Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
C’è anche la Fondazione Don Gnocchi fra i 13 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) che in Italia fanno rete per prevenire le malattie legate alla terza età. Un’integrazione in corso da alcuni anni fra realtà di rilievo nazionale ed europeo, ognuna con le proprie specificità, con lo scopo di approfondire tematiche connesse all’invecchiamento e che sta vivendo in questi mesi una stagione di significativo sviluppo.
«La Rete Aging - spiegano Alessia Gallucci e Pietro Davide Trimarchi, rispettivamente psicologa clinica e ricercatrice all’Istituto “Palazzolo-Don Gnocchi” di Milano e neuropsicologo clinico presso IRCCS "S. Maria Nascente" di Milano, referenti del progetto per la parte che riguarda l'uso di tecnologie nelle sindromi geriatriche - è nata nel 2017 sotto la guida dell’Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani (IRCCS Inrca di Ancona), con un finanziamento del ministero della Salute. La costituzione della Rete ha avuto lo scopo di integrare i risultati della ricerca di alta qualità condotta dai singoli Istituti nell’ambito dell’invecchiamento, al fine di aumentare le conoscenze rispetto ai fattori determinanti le patologie croniche legate all’invecchiamento, migliorandone la prevenzione, le strategie di trattamento e di presa in carico dei pazienti».
La Rete rappresenta un valore aggiunto, peraltro ben sottolineato in un convegno che nelle scorse settimane ha coinvolto i membri del Consiglio direttivo: tutti convinti nel portare avanti attività multidisciplinari e multisettoriali, lavorando in modo sostanziale e ottenendo grandi risultati come il fatto di essersi posizionati secondi in graduatoria tra i progetti competitivi finanziati dal ministero della Salute nell'ambito della Ricerca Corrente Reti 2022.
Oltre alla Fondazione Don Gnocchi, gli IRCCS che la compongono sono l’Istituto Auxologico Italiano, la Fondazione Bietti per lo Studio e la Ricerca in Oftalmologia, la Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza, l’Ente Ospedaliero Specializzato in Gastroenterologia “Saverio de Bellis”, l’Istituto Ortopedico Galeazzi, la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, l’Inrca Istituto Nazionale di Ricovero e Cura per Anziani, l’Istituto Ortopedico Rizzoli, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, gli Istituti Clinici Scientifici Maugeri, la Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e la Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia. L’obiettivo di questa strada comune è di creare nuove opportunità, compiendo insieme un percorso che possa portare la Rete a diventare un punto di riferimento nella ricerca nazionale e internazionale.
«I gruppi di ricerca operanti all’interno degli IRCCS della Rete – precisano Gallucci e Trimarchi - sono attivi sul piano della comunicazione e divulgazione scientifica, con pubblicazioni su riviste internazionali, partecipazione e organizzazione di convegni e tavoli di lavoro. Dalla sua costituzione ad oggi, la Rete ha ricevuto finanziamenti per la realizzazione di 5 progetti, complessi e multi-componenziali, che l’hanno vista coinvolta in primo luogo nella definizione, attraverso modelli sperimentali e su umani, di biomarcatori e meccanismi biologici delle patologie croniche dell’età anziana. I risultati di questi studi hanno consentito la __caratterizzazione dei diversi fattori che possono determinare lo sviluppo di patologie croniche, favorire o ostacolare la prognosi, definire la risposta ai trattamenti».
In particolare, i dati raccolti attraverso metodiche avanzate di analisi hanno consentito alla Rete di strutturare gruppi di lavoro specifici rivolti alla progettazione e sperimentazione di trattamenti individualizzati, basati sui principi della medicina di precisione: «Questi lavori – aggiungono i referenti - hanno gettato le basi per le ricerche della Rete rivolte all’uso di soluzioni tecnologiche per il miglioramento della diagnosi, la definizione degli interventi terapeutici, nonché il potenziamento della rete di assistenza rivolta alla popolazione anziana che vede coinvolto il paziente stesso, i caregiver, gli istituti di cura, la comunità e il territorio».
La Fondazione Don Gnocchi è da sempre attiva in molti dei gruppi di lavoro previsti dai vari progetti: da quelli maggiormente dedicati allo studio delle basi biologiche dell’invecchiamento, a quelli orientati alla sperimentazione di approcci alla cura centrati sulla persona e sull’impiego delle nuove soluzioni tecnologiche. Rispetto a questo, l’Istituto Palazzolo è stato coinvolto nella costruzione di protocolli di intervento, nella sperimentazione di strumenti tecnologici su gruppi di pazienti, nella definizione, in chiave metodologica, di modelli di presa in carico e procedure di ricerca che includono le nuove tecnologie.
Infine, per quanto riguarda in generale la Fondazione Don Gnocchi, assume particolare rilievo il fatto che da quest’anno l’impegno in seno alla Rete Aging vedrà ancor più coinvolti in un lavoro sinergico entrambi gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico presenti sul territorio nazionale: l’IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano e l’IRCCS “Don Carlo Gnocchi” di Firenze. I due Centri infatti stanno lavorando alla messa a punto di modelli di analisi che consentano, secondo un approccio predittivo, di identificare le caratteristiche legate alla fragilità, multimorbidità, comorbidità e predisponenti la mortalità nell’anziano.
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