Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
«Siamo vicini agli operatori della “Casa della Misericordia” di Chortkiv, continuando ad assicurare loro il nostro sostegno concreto e morale, la nostra solidarietà e la nostra amicizia. Quando dolore e sofferenza vengono inferti dagli uomini sugli uomini restiamo sgomenti: ci restano la preghiera e il desiderio di prossimità per chi è vittima. Con le parole del beato don Carlo Gnocchi non smettiamo di invocare a Dio il dono della concordia e pace».
Con queste parole il presidente della Fondazione, don Vincenzo Barbante, ha accolto il vescovo di Bychach Dimitriy Hryhorach e il direttore della Caritas diocesana Roman Broneckiy, in visita a Milano con la presidente Tetyana Dubyna, la direttrice Lidia Dermanscha e la vice direttrice Uliana Kyrylyshun del Centro di accoglienza per minori con disabilità attivo dal 2016 nella regione sud-occidentale dell’Ucraina, fra Leopoli e la Moldavia, affiancato da alcuni anni dalla “Don Gnocchi” nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale.
La delegazione ucraina a Milano con il presidente della Fondazione, il vicedirettore generale Filippo Moro, il segretario generale Giuseppe Nucera e il responsabile del Servizio Solidarietà e Relazioni Internazionali Riccardo Aggujaro
«Dall'avvio del conflitto - ricorda Riccardo Aggujaro, responsabile del Servizio Solidarietà e Relazioni Internazionali della Fondazione Don Gnocchi – ci siamo prodigati con varie forme di supporto e con l’invio di beni di prima necessità, farmaci e materiali sanitari. Una prossima fornitura è in partenza dalla farmacia dell’Istituto “Palazzolo” di Milano».
Il Centro non ha fortunatamente subìto danni diretti dovuti ai bombardamenti, ma gli ospiti e gli operatori continuano a vivere in una situazione di altissima tensione.
«La Casa sta cercando faticosamente di tornare a essere una struttura di riferimento per i bambini con disabilità – racconta Tetyana Dubyna –. Dall’inizio del conflitto abbiamo aperto le porte anche all’accoglienza dei profughi di guerra, anziani e persone con fragilità. Grazie al contributo della diocesi abbiamo inoltre aperto da poco una nuova casa-famiglia dove indirizzare mamme con i loro bambini in fuga dalle aree investite dalla guerra».
Sono stati numerosi i donatori e gli amici della Fondazione che in quest’anno e mezzo non hanno fatto mancare il proprio aiuto per garantire un futuro ai bambini e agli ospiti della “Casa della Misericordia”.
La struttura è stata infatti una dei tanti punti di approdo provvisorio per la miriade di persone sfollate che sono state accolte in mezzo a mille difficoltà. Ora sta cercando di ritrovare un faticoso equilibrio. Prima della guerra, ospitava 90 bambini con disabilità, ponendosi come un punto di riferimento per una comunità già piagata da alcolismo, violenza familiare, povertà estrema, all’interno di un contesto di crisi economica aggravata dall’emergenza Covid.
La presidente della Casa della Misericordia Tetyana Dubyna con don Vincenzo Barbante
Dal 2018 la Fondazione Don Gnocchi ha avviato un progetto di collaborazione volto all’accompagnamento a 360 gradi del Centro. I principali ambiti di intervento sono stati la formazione professionale degli operatori in ambito socio-sanitario, in particolare terapisti della riabilitazione ed educatori speciali. E poi ancora, l’accompagnamento nella presa in carico globale del minore disabile e della sua famiglia, tramite l'affiancamento e la formazione nei processi di riabilitazione fisica e sociale e consulenza specifica per un’adeguata prescrizione e gestione di ausili e protesi e l’introduzione di un modello manageriale sanitario per la gestione e lo sviluppo del Centro.
Attività oggi in gran parte ancora in stand-by visto il protrarsi del conflitto. Proseguono invece le attività di base di assistenza e quelle ludico-educative, con l’obiettivo in particolare di distrarre i più piccoli dal dramma della guerra.
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