Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Test sierologici rapidi combinati con un sistema di monitoraggio per permettere la riapertura delle scuole e la ripartenza delle imprese in sicurezza. È la strada indicata da un team di scienziati italiani per affrontare i nuovi focolai di Covid-19. Fra loro, anche la professoressa Maria Chiara Carrozza (nella foto), direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi.
Il ritorno al lavoro e la ripresa delle attività scolastiche e della vita quotidiana non possono prescindere dalla tutela della salute, che deve essere garantita dalla rilevazione dei contagi (soprattutto asintomatici) e dalla mappatura geolocalizzata dei casi positivi, il tutto nel rispetto della privacy. A firmare il documento, insieme Maria Chiara Carrozza (ordinario di Bioingegneria Industriale all'Istituto di Bioingegneria Industriale della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa), sono Luigi Nicolais (presidente Materias), Annamaria Colao (ordinario di Endocrinologia, Cattedra Unesco Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile, Università degli Studi di Napoli Federico II), Maurizio Ferrari (former president Ifcc International Federation Clinical Chemistry, già ordinario di Patologia Clinica, Università VitaSalute San Raffaele), Giorgio Ventre (direttore Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell'Informazione dell'Università di Napoli Federico II) e Massimo Clementi (professore ordinario di Microbiologia e Virologia, Università VitaSalute San Raffaele).
Secondo il team di scienziati, lo screening di massa e il monitoraggio cadenzato della popolazione non solo consentono una stima accurata della diffusione del virus, ma rappresentano anche un valido strumento a supporto dei processi decisionali in ambito di politica sanitaria. Ad oggi il tampone rinoorofaringeo rimane il test diagnostico raccomandato dalle autorità sanitarie, che seppur efficace in termini diagnostici – continuano gli esperti - presenta criticità che nella fase acuta hanno reso difficile la gestione dell'epidemia.
«L'impiego su larga scala di test sierologici rapidi indirizzati alla ricerca di anticorpi generati in risposta ad un’infezione, risponde a questa esigenza, ovviando a tali criticità», spiegano gli esperti.
Il livello di sicurezza dei cittadini può essere inoltre implementato grazie alla tecnologia. Il tracciamento e la geolocalizzazione dei soggetti positivi, può permettere una razionalizzazione delle scelte strategiche che le autorità competenti possono attuare in maniera tempestiva in modo da contenere la diffusione del virus senza ricorrere a misure drastiche per il Paese.
La metodologia proposta affianca efficacemente al percorso diagnostico il monitoraggio dei soggetti potenzialmente contagiosi.
«Il paper che abbiamo elaborato mette in evidenza la necessità di strumenti integrati, di facile fruizione, che possano garantire la tutela della salute pubblica in questo momento delicato di ripresa e nell'incertezza del prossimo autunno – concludono gli scienziati -. Le istituzioni e l'opinione pubblica sono state esposte a messaggi mediatici non sempre corretti riguardo l'affidabilità e la sensibilità dei test rapidi, offuscando l'utilità di tali test e impedendone la diffusione massiva, sulla base di affermazioni senza alcun rigore scientifico che vanno sfatate».
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