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«In struttura mi presento come quello sicuro, ma so già che tra poco, quando arriverà l’ultimo giorno di servizio, inevitabilmente mi metterò a piangere come un bambino. Quindi, un po’ per me e per chi come me si commuoverà alla fine, voglio solo dire: non piangere perché è finita, ma sorridi perché è successo. Grazie a tutti voi!».
Le parole di Alberto - uno dei tanti giovani che si apprestano a concludere l’anno di servizio civile universale in Fondazione Don Gnocchi - riassumono bene il clima del momento di saluto e di confronto, svoltosi nei giorni scorsi in presenza all'Istituto "Palazzolo-Don Gnocchi" di Milano o in collegamento dai vari Centri della Fondazione sedi di progetto.
«Voglio davvero ringraziarvi tutti - ha sottolineato il direttore generale, Francesco Converti -. La vostra presenza in Fondazione è una straordinaria ricchezza e continueremo impegnarci perché questo possa avvenire anche in futuro con sempre maggiore efficacia. La vostra presenza in Fondazione è utile anche per tutti quegli operatori che attraverso voi vedono positivamente quello spirito che dal mondo esterno – quando si parla di generazioni, che magari sono lontane da alcuni valori – si fa a volte fatica a cogliere. Avete ricevuto tanto, ma avete dato anche tanto ed è bello percepirvi oggi così protagonisti da essere ricordati dai nostri ospiti e operatori».
Un momento dell'incontro di fine servizio all'Istituto "Palazzolo-Don Gnocchi" di Milano
Particolarmente toccanti i video di tanti ospiti e operatori che hanno espresso ai ragazzi il loro ringraziamento e parimenti intense sono state le loro testimonianze: «Grazie a questa esperienza - ha detto a nome di tutti Riccardo, in servizio accanto ai disabili del Centro di Legnano - ho avuto modo di conoscere e apprezzare realtà come la Fondazione, che davvero si prendono cura di chi rimane indietro. In un mondo come il nostro, iperveloce e ipercompetitivo, è rassicurante sapere che c’è chi si prende cura di chi non ce la fa. E io sono davvero contento di aver fatto la mia parte in questo contesto».
Due momenti dell'attività formativa che ha innervato l'anno di servizio civile nei Centri della Fondazione
«Il mio anno di servizio civile al Centro di Roma - è stata la testimonianza di Marta - si racconta con i nomi delle persone che ho avuto la fortuna di incontrare come pazienti o operatori. Grazie di cuore a tutti coloro che, consapevoli o meno, mi hanno regalato pillole di vita che custodirò con cura nel mio cuore e con l’impegno di condividerle con chi vorrà ascoltare».
Toccante e originale il pensiero di Caterina, in servizio al Centro di Parma: «È stato un anno di rinascita personale, nonostante le difficoltà che ci sono state, perché mi ha aiutato ad attraversare un periodo di smarrimento e mi è servito per ritrovare me stessa. Voglio ringraziare i compagni di viaggio che mi hanno fatto un po’ da guida e che sono diventati parte integrante della mia vita. Non è stata per niente un’esperienza facile, ma ci è servita per imparare a gestire i problemi in autonomia e a fare gioco di squadra. Un’esperienza davvero bella!».
Momenti di attività con i più fragili (anche all'estero) dei volontari in servizio civile
L'incontro - coordinato dalla responsabile del Volontariato e Servizio civile della Fondazione Monica Malchiodi - è stato chiuso dalle parole del presidente: «Nella fragilità si può non essere soli solo se si ha il coraggio e la capacità di essere disponibili all’incontro, come lo siete stati voi - ha rimarcato don Vincenzo Barbante -. Avete avuto un’opportunità di incontro con le persone fragili, con le persone che si prendono cura di loro, con i familiari, con gli altri volontari: è questa l’umanità di cui tante volte non si parla e che voi avete incontrato ed è un’esperienza che per ciascuno è diventata arricchente. Tutto ciò è diventato per voi qualcosa di prezioso. La vera ricchezza in fondo è fatta di amicizie, di sorrisi, di solidarietà e di condivisione, con gli altri e tra di voi. Ciascuno di noi può fare la differenza per tante persone. Voi potete fare la differenza. Io sono contento che la nostra Fondazione, insieme con Sacra Famiglia e Lega del Filo d’Oro, si sia impegnata a fare qualcosa di importante per chi è fragile e abbia investito tempo, risorse, volontà per offrire l’opportunità a dei giovani di condividere quanto sia bello camminare insieme e questo cambia il mondo. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo lanciato un segnale importante: il cambiamento è possibile se si cammina insieme. Grazie davvero, dal profondo del cuore. Sono davvero molto contento che voi siate felici di aver vissuto questa esperienza».
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