Allestimenti suggestivi, testimonianze di ragazzi e... (Leggi tutto)
Per una volta i professori d’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma si sono trasformati in allievi e sul palco sono saliti i medici. È il senso dell’inedita iniziativa curata dalla Fondazione Don Gnocchi in questi giorni: un corso (“Espressione artistica e stato di benessere psicofisico”), coordinato da Fabio De Santis, medico fisiatra e responsabile del Centro “S. Maria della Pace” di Roma, su prevenzione, trattamento e cura delle malattie professionali dei musicisti.
Come ogni categoria di lavoratori, anche i musicisti sono sottoposti a sorveglianza sanitaria, in quanto soggetti a rischio professionale, legato in modo particolare a problemi di carattere posturale ed ergonomico. Niente lezioni di musica, quindi, ma istruzioni finalizzate alla salute e sicurezza.
Da sinistra: Fabio De Santis, Rosa Maria Converti e Giovanni Melchiorri (Fondazione Don Gnocchi)
Tra i docenti, Rosa Maria Converti, medico fisiatra, responsabile dell’Unità Operativa Semplice DAT (Domotica, Ausili e Terapia Occupazionale) e dell’ambulatorio “Sol Diesis" dell’IRCCS “Don Gnocchi” di Milano, responsabile per anni di un ambulatorio fisioterapico per gli orchestrali del Teatro alla Scala di Milano: «In questa iniziativa ho portato la mia esperienza congiunta di medico e musicista - spiega - insieme a quanto maturato nell’ambulatorio di Milano, dove operiamo innanzitutto una valutazione posturale del musicista, professionista o amatoriale, anche rispetto allo strumento musicale. In questo modo, cerchiamo di individuare le strategie di correzione e quindi di prevenzione di eventuali patologie professionali. Oltre al tema dell’ergonomia, trattiamo nel corso anche il tema della respirazione con il controllo del diaframma per tenere sotto controllo ansia e stress. Il musicista, non necessariamente chi suona strumenti a fiato, come un atleta può andare in iperventilazione o apnea: controllare il respiro significa quindi gestire l’ansia e una serie di problemi connessi come tachicardia, malesseri vari e problemi muscolari che potrebbero compromettere la performance».
E di “atleta musicista” ha parlato anche Giovanni Melchiorri, medico fisiatra, responsabile del presidio di riabilitazione funzionale del Centro “S. Maria della Pace” di Roma: «Il musicista fa il pari con l’atleta che utilizza un attrezzo nel gesto sportivo, come potrebbe essere il discobolo o il lanciatore di peso. Per il musicista, l’attrezzo è lo strumento musicale con cui mette in gioco capacità fisiche che si possono allenare con semplici esercizi da fare dovunque». Nel corso sono così proposte soluzioni teorico-pratiche per un esercizio terapeutico in “setting domiciliare”, utili per mantenersi in efficienza e curare l’elasticità e la forza muscolare e prevenire inconvenienti e dolori.
Non meno importante, una panoramica sulle correlazioni tra occlusione e postura, ormai ampiamente trattate dalla letteratura scientifica, con disfunzioni che possono interferire sulla performance del musicista. Secondo Pietro Malfatto, medico odontoiatra e posturologo, docente al master di Posturologia Clinica presso l’Università La Sapienza di Roma, una malocclusione, ovvero il disallineamento dei denti sulle arcate superiori ed inferiori, è causa di una serie di disturbi che non riguardano solo la cavità orale, ma l’intero organismo provocando mal di testa, problemi uditivi, dolori alla schiena e quindi cattive posture. «Una cattiva occlusione – aggiunge Malfatto – può, in particolari condizione, far assumere una postura sbagliata, attivando un meccanismo di compensazione che può compromettere la concentrazione e influenzare la performance. Tra i possibili effetti ci possono essere senso di affaticamento e dolori che potrebbero anche cronicizzarsi».
Il senso del corso è quello di fornire un quadro più esaustivo possibile sulle patologie professionali dei musicisti, per poterle riconoscere e prevenire. Coloro che fanno musica ad altissimi livelli, come i professori d’orchestra del Teatro dell’Opera, sono persone di talento comunque soggette a fragilità, limiti fisici, stress, posture innaturali da mantenere anche nelle lunghe ore di esercizi e prove che diventano causa di malessere e dolori… Ecco allora l’importanza di prendersi cura della loro salute, che significa migliorare il loro benessere psicofisico e innalzare ancora di più la qualità della loro vita e della loro arte.
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