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È stato sottoscritto nei giorni scorsi un importante accordo quadro tra Fondazione Don Gnocchi e Università di Parma che rafforza e amplia la collaborazione nel campo della prevenzione e della riabilitazione delle patologie cardiovascolari. L’accordo, che ha una durata di cinque anni e si inserisce nel solco della convenzione stipulata nel 2001 tra Fondazione don Gnocchi, Università di Parma, AUSL di Parma e AOU di Parma, riguarda la clinica, la formazione e la ricerca con la compartecipazione a progetti innovativi e di sviluppo nei settori di interesse nonché la valorizzazione dei trasferimenti tecnologici.
In ambito clinico-scientifico, la collaborazione avrà ricadute positive sull’attività di ricerca e sui servizi offerti dalla Fondazione a Parma al Centro “S. Maria ai Servi” e al Centro territoriale di Prevenzione Cardiovascolare primaria e secondaria, dove in particolare sarà istituito un “Osservatorio Territoriale delle Malattie Cardiovascolari”.
«Il rafforzamento del rapporto con l’Università di Parma – commenta Lorenzo Brambilla, direttore medico e socioassistenziale della Fondazione Don Gnocchi – è la naturale evoluzione del progetto di potenziamento della sanità territoriale fortemente voluto dall’AUSL di Parma fin dal 2001; progetto che già nel 2016, anticipando in qualche modo le indicazioni PNRR, aveva visto, proprio in partnership con Fondazione don Gnocchi, l’implementazione di percorsi territoriali di prevenzione cardiovascolare all’interno dell’offerta dei servizi erogati dalla “Casa della Salute Parma centro”, considerata oggi uno dei punti di riferimento per la “sanità di prossimità” della città e della provincia».
Riguardo alla formazione, la collaborazione prevede, tra l’altro, l’utilizzo, da parte dell’Università, di tutte le strutture del Centro "Don Gnocchi" di Parma quali sedi per lo svolgimento di attività didattica sui temi della riabilitazione di soggetti con patologie invalidanti, riduzione degli stati di minorazione post-operatoria o post-acuzie.
«La collaborazione fra la nostra struttura e l’Università di Parma – aggiunge Maria Cristina Messa, direttrice scientifica della Fondazione Don Gnocchi - permette di accelerare e perfezionare la cura, a beneficio dei pazienti e dei soggetti a rischio, e di tutti coloro che, volendo operare in tale settore a rapidissima crescita, hanno l’opportunità di fruire di una formazione completa e innovativa».
«Un accordo importante – evidenzia Paolo Martelli, rettore dell’Università di Parma – nel segno di una collaborazione fattiva e concreta sul tema delle malattie cardiovascolari. Dalla formazione alla ricerca fino alla valorizzazione dei trasferimenti tecnologici: quella messa in atto è un’alleanza su più fronti che chiama in causa competenze, professionalità e, mi permetto di aggiungere, sensibilità, per la salvaguardia di un valore di priorità assoluta quale è la salute delle persone. Sono certo che da questo rinnovato impegno possano arrivare risultati significativi: l’Università è pronta a portare il proprio bagaglio di know-how e non possiamo che ringraziare la Fondazione Don Gnocchi di condividere con noi questi obiettivi».
La "Don Gnocchi" è presente nel capoluogo emiliano da 75 anni: risale infatti al 1949 l’inizio della gestione della struttura ospitata presso l’ex convento cinquecentesco dei Servi di Maria da parte della “Pro Infanzia Mutilata” di don Gnocchi, per accogliere i mutilatini di guerra e, in seguito, bambini colpiti dalla poliomielite e da altre patologie dell’infanzia, potendo contare su un reparto di chirurgia ortopedica all’avanguardia in quel tempo.
Negli anni, il Centro “S. Maria ai Servi” ha esteso il proprio intervento anche ad altri bisogni emergenti in ambito riabilitativo, occupandosi in particolare di pazienti con esiti di patologie cerebrovascolari e ortopediche. Oggi, operano presso la struttura un’unità di prevenzione e riabilitazione cardiovascolare, un’unità di riabilitazione intensiva per lesioni cerebrali vascolari e patologie ortopediche e un’unità di riabilitazione estensiva.
È presente inoltre un poliambulatorio che eroga servizi di diagnostica ambulatoriale, sia di specialistica medica che strumentali, tra cui uno “Sportello Parkinson”. Particolarmente intensa l’attività a carattere ambulatoriale di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva con la presa in carico dei piccoli assistiti attraverso un apporto multidisciplinare che si avvale del contributo dell’équipe specialistica formata da neuropsichiatra infantile, psicologo e terapisti dell’età evolutiva di diversa tipologia (logopedista, neuropsicomotricista, fisioterapista), con possibilità di consulenza medica fisiatrica.
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