Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Un manifesto, o lettera d’intenti, o “Call to action”, come l’ha chiamata la prof.ssa Maria Chiara Carrozza, Direttore Scientifico della Fondazione Don Gnocchi, ovvero un invito all’azione, teso a favorire la ricerca traslazionale, la diffusione e l’accessibilità delle tecnologie bioniche nel campo della protesica d’arto, questo l’atto finale di un Workshop organizzato da INAIL a Roma, lo scorso 3 dicembre, in occasione della Giornata mondiale delle persone con disabilità e che ha visto la partecipazione, della Fondazione Don Gnocchi, dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e del Campus Bio-Medico di Roma.
“Tecnologie bioniche e disabilità: le sfide della protesica d’arto”, questo il titolo dell’evento nel corso del quale è stato fatto il punto sulla ricerca in campo tecnologico e robotico applicato alle protesi per gli arti inferiori e superiori. Un problema, quello delle amputazioni, che ha coinvolto nel 2018 circa 15.000 persone, con un trend in leggera diminuzione rispetto a 10 anni fa (82% agli arti inferiori e il 18% gli arti superiori) e che colpisce prevalentemente la popolazione maschile (81% per l’arto superiore, 67% per l’arto inferiore) rispetto a quella femminile.
Nel corso dell’incontro, è intervenuto anche il Presidente dell’INAIL, Franco Bettoni, il Direttore Generale, Giuseppe Lucibello, Giovanni Leonardi, Direttore Generale della ricerca e innovazione del Ministero della Salute.
“L’iniziativa – ha commentato la prof.ssa Carrozza, intervenuta con una Lectio Magistralis - era dedicata alla presentazione dei risultati più importanti ottenuti nel campo dello sviluppo di nuove protesi bioniche da parte di enti diversi che conducono progetti di ricerca con INAIL. Il nostro contributo, come Fondazione Don Gnocchi è mettere a disposizione le nostre competenze e proporre una rete di strutture per promuovere la ricerca traslazionale e la sperimentazione clinica, allo scopo di rendere disponibili ed accessibili a tutti i nostri pazienti amputati queste tecnologie avanzate”.
Leonardi, del Ministero della Salute, ha auspicato una collaborazione sempre più stretta gli IRCCS e l’INAIL, in particolare tra la rete degli IRCCS delle neuroscienze e della riabilitazione, come la Fondazione Don Gnocchi e altre realtà di eccellenza anche se non IRCCS, come il Campus Biomedico, per la sperimentazione dei dispositivi sul campo.
L’atto finale della giornata, una comune dichiarazione di intenti da sottoscrivere tra Fondazione Don Gnocchi, Campus Bio-Medico, Scuola Superiore Sant’Anna e Istituto Italiano di Tecnologia e aperta a quanti altri vorranno aderire, sotto l’egida di INAIL per sancire la comune volontà di produrre ricerca traslazionale e sperimentazione clinica, in una sorta di network, per valorizzare e condividere competenze e valori, senza escludere la creazione di spin off e start up per sfruttare brevetti e quindi produrre dispositivi finali certificati ed accessibili.
“Noi siamo pronti a prendere questo impegno in maniera ufficiale – ha infine dichiarato la prof.ssa Carrozza - perché tra i valori della Fondazione Don Gnocchi c’è l’accessibilità e la diffusione delle tecnologie: mettere a disposizione di chi ne ha necessità il meglio dell’innovazione tecnologica”.
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