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Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità nel mondo. La riduzione dell’incidenza di questa patologia è dovuta in parte ai progressi della scienza medica, ma soprattutto al controllo dei fattori di rischio cardiovascolare: fumo, colesterolo, ipertensione, diabete, stress, sedentarietà, obesità.
Dopo un evento cardiovascolare la prevenzione è importante per fare in modo che non accada di nuovo. E' necessario un lavoro sinergico tra medico specialista e paziente, attraverso una gestione medica e un cambiamento dello stile di vita. La riabilitazione gioca un ruolo fondamentale nell’ambito di programmi multidisciplinari, che includono anche consulenza nutrizionale, supporto psicologico, attività fisica ed educazione a corretti stili di vita.
Confrontare, migliorare e personalizzare i programmi di riabilitazione cardiologica nei pazienti con più di 65 anni per migliorare la loro qualità di vita e la loro autonomia è stato l’obiettivo del progetto multicentrico internazionale EuCare (European Union – Cardiac REhabilitation in elderly patients), durato quattro anni e appena concluso. Tra gli Enti partecipanti anche l’Unità Operativa di Prevenzione e Riabilitazione Cardiovascolare del Centro “S. Maria ai Servi” di Parma della Fondazione Don Gnocchi, in collaborazione con le Unità Operative di Cardiologia e Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.
Il progetto - sostenuto dalla Comunità Europea attraverso il Programma Horizon 2020 - puntava anche a valutare i costi delle cure in questi soggetti con una prolungata aspettativa di vita e ad esplorare i diversi approcci e protocolli terapeutici, così da aggiornare le attuali raccomandazioni scientifiche compreso l’utilizzo delle nuove tecnologie. L’Unità Operativa del Centro “Don Gnocchi” di Parma, guidata da Lorenzo Brambilla, Direttore Sanitario (nella foto con l'intera equipe del Centro) e Direttore Medico della Fondazione, ha affiancato in questo lavoro strutture specializzate di Germania, Olanda, Danimarca, Spagna, Svizzera e Francia, che complessivamente hanno reclutato nell’arco di due anni quasi 1.800 pazienti: 251 di questi sono stati coinvolti dal Centro Don Gnocchi di Parma.
I primi dati del progetto, recentemente pubblicati da European Journal of Preventive Cardiology - rivista internazionale nel campo della prevenzione e riabilitazione cardiovascolare - hanno messo in evidenza che nonostante l'efficacia della riabilitazione cardiologica, i tassi di coinvolgimento delle persone anziane sono purtroppo bassi. Circa il 20% degli over 65 anni soffre di malattie cardiache, ma molti non sono in grado di recarsi in ospedale per sessioni di riabilitazione regolari. Grazie anche al progetto Eu-Care è stata progettata una app per smartphone che consentirà agli anziani di partecipare alle sessioni di riabilitazione cardiaca senza uscire di casa. In uno studio di follow-up, il team Eu-Care ha dimostrato che il software ha migliorato significativamente la capacità di esercizio rispetto ai pazienti che non hanno partecipato al programma.
«Aumentare la capacità di esercizio di una persona - hanno spiegato i responsabili del progetto - non solo protegge dai problemi cardiaci ricorrenti, ma garantisce anche una migliore qualità della vita. I pazienti che non possono fare esercizio sono soggetti ad aumento di peso, a cadute con fratture e vertigini,tanto da perdere perfino la capacità di uscire di casa o muoversi autonomamente». Il numero di pazienti coronarici anziani è destinato ad aumentare nei prossimi decenni e l'invecchiamento della popolazione europea rappresenta una vera e propria sfida per i sistemi sanitari nazionali.
Ciò rende i risultati del progetto Eu-Care ancora più significativi e importanti. Anche le nuove tecnologie - in particolare i sistemi di telemonitoraggio - possono giocare un ruolo fondamentale, suggerendo alternative economiche all'attuale sistema di riabilitazione, incoraggiando nel contempo i pazienti a mantenersi in forma, sani e indipendenti.
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