Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
«Uno degli effetti più sensibili della malattia è la perdita dell'autonomia. Bisogna imparare ad affidarsi anche per operazioni che abbiamo sempre considerato intime, personali e non delegabili ad altre persone. È difficile, bisogna superare molti gradini psicologici ed è una lezione di vita che insegna umiltà e comprensione».
Inizia così una lettera che Gabriele ha inviato qualche giorno fa ai responsabili del Centro “S. Maria alla Pineta” di Marina di Massa, in Toscana, dopo alcune settimane di ricovero presso il reparto di riabilitazione neuromotoria.
«Al Don Gnocchi di Marina di Massa - prosegue - ho trovato persone con "occhi e cuore grandi": persone che non solo si sono dedicate a me e agli altri ospiti con grandissima dedizione e disponibilità, ma lo hanno fatto con una spontaneità che ha fatto sembrare tutto naturale, azzerando così quei gradini che a me sembravano insormontabili. Persone con una sensibilità così acuta che individuavano per ogni paziente l'approccio più delicato, rispettoso, stimolante. Per esercitarmi nella camminata ho dovuto passare un po' di tempo nel corridoio del reparto, andando in su e in giù, e così mi sono reso conto dell'impegno continuo, pressante, onnipresente e diuturno a cui tutto il personale è sottoposto, senza mai perdere il buonumore, il dinamismo, la capacità di rivolgere una parola di conforto o di sprone a tutti quelli che chiamavano, ed a volte reclamavano, la loro presenza. Solo negli ultimi giorni sono riuscito a pagare un caffè ai fisioterapisti che fino a quel momento non me ne avevano dato la possibilità: prima che il miglioramento fosse acclarato, ero un paziente da proteggere, curare, accompagnare, stimolare e rincuorare. Come fai a far pagare un caffè ad una persona a cui dedichi tanta cura ed attenzione? Gli offri pure quello!
«La fisioterapista a cui sono stato affidato, ma tutti in verità, mi hanno seguito e dato suggerimenti (e a volte rimproveri) senza mai risparmiarsi e con un'empatia profonda, facendo guarire corpo e mente. Mi sono accorto che io ero tra i casi più semplici: alcuni dei pazienti avevano situazioni ben più gravi della mia e mi sono reso conto che cure, attenzioni e - lasciatemelo dire - amore crescevano proporzionalmente con la gravità dell'assistito.
«Vorrei esprimere la gratitudine che provo per tutte, indistintamente, le persone che lavorano in questo Centro ma credo di non esserne in grado: troppe le cure ricevute, le lezioni di vita apprese, l'affetto di cui sono stato oggetto per poterlo descrivere compiutamente in poche parole. Ricorrerò, allora, alla formula più semplice e sincera: grazie!».
Il reparto di riabilitazione neuromotoria del Centro accoglie pazienti dopo la fase acuta della patologia e che richiedono di un importante carico assistenziale e un complesso intervento di riabilitazione. Vi operano in modo sinergico diversi specialisti sulla base di un progetto riabilitativo personalizzato sulle esigenze del paziente e solitamente il ricovero avviene mediante passaggio diretto dall’ospedale.
Vengono ricoverati pazienti affetti da patologie di natura neurologica come ictus, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, sindromi parkinsoniane, lesioni endocraniche e spinali, malattie neuromuscolari (distrofie muscolari e atrofie spinali), postumi di neurochirurgia e per attività specifiche di riabilitazione ortopedica a seguito di fratture di femore, politrauma, sostituzione protesi di anca o di ginocchio; esiti di neoplasie osteo-articolari, chirurgia vertebrale, amputazioni di arto inferiore.
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