Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
«Un esempio da seguire. Una vita spesa in favore degli altri, dei più fragili e bisognosi». Così la città di Legnano, le istituzioni, la comunità, il mondo associativo e gli amici - tra cui la Fondazione Don Gnocchi, presente a Legnano con una propria struttura - ricordano la professoressa Teresa Salerio Barello (nella foto), deceduta lo scorso 7 ottobre all’età di 100 anni.
La sua è un’eredità sociale importante, come è stato sottolineato nel commosso e partecipato ultimo saluto nella Basilica di San Magno. Già docente di matematica all’Istituto cittadino “Dell'Acqua”, insieme al marito Flavio è stata la cofondatrice in anni lontani di Anffas Legnano e soprattutto della Residenza Sanitaria Disabili (RSD) “La Sequoia” del Centro Multiservizi di Legnano (nella foto sotto), da tempo gestito dalla Fondazione Don Gnocchi. Per tutta la sua vita, Teresa Salerio Barello è stata impegnata nel mondo della disabilità, anche attraverso il sostegno costante alla RSD del Centro “Multiservizi-Fondazione Don Gnocchi”, che oggi la ricorda con parole di affetto.
«La nostra cara Teresa - ricordano commossi i responsabili della RSD “La Sequoia” - ha fondato insieme al marito questa struttura al servizio dei disabili e ci ha seguito nel tempo con enorme impegno e affetto. I suoi cento anni appena compiuti non si raccontano in pochi minuti. Soprattutto quando la vita è stata piena di attività ricche di senso, che hanno cambiato in meglio la vita di tante persone. C’è infatti chi, più di noi, potrà raccontare la presenza appassionata e competente della professoressa Barello sul territorio legnanese e della sua dedizione verso il mondo della disabilità (oltre che quello della matematica!). Noi tutti - storici e non della Sequoia -, vogliamo invece soffermarci sul prezioso rapporto che, come operatori e abitanti della Sequoia, abbiamo intrattenuto con la “Signora Barello”. L’abbiamo sempre chiamata così, come una forma di rispetto che metteva anche in luce il suo essere Signora, con la S maiuscola...».
Quando la Sequoia ha avviato l’attività, nel 1995, suo figlio Franco è entrato nella struttura come uno dei primi ospiti: «Teresa e il marito Flavio - raccontano i responsabili della Sequoia - sarebbero stati sicuramente in grado di seguire il figlio a casa, ma hanno voluto dare l’esempio e lanciare con forza un messaggio alle altre famiglie. Se bisogna sicuramente progettare un “Dopo di noi”, esiste però anche un tempo “Durante noi” che può essere un’occasione importante per ogni persona che diventa adulta: lasciare la famiglia di origine e sviluppare una vita quanto più possibile autonoma. La Signora Barello non ha nascosto le sue fatiche, in questo parziale distacco che esigeva il “lasciar andare” il figlio. Ricordiamo bene la sua frase: “Noi avevamo un solo tesoro (indicando Franco) e l’abbiamo dato a voi”. Nonostante questo, ha sempre guardato con positività al nostro operato. Se qualche volta è stato fatto diversamente, ne abbiamo sempre discusso con calma e schiettezza, fino ad arrivare ad una mediazione, perché con lei, maturità, rispetto, sincerità e consapevolezza stavano alla base di ogni rapporto, personale e soprattutto professionale. Teresa ha sempre avuto per ognuno di noi parole gentili, di riconoscenza e di gratitudine. Per gli abitanti della nostra casa, compagni di vita del figlio, ha sempre avuto un occhio attento ai bisogni individuali».
Dalla Sequoia si sottolinea oggi come negli anni Teresa Salerio Barello abbia saputo instaurare un rapporto di fiducia ed ottimismo, che ha fatto crescere e riflettere responsabili, operatori e ospiti sul proprio operato, per essere all’altezza delle aspettative sue e di tutti: «Riconosciamo in lei anche una grande delicatezza nell’aver fatto tanto per dare il via alla “Sequoia”, ma poi nell’essere stata capace di fare un passo stando di fianco, lasciando agli operatori il compito di sviluppare un servizio di qualità volto al benessere delle persone che vi abitano, con tutta la libertà che una tale costruzione esige. Per questo, e tanto altro, ricorderemo sempre Teresa nella nostra quotidianità, nei nostri cuori, ma soprattutto nei nostri sorrisi. Terremo in mente il suo messaggio: “Voler bene significa anche essere capaci di lasciar andare libero chi si ama”».
Ufficio Stampa Fondazione Don Gnocchi
Milano, tel. 02 39703245 – 335 8498258
ufficiostampa@dongnocchi.it