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Angela Comanducci, Simone Pancera, Silvia Picciolini e Marco Germanotta sono i quattro giovani ricercatori premiati dalla Fondazione Don Gnocchi durante la Giornata della ricerca 2023 “Scommettiamo sul futuro – I giovani e la ricerca in Fondazione Don Gnocchi”, che si è svolta oggi a Milano, al Centro IRCCS “S. Maria Nascente”. I premiati (tra gli oltre 20 che hanno partecipato al bando) sono un medico, un fisioterapista e due ricercatori. Il premio è sostenuto dall’Associazione Nazionale Alpini, in virtù dello stretto legame che unisce da sempre le penne nere all’Opera del beato don Gnocchi.
Marco Germanotta, Silvia Picciolini, il presidente della Fondazione don Vincenzo Barbante, il tesoriere Ana Andrea Gorgoglione, Simone Pancera, Angela Comanducci e la direttrice scientifica Cristina Messa
La Giornata della ricerca è un evento organizzato annualmente dalla Fondazione Don Gnocchi per fare il punto sull’attività scientifica svolta e sulle linee programmatiche di sviluppo. Nel 2022 gli specialisti della Fondazione Don Gnocchi attivi nella ricerca sono stati 256 e hanno pubblicato complessivamente 274 articoli su riviste scientifiche indicizzate nazionali e internazionali per un Impact Factor complessivo (indice utilizzato dalla comunità scientifica per misurare l’importanza di una ricerca) pari a 1365,51, in crescita di oltre il 15% nell’ultimo triennio.
La professoressa Maria Cristina Messa, il professor Mario Clerici e il dottor Lorenzo Brambilla
«L'integrazione tra ricerca, innovazione e assistenza è fondamentale per il continuo miglioramento delle cure - ha sottolineato Maria Cristina Messa, già ministro dell’Università e della Ricerca e da poche settimane direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, ordinario di Diagnostica per immagini e Radioterapia all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, ateneo del quale è stata rettore dal 2013 al 2019 -. Solo così possiamo creare un ponte solido tra la conoscenza delle basi delle malattie e la cura delle persone. L’obiettivo della ricerca in Fondazione, un’istituzione da sempre molto vicina alla sofferenza e ai più fragili, è quello di valorizzare le numerose competenze presenti per contribuire ad affrontare le sfide legate all’aumento delle cronicità e alla complessità di questa epoca. Per fare questo puntiamo molto sui giovani, a cui è dedicato il premio consegnato oggi. Introdurremo un regolamento specifico per i ricercatori, che preveda maggior coinvolgimento, premialità, borse di studio e percorsi di carriera, con l’obiettivo di motivare e valorizzare i giovani, così importanti per lo sviluppo del nostro Istituto e di tutto il sistema scientifico italiano».
Il direttore scientifico dell'IRCCS di Milano Mario Clerici ha poi illustrato i dati dell'attività, mentre il direttore medico e socioassistenziale Lorenzo Brambilla ha illustrato l'integrazione tra clinica e ricerca nell'organizzazione dipartimentale.
La tavola rotonda con la partecipazione anche delle ricercatrici Alessia Gallucci e Federica Rossetto
Alla tavola rotonda allestita per discutere di come rendere la ricerca scientifica attrattiva per i giovani, moderata dal giornalista Fabio Pizzul, sono intervenuti con la professoressa Messa anche la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza, il rettore del Campus Bio-Medico di Roma Eugenio Guglielmelli (questi ultimi già direttori scientifici della Fondazione Don Gnocchi) e il professor Luigi Nicolais dell’Università Federico II di Napoli.
Il direttore generale della "Don Gnocchi" Francesco Converti ha sottolineato l'impegno della Fondazione per i giovani: «Il premio consegnato oggi - ha detto - mostra l’attenzione per i giovani che la Fondazione ha da sempre e che crescerà ancora nei prossimi anni. Il loro contributo è numericamente e qualitativamente molto rilevante: se si considera tutta la popolazione della Fondazione Don Gnocchi gli under 35 sono 1.815, pari al 28,4% del totale: di questi il 29% sono medici e il 59% operatori sanitari. I ricercatori sono complessivamente 281 e 109 di loro hanno meno di 35 anni».
«Vogliamo continuare a dare seguito all’intuizione di don Carlo e mettere a disposizione dei nostri pazienti e utenti, ma anche dei nostri ricercatori, quanto di meglio la scienza e la tecnica possono oggi offrire. Tutto questo - ha concluso il presidente della Fondazione don Vincenzo Barbante - sempre nella logica del servizio. Sentiamo la responsabilità di concorrere al miglioramento della salute e della qualità di vita dei più fragili, ma anche dei progetti di vita dei nostri operatori e ricercatori. Senza ricerca non c'è futuro, di questo siamo consapevoli e per questo, in uno stile di grande umiltà, rinnoviamo il nostro impegno».
Nella categoria “ricerca clinica” il premio è stato assegnato alla dottoressa Angela Comanducci, responsabile dell’Unità di Neurofisiologia Clinica e del Laboratorio di Neurofisiologia Multimodale per la Riabilitazione dell'IRCCS "S. Maria Nascente" di Milano «per il contributo fornito alla ricerca, alla cura e a una più diffusa conoscenza dei disturbi della coscienza e dei disturbi neurodegenerativi».
Per la stessa categoria, è stato premiato anche il dottor Simone Pancera, fisioterapista dell’Unità di riabilitazione pneumologica del Centro "Spalenza-Don Gnocchi" di Rovato (Brescia) «per saper trasformare in dato di rilevanza scientifica il proprio lavoro quotidiano con i pazienti; per gli studi svolti nel campo della fisioterapia respiratoria, mettendo a frutto anche le esperienze maturate a contatto con i pazienti affetti da Covid 19».
Nella categoria “ricerca di base”, il premio è andato alla dottoressa Silvia Picciolini, ricercatrice del Laboratorio di Nanomedicina e Biofotonica Clinica (LABION) dell’IRCCS "S. Maria Nascente" di Milano «per la passione e l’impegno dimostrati nello studio della biofotonica e della sintesi chimica di nanoparticelle».
Il dottor Marco Germanotta, ricercatore del Centro "S. Maria della Provvidenza" di Roma, è stato invece premiatio «per gli studi avanzati nel campo della robotica adattiva, con un’attenzione particolare verso la sperimentazione di set robotici per l’arto superiore, e per l’innovazione apportata nei metodi di valutazione degli effetti cognitivi e sensoriali della riabilitazione robotica post ictus».
Nel consegnare il premio, il consigliere nazionale e tesoriere Ana Andrea Gorgoglione, ha ricordato il legame che da sempre gli alpini hanno con l'Opera dell'indimenticato cappellano don Carlo Gnocchi: «Finchè ci sarà un solo alpino - ha ribadito - la nostra associazione sosterrà e affianchera la Fondazione in tutte le sue attività».
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