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Qualcuno l’ha definita una vera e propria epidemia, con numeri che farebbero impallidire i dati di più stretta attualità del Coronavirus, eppure nessuno ne parla. Sono le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) che nel nostro Paese sono ritenute responsabili di oltre il 90% dei decessi totali registrati (fonte: Istituto Superiore di Sanità). Si tratta delle malattie cardiovascolari, dei tumori, delle malattie neurologiche e respiratorie croniche e del diabete.
Col progressivo aumento della speranza di vita le MCNT pesano ancora di più sulla qualità della vita delle persone oltre i 65 anni, sulle politiche sanitarie e, di conseguenza, sui costi sociali. La speranza di vita “libera da disabilità” si attesta infatti sui 65 anni, per entrambi i sessi: se è vero che si vive più a lungo, non è altrettanto vero che viviamo una vecchiaia più serena e sana. Dati destinati a peggiorare per diverse ragioni: tendenza all’aumento dell’inattività fisica, aumento epidemico di sovrappeso e obesità, aumento dell’aspettativa di vita con il quale cresce parallelamente la probabilità di sviluppare tumori, malattie cardiovascolari, diabete, forme di demenza, ecc.
E’ a queste sfide che cerca di rispondere il progetto “SMART&Touch-ID”: un HUB per la creazione di sistemi riabilitativi innovativi-SMART, connessi a bisogni e territorio-Touch, individualizzati-ID e sostenibili, di cui è capofila la Fondazione Don Gnocchi – IRCCS S. Maria Nascente e vincitore del bando di Regione Lombardia “Call Hub Ricerca e Innovazione”.
Si tratta in sintesi, come spiega la responsabile scientifica del progetto stesso, Francesca Baglio (nella foto), medico neurologo dell’IRCCS milanese, di “rispondere al bisogno nuovo di cura e riabilitazione dei nostri pazienti-cittadini, con percorsi riabilitativi innovativi che vedono la trasformazione digitale in riabilitazione con l’utilizzo della realtà virtuale e di nuove piattaforme tecnologiche, abilitante a trasferire il momento di cura dalla struttura di riabilitazione a domicilio”.
Un nuovo approccio e soluzioni innovative per la riabilitazione di tanti pazienti con MCNT: una componente particolarmente vulnerabile e in crescita.
Il progetto, che vede il coinvolgimento di più partner tra aziende: ETT solution s.p.a, Astir s.r.l., OpenLab; enti di ricerca, un IRCCS: il Fatebenefratelli di Brescia, e due Università: “Carlo Cattaneo”–LIUC di Castellanza (VA) e Università degli Studi Milano–Bicocca, prevede la realizzazione di un HUB di riabilitazione, come una sorta di incubatore tecnologico, per la creazione e validazione di percorsi di cura per le MCNT, attraverso l’utilizzo di tecnologie abilitanti per rispondere ai bisogni di benessere e di personalizzazione delle cure.
“La direzione da seguire – spiega ancora Francesca Baglio – è quella della continuità assistenziale, con l’implementazione di tecnologie sostenibili e accessibili e soprattutto con approcci personalizzati, specifici per patologia ed individualizzati sulle caratteristiche proprie della persona in cura”.
Scopo finale sarà quello di far diventare normali protocolli di cura, approcci e metodiche oggi solo testati su piccoli campioni o ancora oggetto di ricerca: una ricerca che ancora una volta non diventa solo pratica clinica, ma le cui applicazioni entrano direttamente nelle case dei pazienti.
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