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Papà Giacomo l’aveva scritto anche al Papa: «I figli sono la carica che ogni giorno mi fa alzare e che mi tiene in vita…». E così, nel giorno del matrimonio della figlia – tornata appositamente in Italia dagli Stati Uniti per vivere la festa più bella accanto al padre – l’ingegner Chiametti, ospite dal 2012 del nucleo che accoglie persone con patologie neuromuscolari all’Istituto “Palazzolo-Don Gnocchi” di Milano, ha mantenuto la promessa.
Giacomo Chiametti accompagna la figlia all'altare nella chiesa dell'Istituto "Palazzolo" di Milano
Colpito da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), malattia degenerativa che gli impedisce di parlare e che inibisce progressivamente la capacità di muoversi, Giacomo ha atteso in carrozzina la figlia alla porta della chiesa del Centro, per poi sorprenderla alzandosi appoggiato a un girello e accompagnandola all’altare, passo dopo passo, sostenuto dai fisioterapisti del reparto, artefici di questo straordinario prodigio dell’amore.
«Giacomo l’ha voluto con tutte le sue forze, anche per fare una sorpresa alla figlia che proprio non se lo aspettava – spiegano la responsabile del reparto, dottoressa Guya Devalle, la coordinatrice infermieristica Daniela Giudici e i terapisti Elisabetta, Luisa e Paolo -. Ci siamo preparati ed esercitati per giorni. Non è stato facile per lui, ma ce l’ha fatta. Il suo volto disegnava la fatica, ma nei suoi occhi abbiamo letto una felicità che ci ha tutti commossi…».
Nella foto sopra, l'ingegner Giacomo Chiametti con gli sposi e gli operatori del Nucleo Aquiloni. Sotto, con il direttore generale della Fondazione Francesco Converti e il direttore del "Palazzolo" Antonio Troisi
La figlia Hannah e il fidanzato Mario, residenti in Michigan, hanno voluto unirsi in matrimonio in Italia e hanno chiesto di poter celebrare il rito religioso nella chiesa dell’Istituto dove l’uomo è accolto e assistito.
«Dobbiamo solo ringraziarli per il loro gesto – spiega il direttore della struttura, Antonio Troisi, presente al rito con il direttore generale della Fondazione Francesco Converti, il cappellano e le suore dell’Istituto e numerosi operatori che hanno festeggiato con gli amici e i familiari della coppia -. Veniamo da due anni difficili, che abbiamo affrontato e superato grazie alla dedizione e al sacrificio di tanti nostri operatori, alla loro passione per il nostro servizio alla vita e al loro affetto per tutti gli ospiti e pazienti. È significativa questa festa di matrimonio, perché vi leggiamo un ulteriore segno e incoraggiamento nel cammino di rinascita che abbiamo da mesi intrapreso».
Un momento della cerimonia e - sotto - Hannah e Mario con i testimoni, il padre della sposa e il celebrante
La liturgia – animata dal Coro Aquiloni, composto da familiari di pazienti e diretto da Isabella Basile - è stata presieduta da padre René Manenti, parroco di S. Maria del Carmine a Milano, missionario scalabriniano che ha vissuto a lungo a New York e che ha invitato gli sposi ad affidarsi a vicenda, vincendo soprattutto le fatiche del comunicare. In prima fila, accanto alle panche, papà Giacomo ha seguito con evidente commozione l’intera cerimonia. Palpabile, tuttavia, l’emozione che ha pervaso i presenti: gli occhi lucidi, al “Palazzolo”, sanno anche piangere lacrime di gioia.
Il Nucleo Malattie Neuromuscolari ("Nucleo Aquiloni") dell'Istituto "Palazzolo" ha come finalità la presa in carico di persone con patologie neuromuscolari o disordini della coscienza (in stato vegetativo o in stato di minima coscienza) che al termine del loro percorso riabilitativo, per motivi di vario genere, non rientrano al proprio domicilio. Operativo dal 2002 - iniziativa tra le prime del genere nella città di Milano e tra le poche con finalità analoghe in Regione Lombardia - il Nucleo dispone di 30 posti letto dotati di attrezzatura specifica. Il personale, adeguatamente formato, garantisce una gestione del paziente che va oltre le conoscenze tecniche e si basa su una relazione empatica volta a riconoscere ogni "segnale" di ciascun degente, la cui comunicazione non avviene tramite canali verbali.
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