Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
L’Associazione Vittime Civili di Guerra e la Fondazione Don Gnocchi hanno sottoscritto un accordo di gemellaggio che formalizza e rafforza la storica amicizia e collaborazione fra le due realtà. La firma è stata posta dal presidente dell’ANVCG, Michele Vigne, e dal presidente onorario della Fondazione, monsignor Angelo Bazzari (foto sotto), al termine di un incontro pubblico dal titolo “Le vittime civili di guerra e l’opera di don Carlo Gnocchi: la storia continua”, promosso a Milano, nella prestigiosa sede di Palazzo Marino, con il patrocinio e il sostegno del Comune di Milano, di “Milano è memoria” e della Regione Lombardia.
Il gemellaggio fra le due realtà suggella un’amicizia e una collaborazione in essere da tempo: rappresenta un atto solenne e importante, che porterà nuove energie per i progetti futuri e nuovi percorsi di educazione, sensibilizzazione e promozione dei diritti umani e della dignità della persona.
«La Fondazione Don Gnocchi e l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, nel rispetto delle proprie finalità statutarie – si legge nell'atto sottoscritto a palazzo Marino -, si impegnano a sviluppare iniziative di collaborazione volte a sostenere le vittime civili di guerra, la divulgazione dei valori del beato don Carlo Gnocchi e la promozione dei valori della pace e della solidarietà fra i popoli».
Associazione e Fondazione hanno da sempre contribuito, attraverso un percorso parallelo che più volte si è incontrato, a restituire dignità e speranza alle vittime civili di guerra del nostro Paese. L'impegno sottoscritto punta «a sviluppare iniziative volte a conservare la memoria dell’Opera del Beato don Carlo Gnocchi nei confronti delle vittime civili di guerra, al fine anche di promuovere i suoi principi e i suoi valori di prossimità, solidarietà e compassione; a sviluppare iniziative sull’esperienza vissuta dalla popolazione civile italiana nel corso delle guerre mondiali e sull'impatto dei conflitti successivi ed attuali sulle popolazioni civili al fine di conservarne la memoria e di favorire percorsi di educazione, sensibilizzazione e promozione dei diritti umani e di tutela della dignità umana; a sensibilizzare l’opinione pubblica e specialmente le nuove generazioni sui valori comuni, anche attraverso le testimonianze dirette di chi ha vissuto in prima persona storie esemplari».
La promessa è di «sviluppare iniziative e campagne di advocacy in Italia e all’estero, volte a promuovere una maggiore tutela sanitaria delle vittime civili di guerra, indipendentemente dalle loro condizioni socio-economica e dalla nazionalità, favorendo il loro accesso a prestazioni e a cure sanitarie e a migliorare la condizione delle vittime civili di guerra e la loro salute, con il tramite anche di specifiche convenzioni con i Centri della Fondazione e con i loro servizi anche all’estero».
Sopra, da sinistra, Maurizio Sacchi, Edoardo Bressan, Paolo Iacobazzi e monsignor Angelo Bazzari.
Sotto Nicolas Marzolino, Antonella Battiato e Marina Rodocanachi
L’evento milanese - moderato dal giornalista Maurizio Sacchi, ha visto in apertura i saluti istituzionali di Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano, e di Simone Locatelli, presidente del Municipio 2, che ha ricordato la strage di Gorla consumatasi il 20 ottobre di 79 anni fa. Hanno poi preso la parola Edoardo Bressan , docente di storia contemporanea all’Università di Macerata, che ha fornito le coordinate del contesto storico e sociale in cui sono nate le istituzioni assistenziali e Paolo Iacobazzi, responsabile dell’assistenza pensionistica per l’Associazione, che ha fatto un excursus dei diritti delle vittime civili di guerra.
Al centro dell’incontro, la testimonianza di alcuni mutilatini oggi divenuti dirigenti dell’ANVCG e un focus sulle mutilatine e gli istituti femminili (Adriana Geretto, Alba Carnielutti, Luigi Franzolini, Mario Menotti e Giuseppe Ticò), seguiti da Nicolas Marzolino, consigliere Nazionale ANVCG, che ha raccontato la sua esperienza di vittima civile di guerra: nel 2013, a soli 16 anni, è rimasto ferito a causa del ritrovamento di un ordigno bellico in Val di Susa. Infine, Antonella Battiato e Marina Rodocanachi, del Servizio Solidarietà Internazionale della Fondazione Don Gnocchi, hanno approfondito il progetto della Fondazione in corso in Ucraina. Da segnalare la presenza in sala – oltre a soci, rappresentanti e volontari delle due realtà promotrici – anche degli studenti e docenti di due classi del liceo linguistico “Mamiani” di Pesaro.
Qui sotto, il documentario voluto agli inizi degli anni Cinquanta da don Gnocchi, affidato a Vittorio De Sica e Cesare Zavattini per sensibilizzare i bambini e i ragazzi di quegli anni al dramma delle bombe e delle mine inesplose.
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