 1955, per 26 anni, fu insegnante, ispettore e poi vicedirettore degli Istituti “Filippin” di Paderno del Grappa (Tv). Nel 1981 assunse la direzione del Centro “S. Maria ai Servi” di Parma della Fondazione Don Gnocchi, incarico che mantenne fino all'estate del 2004.
Le spoglie di fratel Pavesio (nelle foto sotto) saranno tumulate domani, martedì, nel cimitero di famiglia del paese natale.
Protagonista della trasformazione dell'allora collegio parmense in un vero e proprio Centro d'eccellenza regionale nella riabilitazione neuromotoria e poi cardiologica, fratel Pavesio ha lasciato un ricordo indelebile tra gli operatori della Fondazione che hanno avuto il privilegio di lavorare al suo fianco.
«Era un uomo di poche parole ma di grande sensibilità e disponibilità all'ascolto - ricorda il dottor Michele Rossi, neurologo, al suo fianco negli anni della sua direzione a Parma e ancora oggi membro del Comitato Etico della Fondazione -. Quella che ha lasciato al Centro "S. Maria ai Servi" è un’eredità morale difficile da dimenticare...».
«Con il suo modo di essere e con i suoi pensieri - era stato il ricordo dei dipendenti il giorno del suo saluto - ci ha sempre invitato ad essere una famiglia, ad aiutarci, a collaborare, ad essere corretti noi come persone per poter essere poi corretti nei rapporti con i pazienti e a vivere con i fatti, nella quotidianità, lo spirito d’amore a cui ci richiama il nostro fondatore don Carlo».
Vivissimo il ricordo anche negli ambienti lasalliani, la grande famiglia a cui don Gnocchi si era rivolto nei primi anni dell'Opera e che per anni ha collaborato alla conduzione e alla direzione del collegi dell'allora Fondazione Pro Juventute.
«Ha vissuto con grande entusiasmo, soprattutto accanto ai ragazzi, questi ultimi anni a Torino - raccontano il direttore della Casa fratel Ottavio Aluffi e alcuni confratelli - e ha saputo affrontare con serenità anche alcuni seri problemi di salute. Amputato di una gamba, aveva affrontato la malattia con il sorriso sulle labbra, certamente memore dell'esperienza vissuta in Fondazione e dello straordinario insegnamento del beato don Gnocchi con i suoi mutilatini...».
«A tutti il mio grazie sincero per quanto in questi anni mi avete dato non solo in termini di collaborazione - queste le parole agli operatori di Parma nel giorno del suo saluto -: questa è stata veramente la mia famiglia, con i pregi e i difetti di tutte le famiglie, che ha riempito le mie giornate dei contenuti più validi del vivere insieme. Porterò con me i volti di tutti voi e ogni tanto ritornerò col pensiero ad un passato che continuerà a farsi presente non solo con le ali del cuore ma anche con tutta la ricchezza del vissuto in questa Fondazione. Oggi il capitano di questa squadra lascia, ma la squadra resta in tutte le sue potenzialità e mi sento di garantire che è una squadra sicuramente competitiva, ricca di stimoli, che può guardare avanti con ottimismo e coraggio di fronte alle sfide di ogni giorno in un cammino dai vasti orizzonti aperti al futuro».
Il presidente della Fondazione, don Enzo Barbante, il presidente onorario monsignor Angelo Bazzari e il direttore generale Francesco Converti hanno inviato un messaggio di cordoglio al direttore del Centro La Salle di Torino.
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