Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Nuovo, significativo risultato per i ricercatori della Fondazione. Tre progetti di ricerca “Don Gnocchi” sono stati infatti approvati dal ministero della Salute nell’ambito del Bando della Ricerca Finalizzata 2018. Tutti i ricercatori del Servizio Sanitario Nazionale erano stati invitati a presentare progetti di ricerca di durata triennale (95 milioni di euro i fondi messi a disposizione dal ministero).
Il progetto – responsabile il dottor Cristiano Carlomagno (foto sotto a sinistra) – è promosso dal Laboratorio di Nanomedicina e Biofotonica Clinica (LABION) del Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano della Fondazione Don Gnocchi, coordinato dalla dr.ssa Marzia Bedoni (foto sotto a destra), e riguarda l’analisi in spettroscopia Raman della saliva come nuova piattaforma diagnostica per la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).
Il lavoro prevede la stretta collaborazione con i clinici, in particolare con l’Unità di Riabilitazione Intensiva Polmonare dello stesso Centro IRCCS di Milano, diretta dal dottor Paolo Banfi, e si basa su un approccio innovativo e non invasivo - l'analisi di un liquido biologico di facile accesso come la saliva - per il monitoraggio della progressione della SLA e ha già portato a promettenti dati preliminari che verranno presto pubblicati su riviste del settore ad alto impatto scientifico.
In particolare, lo sviluppo e la validazione della piattaforma Raman per la diagnosi e la stratificazione accurata dei pazienti SLA permetterà di mettere a disposizione di medici e pazienti uno strumento in grado sia di accelerare la procedura diagnostica, che di personalizzare il trattamento terapeutico in base alle caratteristiche di ogni singolo paziente, con l’obiettivo a lungo termine di migliorare la prognosi e la qualità della vita dei pazienti colpiti dalla SLA.
La complessità e la variabilità delle manifestazioni cliniche e la mancanza di un consenso diffuso sui protocolli di diagnosi (sia mediante tecniche di imaging che di indagini genetico molecolari) sono i principali ostacoli alla diagnosi precoce e alla corretta gestione delle Demenze Fronto-temporali. Inoltre, sebbene questa malattia interessi un numero considerevole di pazienti, al momento non è disponibile nessun trattamento farmacologico.
Il progetto sviluppato dalla Fondazione – responsabile il dottor Sandro Sorbi (foto sotto a sinistra), direttore scientifico dell’IRCCS “Don Carlo Gnocchi” di Firenze - con la collaborazione dell’Università di Brescia e dell’IRCCS “S. Giovanni di Dio Fatebenefratelli” (Brescia), mira a promuovere una standardizzazione della valutazione cognitiva, un’armonizzazione dei protocolli diagnostici e un ampliamento della conoscenza dei meccanismi di risposta farmacologica, al fine di migliorare nella pratica clinica la gestione delle Demenze Fronto-temporali.
Una parte dello studio si porrà inoltre l’obiettivo di verificare se trattamenti di neuromodulazione, applicati mediante stimolazione transcranica a corrente diretta continua (tDCS), possano influire positivamente sulla performance cognitiva, sul profilo comportamentale dei pazienti trattati e anche sull'espressione dei geni coinvolti in questo tipo di patologie neurodegenerative.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce il problema dell’antibiotico-resistenza come uno dei maggiori temi su cui è necessario investire in ricerca e prevenzione. La Fondazione Don Gnocchi, attraverso attività di ricerca avviate all’IRCCS “Don Carlo Gnocchi” di Firenze e nei Centri toscani, in stretta sinergia con la Direzione Sanitaria, ha iniziato da tempo a pianificare azioni per affrontare questa problematica.
Il progetto - responsabile il dottor Fabio Arena (foto sopra a sinistra) - si pone l’obiettivo di__ contrastare la diffusione all’interno delle strutture riabilitative di lungo-degenza ad alta intensità delle più frequenti specie batteriche multi-resistenti e di contenere le infezioni__ ad esse associate.
Tutto questo attraverso un triplice intervento che prevede l’utilizzo all’interno della struttura di strumenti di diagnostica rapida (diagnostic stewardship) basati su approcci di biologia molecolare; la formazione di un team permanente di antibiotic stewardship per il corretto uso degli antibiotici e infine uno studio molecolare delle dinamiche di diffusione dei germi multi-resistenti tramite tecniche di next-generation sequencing.
Il lavoro, con un’alta componente traslazionale, potrà favorire la riduzione dell’incidenza e della prevalenza delle infezioni legate a batteri multi-resistenti e l’ottimizzazione delle terapie antibiotiche favorendone l’efficacia e massimizzando l’appropriatezza.
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