Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
L’assemblea elettiva dell’Associazione Religiosa Istituti Socio-sanitari (Aris) - di cui fa parte la Fondazione Don Gnocchi - ha confermato alla presidenza per i prossimi cinque anni il camilliano padre Virginio Bebber. Padre Bebber guida l’Aris dal 2017 e il suo primo mandato quinquennale era stato prorogato a causa dell’emergenza pandemica. Rinnovate anche le altre cariche dell’associazione: il direttore generale della Fondazione Don Gnocchi, Francesco Converti, è stato eletto responsabile della sezione Centri di riabilitazione.
Alla vicepresidenza è stato confermato don Fabio Lorenzetti, direttore generale dell’Opera Don Guanella. Gli altri eletti sono Mario Piccinini alla sezione IRCCS (amministratore delegato dell’Ircss Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, Verona); Daniele Piacentini alla sezione Ospedali classificati (direttore generale del Fatebenefratelli Isola Tiberina-Gemelli Isola); Alessandro Triboldi alla sezione Case di cura (direttore generale della Fondazione Poliambulanza di Brescia); Domenico Arena alla sezione RSA (presidente Società Servizi Riabilitativi, Messina).
«Nell’iniziare il nuovo percorso alla guida della nostra associazione – sono state le parole di padre Bebber - sento il dovere di ringraziare tutti per la rinnovata fiducia che mi è stata accordata. Abbiamo passato sei anni insieme, nel corso dei quali abbiamo dovuto affrontare momenti molto difficili, imprevedibili, pieni di ostacoli. Abbiamo perso parenti, amici, collaboratori. Abbiamo dovuto confrontarci pesantemente con le istituzioni e abbiamo dovuto faticare non poco per farci ascoltare. Siamo ancora qui e vogliamo continuare ad esserci. Forse però ora sarà anche il momento di imparare ad ascoltare. Ascoltare chi ci guarda con amore e non come nemici; chi ci indica come famiglia e ci invita alla solidarietà; chi in definitiva ha a cuore il nostro futuro. Papa Francesco ci ha indicato per primo la strada da seguire, quando, riferendosi alle nostre difficoltà, ci ha detto: “La realtà è complessa e potrete affrontarla in modo adeguato solo se le istituzioni sanitarie di ispirazione religiosa avranno il coraggio di mettersi insieme e fare rete, rifuggendo ogni spirito concorrenziale, unendo competenze e risorse. Non temete di percorrere strade nuove – rischiate, rischiate – in modo da evitare che i nostri ospedali, solo per ragioni economiche, vengano alienati, vanificando così un patrimonio a lungo custodito e impreziosito da tanti sacrifici”».
«Non abbiamo dimenticato quanto sia stato prezioso il vostro supporto durante la pandemia per garantire continuità delle cure e dell'assistenza a tante persone, in particolare i più fragili e vulnerabili – è intervenuto nel corso dell’assemblea il ministro della Salute Orazio Schillaci -. Facendo tesoro di questa esperienza dobbiamo progettare una sanità che valorizzi la collaborazione virtuosa tra pubblico e privato convenzionato. Una sinergia sempre più necessaria per far fronte al progressivo invecchiamento della popolazione italiana e dalla crescente diffusione delle patologie croniche e per non lasciare soli i tanti anziani che spesso restano nelle corsie degli ospedali perché non c'è nessuno a casa che possa prendersi cura di loro. La recente approvazione della legge delega sugli anziani, la riforma dell'assistenza territoriale che stiamo attuando grazie alle opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci consentono di creare le condizioni per riconoscere il diritto delle persone anziane e la continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio. Per realizzare questo cambio di paradigma c'è bisogno del contributo di tutti gli attori del servizio sanitario nazionale e sono convinto che anche in questa occasione l'Aris saprà fornire un contributo qualificato di idee e di proposte per superare le difficoltà derivanti da un lungo periodo di sottovalutazione e definanziamento della sanità in Italia».
Don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della Salute della Cei, ha invitato le strutture Aris a riscoprire la forza dello stare insieme rinunciando a ogni tentativo di pericoloso individualismo.
«Siete strutture importanti – ha aggiunto - ma siete strutture scollegate: fino a quando non ci sarà una maggiore fiducia all'interno del sistema sanitario cattolico in Italia, voi sarete - soprattutto i più piccoli – isolati e ricattabili e quindi più a rischio. A me dispiace perdere il patrimonio che i nostri predecessori hanno costruito. A me dispiace vedere che i sacrifici di tanti religiosi e religiose vadano persi, a volte semplicemente perché non abbiamo avuto coraggio di prendere le decisioni necessarie. È un problema di relazioni interne, è un problema di collaborazione che non può non partire da voi stessi. Non ho mai parlato di fusioni, aggregazioni, controlli, ma l'unico modo per sopravvivere è convergere su obiettivi comuni».
Ufficio Stampa Fondazione Don Gnocchi
Milano, tel. 02 39703245 – 335 8498258
ufficiostampa@dongnocchi.it