Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Vicinanza di spirito e di pensiero. Sostegno morale, economico, formativo e organizzativo, per quanto possibile, agli operatori locali. Sono questi gli elementi su cui prosegue in questo drammatico anno di conflitto, il progetto che vede impegnata la Fondazione Don Gnocchi in Ucraina.
Sono stati numerosi i donatori e gli amici della Fondazione che nei mesi scorsi non hanno fatto mancare il proprio aiuto per garantire un futuro ai bambini e agli ospiti della “Casa della Misericordia” di Chortkiv, nella parte sud-occidentale del Paese, fra Leopoli e la Moldavia, struttura da alcuni anni sostenuta dall’Ong “Don Gnocchi” nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale. Si tratta di un Centro di accoglienza per bambini minori con disabilità prevalentemente intellettiva, attivo dal 2016 e realizzato su iniziativa del vescovo locale, dal febbraio dello scorso anno alle prese con il dramma della guerra.
«Dall'avvio del conflitto - sottolinea Antonella Battiato, responsabile della gestione operativa dei progetti di solidarietà internazionale della Fondazione Don Gnocchi – ci siamo prodigati con varie forme di supporto a questa struttura, tra cui ben tre invii di beni di prima necessità, farmaci e materiali sanitari, l’ultimo proprio nei giorni scorsi. La struttura per ora non ha subìto fortunatamente danni diretti dovuti ai bombardamenti, ma gli ospiti e gli operatori continuano a vivere in una situazione di altissima tensione e stress: gli allarmi aerei si susseguono, con tutto quel che ne consegue sull’equilibrio in particolare dei bambini ospiti e delle loro famiglie. La “Casa della Misericordia” negli ultimi mesi sta cercando faticosamente di tornare a essere una struttura di riferimento per i bambini con disabilità, caratterizzandosi come un punto di transito per i profughi provenienti dalle zone dove ci sono i combattimenti, che poi vengono accompagnati in altre strutture. Lì rimangono per lo più donne fragili con bambini che fuggono dalle aree investite dalla guerra, che si affiancano all’utenza locale. È una situazione difficile, ma si cerca di andare avanti…».
Nei primi mesi di guerra la Casa è stata una dei tanti punti di approdo provvisorio per la miriade di persone sfollate che sono state accolte in mezzo a mille difficoltà. Ora sta cercando di ritrovare un faticoso equilibrio. Prima della guerra, ospitava 90 bambini con disabilità, ponendosi come un punto di riferimento per una comunità già piagata da alcolismo, violenza familiare, povertà estrema, all’interno di un contesto di crisi economica aggravata dall’emergenza Covid. Il progetto di collaborazione della Fondazione Don Gnocchi con la “Casa della Misericordia” è nato attorno al miglioramento della gestione organizzativa e della presa in carico sanitario-riabilitativa e alla formazione del personale. Con la guerra, la vita di questo Centro è stata improvvisamente sconvolta, le priorità sono cambiate e le necessità sono diventate più urgenti. Su tutto domina una generale situazione di paura e incertezza.
«Insieme alla benzina, ai viveri, alle medicine è l’energia elettrica uno dei tanti punti dolenti – continua Battiato –: oggi, viene erogata 3 ore sì e 6 ore no, con tutto quel che ne consegue. Si cerca di concentrare le attività quando è possibile operare. La Casa ha un generatore, ma tutto viene centellinato. Noi vorremmo riprendere insieme a loro il cammino di formazione sviluppato negli scorsi anni sotto la guida della nostra dottoressa Marina Rodocanachi, neurologa e fisiatra specializzata nell’età evolutiva, ma è tutto molto difficile. L’unica cosa certa è che stiamo rinnovando anche per il 2023 l’accordo di partenariato, per tentare di sviluppare una programmazione al di là della guerra, se e quando sarà possibile. Visti i traumi che tutti stanno subendo, ci auguriamo che venga quanto prima un tempo di pace durante il quale lavorare per una ricostruzione non solo fisica e strutturale, ma anche e soprattutto incentrata sulle persone».
Il contesto era già critico prima del conflitto. Specie per i bambini. Basti pensare che a Chortkiv erano presenti solo dieci medici pediatri e l’unico specialista della riabilitazione pediatrica della regione si trovava nella città di Ternopil, mentre pochi altri erano raggiungibili solo a Leopoli o a Kiev, a centinaia di chilometri di distanza. La “Casa della Misericordia” si è inserita in questo contesto, accogliendo minori che soffrono di patologie quali rachitismo, disturbi dello spettro autistico, sindrome di Down, paralisi cerebrali infantili, ritardi nello sviluppo psico-fisico e disabilità mentale.
Dal 2018 la Fondazione Don Gnocchi ha avviato un progetto di collaborazione volto all’accompagnamento a 360 gradi del Centro. I principali ambiti di intervento sono stati la formazione professionale degli operatori in ambito socio-sanitario, in particolare terapisti della riabilitazione ed educatori speciali. E poi ancora, l’accompagnamento nella presa in carico globale del minore disabile e della sua famiglia, tramite l'affiancamento nei processi di riabilitazione fisica e sociale e consulenza specifica per un’adeguata prescrizione e gestione di ausili e protesi e l’introduzione di un modello manageriale sanitario per la gestione e lo sviluppo del Centro.
«Tra il Covid e soprattutto la guerra – conclude Battiato - sono stati anni di lontananza fisica tra noi e loro, ma di grande vicinanza di spirito e di pensiero. Abbiamo sofferto e sperato con loro, senza mai lasciarli soli. I contatti con i responsabili della “Casa della Misericordia” sono settimanali e siamo costantemente impegnati per sostenerli. Speriamo davvero arrivino presto tempi migliori…».
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