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La riabilitazione dell’arto superiore dei pazienti colpiti da Ictus si arricchisce di un nuovo strumento, che amplia le possibilità di utilizzo anche al di fuori delle palestre. Si chiama ICone ed è un dispositivo robotico molto maneggevole e compatto, attualmente in fase di studio e sperimentazione presso il Centro “S. Maria della Provvidenza” di Roma.
La sua peculiarità, rispetto ad altri dispositivi già in uso presso le strutture di Fondazione e destinate alla riabilitazione dell’arto superiore, è quella, grazie alle sue dimensioni contenute e al peso non eccessivo, di poter essere impiegato persino a casa del paziente oppure, in struttura, nella stanza di degenza o in altri spazi. Un elemento questo non trascurabile in un periodo di emergenza e di isolamento, come quello da cui stiamo lentamente uscendo, nel quale, tra l’altro, molti pazienti hanno dovuto interrompere le terapie in corso proprio per l’impossibilità di accedere alle strutture.
Al di là dell’isolamento dovuto alla pandemia, il valore aggiunto di un dispositivo del genere si avverte soprattutto nei periodi “vuoti”, a volte prolungati, che passano tra un intervento riabilitativo e l’altro in palestra, con il vantaggio per il paziente di dare continuità al percorso di recupero, anche senza l’intervento diretto del terapista.
«Quello attualmente in corso – spiega Irene Aprile, neurologa, responsabile medico del Centro Don Gnocchi di Roma e coordinatrice del Gruppo di Riabilitazione Robotica e Tecnologica della Fondazione – è uno studio di fattibilità dell’apparecchio. In pratica, stiamo conducendo una valutazione non tanto dal punto di vista clinico, perché ICone è l’evoluzione, in forma “portatile”, di un sistema già conosciuto e su cui esiste già un’ampia letteratura, quanto piuttosto dell’usabilità, soprattutto in chiave “domestica” o comunque in spazi all’interno della struttura non convenzionali. Stiamo cercando di capire da una parte le sue potenzialità, dall’altra i limiti o le criticità, in modo che per il paziente, il caregiver e il terapista sia una reale opportunità».
Il dispositivo, che lavora sui movimenti di spalla e di gomito in modo planare, nelle due dimensioni, non può funzionare senza l’apporto del terapista: è l’operatore infatti che imposta il programma riabilitativo, anche da remoto e che controlla e misura, una volta svolto l’esercizio, la correttezza e l’efficacia del gesto. Una volta programmato, lo svolgimento del lavoro può essere lasciato al singolo paziente o al caregiver.
ICone è stato realizzato da Heaxel, un’azienda produttrice di dispositivi medicali che progetta, sviluppa e commercializza sistemi innovativi per la riabilitazione e l’assistenza mediata da robot e nasce dal gruppo di biorobotica dell'Università Campus Bio-Medico di Roma.
ICone ha ricevuto il marchio CE ed è tra i pochi, se non l’unico dispositivo riabilitativo robotico, autorizzato per l’uso anche a casa del paziente.
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