Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
“Golden Synapse Award” per il miglior articolo pubblicato nel 2020 dalla rivista Journal of Neurologic Phisical Therapy: è il premio che l’Academy of Neurologic Phisical Therapy ha assegnato all’articolo “Upper limb robotic rehabilitation after stroke: a multicenter randomized clinical trial”, pubblicato da Irene Aprile, neurologa e ricercatrice dell’IRCCS Fondazione Don Gnocchi, insieme al gruppo di riabilitazione robotica da lei coordinato. L’articolo raccoglie i risultati di un lungo e complesso lavoro sull’utilizzo delle tecnologie robotiche nei percorsi riabilitativi in Fondazione, in particolare nel recupero dell’arto superiore in pazienti post ictus. La ricerca ha coinvolto 9 Centri “Don Gnocchi” in Italia ed oltre 250 pazienti, con l’obiettivo di misurare l’efficacia di trattamenti condotti con le nuove tecnologie rispetto ai trattamenti tradizionali.
Punto di partenza è che dopo un ictus solo il 12% dei pazienti raggiunge un recupero funzionale completo dell’arto superiore, mentre nel 30-60% dei casi i deficit persistono. I ricercatori “Don Gnocchi” hanno valutato l’efficacia del trattamento robotico sull’arto superiore condotto utilizzando 4 dispositivi di ultima generazione, con un’azione specifica in particolare sui movimenti di mano, polso, gomito e spalla.
I pazienti sono stati valutati prima e dopo il trattamento e le misurazioni sono state condotte sulla base della scala Fugl-Meyer Assessment (FMA), un indice che valuta il grado di disabilità delle persone colpite da ictus, oltre ad altre scale per valutare la funzione motoria, le attività e la partecipazione.
I risultati illustrati nell’articolo premiato hanno dimostrato la piena efficacia della riabilitazione con tecnologie robotiche nel recupero dell'arto superiore. Non solo, per alcuni aspetti - come ad esempio i movimenti di presa della mano, di flessione dell'avambraccio sul braccio e di abduzione della spalla - la riabilitazione tecnologica si dimostra più efficace della riabilitazione convenzionale, permettendo al paziente di raggiungere prima nel tempo importanti obiettivi di recupero motorio. Alcuni pazienti che hanno continuato a fare riabilitazione robotica e che sono stati monitorati per mesi hanno recuperato in modo importante e significativo anche a distanza di un anno dall'ictus.
«Questo premio – commenta Irene Aprile – è il riconoscimento di un importante lavoro di squadra che ha coinvolto diversi Centri di Fondazione e tanti colleghi: se concretamente il trofeo è arrivato qui a Roma, idealmente però vorrei che fosse presente in tutte le strutture che hanno collaborato al progetto e che per certi versi stanno proseguendo nelle ricerche per capire in che modo possiamo ancora di più migliorare l’efficacia dei dispositivi tecnologici a nostra disposizione».
«Oltre che complimentarmi con tutto il gruppo di lavoro della riabilitazione robotica per questo importante risultato - aggiunge Maria Chiara Carrozza, direttrice scientifica della Fondazione - vorrei sottolineare l’importanza di questo studio, perché è un esempio riuscito di ricerca traslazionale, cioè di una ricerca che ha un’immediata ricaduta nella clinica e che sempre più connoterà il nostro stile e modo di fare».
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