Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
«Mi sono commosso tornando nel santuario dedicato a don Carlo, in una giornata così importante per la Fondazione che oggi porta il suo nome e ne rinnova quotidianamente la missione accanto ai più bisognosi…». Il cardinale Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino, ha presieduto questa mattina, giovedì 28 febbraio, la solenne celebrazione eucaristica (nella foto) in occasione del 63esimo anniversario della scomparsa dell’indimenticato apostolo dell’infanzia mutilata.
«Osservata in filigrana – ha aggiunto il cardinale – la vita spirituale di don Gnocchi è stata costantemente guidata da un cuore innamorato di Cristo. Questa è la grande lezione che ci ha consegnato: dobbiamo amarci per riconoscere la presenza di Cristo nelle persone più fragili e sofferenti. Non c’è amore più grande di quello che si prodiga in favore del prossimo».
Nel santuario di Milano (clicca qui per ammirarlo in un suggestivo tour virtuale), responsabili e operatori dell’attiguo Centro IRCCS “S. Maria Nascente” e di tutti i Centri italiani della Fondazione, insieme a pazienti, persone con disabilità, anziani e ammalati con i loro familiari, volontari e amici, ex allievi e rappresentanti dei luoghi cari a don Carlo (San Colombano al Lambro, paese natale, e Montesiro di Besana Brianza, dove visse gli anni della giovinezza) e gli immancabili alpini e rappresentanti dell’Aido.
La Messa è stata concelebrata dal presidente della Fondazione don Vincenzo Barbante, dal presidente onorario monsignor Angelo Bazzari, dal rettore del santuario don Maurizio Rivolta e dai cappellani di alcuni Centri. Con loro, anche padre Virginio Bebber, presidente ARIS (Associazione Religiosa Istituti Sociosanitari) a cui la Fondazione è associata.
«Don Gnocchi oggi continua a ripeterci che dobbiamo fare di più – ha concluso Poletto -. Non possiamo essere calcolatori in amore, dobbiamo donarci fino all’estremo come lui seppe fare con i suoi ragazzi, con gli alpini in guerra e poi con gli orfani, i mutilatini e i poliomielitici che seppe accogliere nelle sue strutture. Preghiamo Dio perché non permetta che nostra vita sia dominata dal male... Andiamo a casa e facciamo come don Carlo seppe fare».
Al termine della celebrazione, l’arcivescovo emerito di Torino – accompagnato dal direttore generale della Fondazione Francesco Converti e dal direttore del Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano Roberto Costantini - ha visitato reparti e laboratori della struttura, incontrando operatori, pazienti e familiari.
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