Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Col patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Avellino e della SIMFER (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa), la Fondazione Don Gnocchi - in collaborazione con l’ASL di Avellino - ha promosso venerdì al complesso monumentale dell’ex carcere borbonico il convegno “Gravi Cerebrolesioni Acquisite: complessità e modelli organizzativi”.
Tra gli obiettivi dell'evento, l’analisi dei vari aspetti connaturati alla presa in carico del paziente con Gravi Cerebrolesioni Acquisite (GCA); la presentazione dell’approccio strategico dell’ASL di Avellino; il punto sulle innovazioni tecnologiche oggi disponibili; il rafforzamento della capacità di fare rete nel percorso di accompagnamento del paziente e i suoi familiari in tutte le fasi dell’evento patologico.
«Un’iniziativa tesa a consolidare la sinergia con l’ASL di Avellino già ampiamente attuata nella proficua integrazione tra la nostra realtà di S. Angelo dei Lombardi, l’ospedale “Criscuoli-Frieri” e le altre strutture sanitarie del territorio – ha commentato Francesco Converti, direttore generale della Fondazione Don Gnocchi, nella foto sotto nel corso del suo intervento – e che ci ha offerto l’opportunità di presentare le nostre eccellenze nell’ambito della ricerca applicata in ambito clinico, le nostre “best practice” e le esperienze maturate in altri contesti nella riabilitazione dei pazienti più fragili».
«La Fondazione Don Gnocchi è una struttura di eccellenza per la quale ho ritenuto utile un investimento ulteriore - ha dichiarato Mario Nicola Vittorio Ferrante, direttore generale dell'Asl di Avellino, nella foto sotto, accanto a Maria Concetta Conte, direttore sanitario - e un nuovo percorso verso una fase più avanzata e visibile, perché la riabilitazione post acuta è di prim’ordine. Ho invitato la Fondazione ad investire maggiormente nella riabilitazione robotica, che è quella più all'avanguardia. Da qui in avanti, il polo di Sant'Angelo dei Lombardi si è impegnato per un miglioramento e i risultati si vedranno con l'aumento delle richieste dei pazienti. Vogliamo che i cittadini della provincia e della Campania non siano più costretti a recarsi in città lontane per avere cure e servizi adatti alle proprie patologie. In questo modo, i pazienti non dovranno privarsi della vicinanza dei propri familiari e questi ultimi non dovranno sostenere ulteriori spese per gli spostamenti».
Innovazione tecnologica e riabilitazione robotica nell’esperienza della Fondazione Don Gnocchi, sono stati alcuni dei temi sviluppati nel corso del convegno, insieme alla gestione clinica dei pazienti, l’approccio multidisciplinare nel percorso di cura e recupero e i rapporti con i famigliari e le loro associazioni.
«Oggi è la riabilitazione che raggiunge i nostri pazienti fin dentro le loro abitazioni, grazie alla tecnologia – ha aggiunto Converti -. Non dimentichiamo quanto tutto ciò è stato importante anche durante la pandemia attraverso la teleriabilitazione e la telemedicina. Inoltre, uno degli aspetti che ci lega al territorio irpino è la continuità del mandato del nostro fondatore, don Carlo Gnocchi, che nel dopoguerra immaginava un’opera unica che potesse dare la migliore risposta possibile in tutte le aree del nostro Paese, grazie alle migliori cure e grazie all’innovazione e alla ricerca scientifica».
I lavori, a cui hanno preso parte, tra gli altri anche Maria Concetta Conte, direttore sanitario dell’ASL di Avellino, Monica Pinto, segretaria di SIMFER Campania e Basilicata, ed Eugenio Guglielmelli, direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, sono stati chiusi dal presidente della Fondazione, don Vincenzo Barbante.
La Fondazione Don Gnocchi è presente in Irpinia dal 2006 con il Polo Specialistico Riabilitativo di S. Angelo dei Lombardi, integrato funzionalmente con il locale Ospedale Criscuoli-Frieri”. Presso la struttura, dotata di 111 posti letto, si trova un reparto di alta intensità per pazienti con GCA, viene svolta attività di riabilitazione cardio respiratoria e neuromotoria anche in regime di Day Hospital e sono presenti quattro sistemi tecnologici robotizzati, per la riabilitazione degli arti superiori di pazienti con esiti di ictus.
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