Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Un’idea brillante e una bella storia di solidarietà in tempo di pandemia, che coinvolge il Centro “Vismara-Fondazione Don Gnocchi” di Milano. I protagonisti sono tre ragazzi poco più che ventenni: Ivan Lombardi, di Rozzano (Mi) e Ilaria Muresu di Olbia (fidanzati, entrambi atleti paralimpici, che condividono la passione per la scherma), insieme a Sara Succurro, che risiede in provincia di Cosenza, non udente come Ilaria.
«Tutto nasce da una constatazione che abbiamo fatto durante le varie fasi dell’emergenza coronavirus – spiega Ivan -. Ilaria, sorda oralista (metodo di insegnamento della lingua parlata ai non udenti, basato sull'importanza dell'espressione verbale e della lettura delle labbra escludendo l'uso delle lingue dei segni) si è resa conto di essere isolata dal resto del mondo, perché con le mascherine non poteva leggere il labiale».
Di qui la ricerca in rete di qualche suggerimento e l’idea di ricorrere mascherine con finestra trasparente all’altezza delle labbra, da produrre e distribuire a chi lavora con persone sorde.
«La nostra sfida - spiega Ivan - punta a un traguardo ambizioso: raccogliere fondi per produrre almeno un migliaio di dispositivi di protezione di questo tipo, validati dalle autorità sanitarie, da distribuire gratuitamente a chi ne ha bisogno. Si tratta di mascherine lavabili e prodotte da sartorie che peraltro stanno contribuendo al progetto donando la loro produzione».
Ivan conosce benissimo la realtà del Centro “Vismara” di Milano, essendo stato accolto e seguito da quando aveva un anno fino alla maggiore età in questa struttura della zona sud di Milano, dal 2013 gestita dalla Fondazione Don Gnocchi.
«Come gesto di riconoscenza per il percorso fatto – racconta – ho contattato la mia ex-terapista e ci siamo accordati per donare a bambini e ragazzi come me una buona quantità di mascherine trasparenti. Il gesto è stato molto apprezzato e la cosa ci fa enormemente piacere».
L’utilità di questi dispositivi non si limiterà ai soli non udenti, ma è stata pensata per uno spettro più ampio di potenziali beneficiari.
«Le mascherine – conclude Ivan - sono destinate principalmente ai non udenti, ma sono utili anche a tutti coloro che vogliono comunicare con loro, abbattendo questa ulteriore barriera nata con il Covid-19. Possono inoltre servire anche quando finirà l’emergenza: medici o dentisti, ad esempio, avranno sempre una mascherina addosso e chi si reca da loro deve poter leggere le labbra e scambiare con loro anche un sorriso, non solo con gli occhi».
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