Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Riprendere a camminare a 104 anni, dopo una frattura di femore, non è così scontato: serve tenacia, grande forza d’animo, lucidità e il supporto di una squadra affiatata che fa il tifo per te. È quello che è successo a Liberina, arzilla signora di Melfi (Potenza), paziente del Centro "Gala-Don Gnocchi" di Acerenza a seguito di una frattura del femore per una caduta accidentale, che proprio durante la degenza, il 27 gennaio scorso, ha compiuto la bellezza di 104 anni.
Non è mancata la festa a sorpresa, dove pure la banda di Pietragalla è intervenuta per fare alla donna gli auguri in musica, insieme al figlio, parenti, operatori della struttura, volontari e giovani impegnati nel servizio civile.
Anche l’amministrazione comunale di Melfi ha voluto essere presente alla festa, consegnando a Liberina una targa con gli auguri di tutta la cittadinanza. A fare gli onori di casa, il responsabile medico della struttura, il dottor Rocco Santarsiero, (nella foto sotto) che ha seguito il percorso riabilitativo della paziente: «La signora è stata ricoverata dopo l’intervento chirurgico all’ospedale di Melfi – spiega – e come da prassi è stato approntato per lei un progetto riabilitativo personalizzato che ha visto il coinvolgimento di un’équipe formata da diversi operatori che hanno lavorato in sinergia per farle recuperare l’articolarità, la forza muscolare e riprendere la posizione eretta. La signora ha avuto tempi di recupero veloci, se si considera la sua età e ha ripreso a camminare, con l’aiuto di un ausilio, su tragitti medio lunghi. È stata dimessa nei giorni scorsi ed è tornata a casa con una buona autonomia».
Sopravvissuta per miracolo al terremoto del 1930 che colpì l’Irpinia e la Basilicata, quando fu estratta viva dalle macerie, negli anni aveva lasciato la sua terra per trasferirsi a Torino e Sanremo e infine fare ritorno a Melfi. Una vita normale, sempre autonoma, che l’ha portata all’invidiabile traguardo dei 104 anni e a rimettersi in piedi dopo poco più di un mese dalla caduta, con coraggio e grande lucidità, stupendo persino il figlio che già la temeva immobile su un letto.
Protagonisti del percorso riabilitativo di Liberina e degli altri pazienti lungodegenti di Acerenza, anche i volontari e i ragazzi del servizio civile (attualmente sono 11 in servizio mentre per il prossimo bando che scade il 15 febbraio, i posti saranno 10), che non le hanno mai fatto mancare supporto umano e compagnia.
«I tempi di ricovero dei nostri pazienti – spiega Maria Galasso, referente dei volontari "Don Gnocchi" di Acerenza – variano dai 30 ai 60 giorni e a volte anche di più. Una lungodegenza che può diventare pesante soprattutto per chi è solo; per questo, ci teniamo a rallegrare la permanenza dei pazienti e a prenderci cura del loro benessere globale, a tutti i livelli e in questo il ruolo dei volontari, che sono circa una trentina, è fondamentale».
Oggi, il Centro “Don Michele Gala” è un punto di riferimento per la riabilitazione in Basilicata. La struttura dispone di un reparto di degenza di riabilitazione specialistica ospedaliera neurologica e ortopedica, con day hospital, e di un reparto di degenza di riabilitazione estensiva. È presente inoltre un servizio di riabilitazione a carattere ambulatoriale con trattamenti individuali e un poliambulatorio che eroga trattamenti di fisiochinesiterapia, terapia strumentale e logoterapia. La struttura è inoltre dotata di moderni sistemi tecnologici robotizzati per la riabilitazione dell’arto superiore in pazienti con esiti da ictus.
Nel 2023 la struttura ha ricoverato ben 750 pazienti, confermando il suo ruolo di punto di riferimento per la riabilitazione in Basilicata.
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