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Un esoscheletro robotico è in grado di migliorare l’efficienza motoria degli anziani, di diminuire la fatica e mantenere in allenamento una larga fascia di popolazione: questi i principali risultati messi in evidenza dallo studio “Gait training using a robotic hip exoskeleton improves metabolic gait efficiency in the elderly” pubblicato sulla rivista Scientific Reports. L’esoscheletro di bacino, finora utilizzato per la riabilitazione di pazienti con problemi neurologici o con amputazione di arti inferiori, diventa così un utile strumento per aiutare le persone anziane a mantenersi allenate, aprendo di fatto una nuova strada per sostenere strategie di invecchiamento sano e permettendo di svolgere attività fisica a ritmi sempre più elevati.
Lo studio, coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa e con la Fondazione Don Carlo Gnocchi, nasce dalla necessità di garantire condizioni di vita sempre migliori alla popolazione anziana, in uno scenario, quale quello a cui stiamo assistendo nel mondo occidentale dell’invecchiamento della popolazione.
I ricercatori hanno dimostrato come l’esoscheletro di bacino, già sviluppato nei progetti di ricerca CYBERLEGs, CYBERLEGs Plus Plus (finanziati dalla Commissione Europea attraverso i programmi FP7 e H2020) e IUVO (finanziato dalla Fondazione Pisa), messi a punto nel Laboratorio congiunto “M.A.RE LAB” (Movement Assistance in Rehabilitation) presso il Centro IRCCS Don Gnocchi di Firenze, sia in grado di coadiuvare la camminata di persone senza particolari problemi motori e di facilitare l’allenamento della popolazione con mobilità ridotta.
Per la parte sperimentale sono stati reclutati venti anziani moderatamente attivi, con età compresa tra 65 e 85 anni, che sono stati monitorati per oltre un mese mentre seguivano due protocolli diversi di esercizio fisico: un gruppo ha seguito un programma di “cammino allenante” con l’esoscheletro robotico; un altro gruppo ha eseguito un quantitativo analogo di cammino libero.
Alla fine del periodo di allenamento, nel gruppo con l’esoscheletro si è notato che un indicatore dell’allenamento cardiopolmonare era migliorato in modo più significativo rispetto all’altro gruppo. Inoltre, misurando la spesa energetica richiesta per eseguire lo stesso protocollo di allenamento di “cammino allenante” con e senza robot, si è osservato che allenarsi col robot richiede un dispendio energetico minore. I risultati permetteranno di proseguire lo studio in questa direzione per lo sviluppo di dispositivi sempre più sofisticati, con sperimentazioni su un numero sempre maggiore di partecipanti.
I ricercatori hanno inoltre sottolineato come i soggetti arruolati nella sperimentazione abbiano facilmente familiarizzato con il dispositivo e non escludono di coinvolgere prossimamente nello studio persone anziane sedentarie o affette da patologie croniche come diabete o ipertensione.
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