Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Preghiere e appelli per la pace, nel ricordo del beato don Gnocchi, hanno riempito di ulteriori significati la solenne concelebrazione eucaristica al santuario milanese intitolato al "papà dei mutilatini" in occasione del 66esimo anniversario della sua ascesa al cielo. Sull’altare i vessilli sezionali dell’Associazione nazionale alpini di Milano, Monza, Novara, Lecco e Luino, oltre a una trentina di gagliardetti di gruppi Ana e al Labaro Aido di Milano, insieme a quelli di gruppi comunali.
La liturgia, lunedì 28 febbraio, è stata presieduta dal vescovo di Brescia monsignor Pierantonio Tremolada, affiancato dal presidente della Fondazione Don Gnocchi don Vincenzo Barbante, dal presidente onorario monsignor Angelo Bazzari, dal rettore del santuario don Maurizio Rivolta, dai cappellani di alcuni Centri "Don Gnocchi" e da altri sacerdoti, fra cui il cappellano militare del Comfoter di Verona don Flavio Riva, il responsabile della comunità pastorale “Beato don Gnocchi” di Inverigo (Co) padre Daniele Bai e il parroco di Villa d’Adda (Bg) don Giovanni Maria Berta. La funzione è stata animata dal Coro "Aquiloni", diretto dalla musicoterapeuta Isabella Basile e composto da familiari di pazienti accolti nel reparto per persone in stato vegetativo o di minima coscienza dell'Istituto "Palazzolo-Don Gnocchi".
Tra i fedeli presenti i vertici della Fondazione, guidati dal direttore generale Francesco Converti, responsabili, operatori, volontari e ospiti del Centro IRCCS "S. Maria Nascente" e di altre strutture italiane della "Don Gnocchi", autorità civili e militari, gruppi alpini, rappresentanti dell’Aido e di altre associazioni, ex-allievi e amici della Fondazione. Da segnalare in particolare la presenza di Elena Bellani, presidente dell’AVO di Milano; di Silvana Crepaldi, vicepresidente AIDO Milano; di Claudio Gario, tesoriere nazionale dell’Ana; di Valerio Fusar Imperatore, presidente sezione Ana di Milano; di Luigi Boffi, già presidente sezione Ana Milano, oltre a una rappresentanza di ufficiali e sottoufficiali dell’8° Reggimento Alpini con sede a Venzone (Udine).
Nell’omelia, monsignor Tremolada ha ricordato la straordinaria attualità del monito di don Gnocchi: «Se ricostruire bisogna - ha detto citando le parole di don Gnocchi - la prima e fondamentale di tutte le ricostruzioni è quella dell’uomo. L’attenzione, oggi come ieri, va sempre rivolta alla persona umana, per crescere “cristiani attivi, ottimisti, sereni, concreti e profondamente umani, che guardano al mondo, non più come un nemico da abbattere o da fuggire - come ripeteva don Carlo -, ma come a un prodigio da conquistare e redimere con l’amore”».
La testimonianza di don Carlo - ha ricordato il vescovo di Brescia - rappresenta un saldo riferimento anche di fronte alla drammatica situazione di questi giorni: «Don Gnocchi ha risposto al dramma della guerra – ha concluso monsignor Tremolada – restituendo dignità agli uomini attraverso la via dell’amore. È questa la lezione che tutti noi, ancora oggi e soprattutto oggi, dobbiamo custodire nel cuore e rinnovare al mondo intero».
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